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Tre italiani su dieci rischiano di finire nella triste categoria dei poveri. Quelli che la bistecca si mangia una volta la settimana, che non riescono a fare una vacanza lontano da casa, che devono tenere i riscaldamenti spenti e che una spesa di 800 euro imprevista è un salasso inaffrontabile. Sono gli anziani, le famiglie con un solo reddito o quelle con tanti figli. Secondo il rapporto dell'Istat su reddito e condizioni di vita, il 28,4% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. La situazione è peggiorata negli ultimi due anni e vivere in Italia oggi è peggio che stare in qualsiasi altro paese europeo. Nel 2011 l'indicatore è cresciuto di 2,6 punti percentuali rispetto al 2010 a causa dall'aumento della quota di persone a rischio di povertà (dal 18,2% al 19,6%) e di quelle che soffrono di severa deprivazione (dal 6,9% all'11,1%). Dopo l'aumento osservato tra il 2009 e il 2010, sostanzialmente stabile (10,5%) è la quota di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro. Il rischio di povertà o esclusione sociale è più elevato rispetto a quello medio europeo (24,2%), soprattutto per la componente della severa deprivazione (11,1% contro una media dell'8,8%) e del rischio di povertà (19,6% contro 16,9%). Come dire che basta ancora poco per finire nella peggiore delle condizioni possibili.
Aumentano, rispetto al 2010, gli individui che vivono in famiglie che dichiarano di non potersi permettere, nell'anno, una settimana di ferie lontano da casa (dal 39,8% al 46,6%), che non hanno potuto riscaldare adeguatamente l'abitazione (dall'11,2% al 17,9%), che non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 33,3% al 38,5%) o che, se volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%). Il 19,4% delle persone residenti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato, valore più che doppio rispetto al Centro (7,5%) e triplo rispetto al Nord (6,4%). Nel Sud l'8,5% delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 diventa gravemente deprivato nel 2011, contro appena l'1,7% nel Nord e il 3% nel Centro.
Le famiglie più esposte al rischio di deprivazione sono quelle più numerose e/o con un basso numero di percettori di reddito. Si trovano più spesso in condizioni di disagio le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con tre o più figli minori. Le persone in famiglie a prevalente reddito da lavoro autonomo mostrano una minore diffusione della severa diprivazione di quelle sostenute dal lavoro dipendente o da pensioni; le famiglie di pensionati sono anche quelle che hanno mostrato i più evidenti segnali di peggioramento tra il 2010 e il 2011. Il rischio di povertà, calcolato sulla base del reddito 2010, mostra aumenti più marcati tra gli individui residenti nelle regioni del Mezzogiorno, in famiglie monoreddito, dove la fonte principale di reddito è da lavoro, sia dipendente sia autonomo, tra le coppie con figli, con almeno un minore, i monogenitori e le famiglie di altra tipologia, con membri aggregati.
Nella giornata del 7 dicembre si è nuovamente interrotto il confronto per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro Uneba 2010-2012. Il confronto era ripreso a gennaio scorso dopo un interruzione di 18 mesi ed a fronte della richiesta dei sindacati di categoria di Cgil-Cisl e Uil di affrontare la questione del rinnovo della parte economica il tavolo si era interrotto, visto che Uneba voleva rinnovare il contratto solo per la parte normativa. Unitariamente era stato dichiarato lo stato di agitazione e organizzate le assemblee nei luoghi di lavoro. Durante l'estate è ripreso il confronto ed in questi mesi si è affrontata in particolare la parte normativa. La parte economica è stata affrontata solo negli ultimi due incontri.
Al fine di arrivare al rinnovo del CCNL Uneba era stata organizzata una due giorni per avere le condizioni di affrontare sia la parte normativa che economica, con l’obiettivo di analizzare articolo per articolo del CCNL. Il confronto si è aperto sulla definizione del perimetro economico e Uneba ha presentato una proposta che unitariamente abbiamo considerato inaccettabile in quanto molto al di sotto rispetto a quanto già sottoscritto in altri contratti del settore (Cooperative Sociali, Agespi, Anffas e Agidae).
La proposta economica sostenuta da UNEBA era:
- incremento mensile di 45€ suddiviso in tre tranches (10 € a Dicembre 2012, 20 € a Luglio 2013 e 15 € a Novembre 2013);
- una tantum per il triennio arretrato;
- un valore aggiuntivo per l'assistenza sanitaria integrativa (5/7 €) da gennaio 2014;
- 10 € di costo mensili da definire a livello di contrattazione di secondo livello per attività formativa.
Il confronto si é, infatti, concluso con la dichiarazione della controparte di interruzione della trattativa con la motivazione che la distanza tra le nostre proposte e quella di Uneba non era al momento colmabile, ribadendo la proposta presentata all'inizio dell'incontro. Uneba, in particolare la delegazione Lombarda, non ha mai fatto una concreta proposta, ribadendo che i lavoratori hanno già percepito da tempo gli aumenti salariali ed oggi non devono richiederne altri. Questo a 20 giorni dalla data di scadenza del contratto, in un momento di crisi e di caos contrattuale che avrebbe bisogno di un segnale forte e responsabile da parte di un'associazione come Uneba.
Siamo convinti - sostengono i sindacati- che le difficoltà delle strutture causate dai tagli del governo e dalla situazione di crisi del Paese non si possano scaricare sulle spalle dei lavoratori che da 35 mesi aspettano il rinnovo del contratto. In risposta alla rigidità, alla chiusura totale e all'irresponsabilità dimostrata da Uneba riteniamo necessario procedere ad una immediata dichiarazione dello stato di agitazione dei lavoratori occupati nelle istituzioni aderenti ad UNEBA e all'indizione di assemblee retribuite in tutti i posti di lavoro per condannare il comportamento di Uneba ed illustrare dettagliatamente ai lavoratori le richieste e le proposte che sono state discusse al tavolo, dandone adeguata visibilità nei mezzi di informazione locali.
Per offrire ai giovani un'opportunità di lavoro più tutelata e meno precaria, per rilanciare lo sviluppo, per combattere la disoccupazione, la Cisl Lombardia lancia la campagna “A Natale fatti un regalo, assumi un apprendista”. “Bisogna puntare sulla forza dei giovani - afferma Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia - Vogliamo un nuovo apprendista in ogni impresa lombarda, è una piccola scommessa per ognuno ed è la migliore garanzia su cui fondare una ripresa sostenuta dal lavoro”. Le motivazioni e i contenuti della campagna saranno presentati domani, giovedì 20 dicembre, durante un incontro con gli studenti del Centro di formazione professionale “Padre Piamarta”. Alle ore 11 conferenza stampa di Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia, presso l'auditorium del centro, in via Pusiano 2 a Milano (MM Cimiano).
"Alzarsi tardi fa bene al cervello". L’esperimento è già partito in Inghilterra al Monkseaton High School dove pare che gli studenti siano migliorati moltissimo. Anche alcuni ragazzi italiani per decisione del loro preside potranno verificare i benefici: al liceo scientifico di Biella potranno andare a scuola più tardi, dall'anno prossimo la campanella non suonerà più alle otto ma alle ore 10. L’ingresso posticipato a scuola è stato accolto non senza proteste da parte dei genitori che temono uno stravolgimento del proprio ritmo di vita. Masecondo una teoria elaborata ad Oxford, i ragazzi tra i 12 e i 22 anni hanno uno sfasamento di un paio d'ore nei ritmi vitali rispetto alle persone più adulte. In pratica per un adolescente alzarsi alle sette è come per un adulto svegliarsi alle 5.
Parte il concorsone scuola, oltre 320mila aspiranti professori per 11542 posti, tempo a disposizione 50 minuti per 50 quesiti. Per il superamento della preselezione è necessario raggiungere più di 35/50. Chi supera la preselezione sarà ammesso alle successive prove, scritto e orale. Le prime nomine in ruolo dei vincitori saranno effettive a partire dal prossimo anno scolastico.
- A Milano ogni famiglia spenderà per il Natale quasi 200 euro e l’85% spenderà meno dell’anno scorso. Quasi tutti potranno permettersi un dolce tipico. Quasi, “Il 17% dei milanesi non potrà permettersi neanche un panettone – dice Alfredo Zini vicepresidente vicario di Epam – e questo è molto triste”. Camera di Commercio di Milano ha misurato la propensione ai consumi dei milanesi. E nonostante la crisi i consumi di panettone artigianale tengono. “Il panettone è un simbolo e uno dei marchi più riconoscibili della nostra città. Partiamo dalle migliori tradizioni in un momento importante per i consumi come il Natale”.
Invito alla prossima presentazione di libri presso la libreria Tadino, in programma per mercoledì 5 dicembre dalle ore 18.00
Trama del libro: Una Milano estiva, calda e punteggiata da temporali ricorrenti fa da sfondo a questo noir, Big Muff, il grande parlatore. Un giornalista incrocia per caso una storia di omicidio. Faccendieri che nascondono conti offshore. Funzionari di partito che pensano a truccare appalti, distribuire bustarelle, nascondere i rimborsi elettorali in Svizzera e inviarli nei paradisi fiscali. Luoghi dove dimorano i soldi, ma non gli uomini, che devono rimanere qui a difenderli e a tentare di arraffarne degli altri. L'incontro imprevisto con una ragazza cinese che sembra una figurina educata di Holly Hobbie. L'aldilà incombente sopra ogni cosa con i morti che tentano di comunicare con i vivi...
Big Muff, diviene così un viaggio imprevisto dentro una Milano bagnata dalla pioggia e bella come un amore giovanile, che nasconde storie dolorose con il pudore beneducato delle signore borghesi di una volta.
Un libro WLM Edizioni, di Ezio Gavazzeni presentato il 05/12/2012 alle ore 18.00 presso la libreria in Via Tadino 18, a Milano
La Cisl di Milano organizza un corso di formazione gratuito per operatori fiscali, che offre concrete opportunità di impiego: prevede circa 120 ore di lezioni di teoria e pratica su computer, e si svolgerà da gennaio a marzo 2012. Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza e i partecipanti saranno sottoposti ad una verifica per valutarne l’inserimento nell’organico degli operatori stagionali dei Caaf della Cisl milanese, in vista della “Campagna fiscale 2013”. Una quarantina i posti di lavoro a disposizione, per contratti di circa 2 mesi e mezzo di durata. La scheda di partecipazione è on line all’indirizzo www.cislmilano.it e reperibile in tutte le sedi Cisl della città e dell’hinterland. La domanda va consegnata, entro il 21 dicembre prossimo, via fax al numero 02-70039850, tramite posta elettronica all'indirizzo caaf.tadino@cisl.it, oppure direttamente presso la sede centrale della Cisl milanese, in via Tadino 23.
Questa mattina, dopo quattro mesi di trattativa, senza un’ora di sciopero e prima della scadenza, è stata raggiunta da Fim Cisl e Uilm Uil con Federmeccanica-Assistal, l’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici 2013/2015. In Lombardia l’intesa interessa oltre 500mila lavoratori metalmeccanici. “Siamo soddisfatti, i lavoratori si tutelano firmando i contratti - commenta Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia - L'intesa difende il potere d'acquisto dei salari, smentendo chi ha lanciato falsi allarmi, ed è tanto più positiva in questa difficile fase di crisi per i lavoratori”. “E' molto importante aver migliorato la parte normativa sul fronte della malattia e della flessibilità d'orario – aggiunge - introducendo l'affermazione del diritto soggettivo all'utilizzo di orari parziali e permessi retribuiti per la cura dei figli e dei familiari”.
L’aumento medio salariale definito è di 130 euro. Ritoccata in alto anche la quota dell’elemento perequativo - pari a 485 euro l’anno - destinata ai lavoratori che non godono della contrattazione aziendale. Inoltre sono state aumentate le maggiorazioni per i turni notturni, le indennità di trasferta e di reperibilità. Sul fronte del welfare contrattuale, l’accordo prevede anche la crescita del contributo delle imprese al Fondo sanitario integrativo mètaSalute, che arriverà fino a 108 euro l’anno entro il 2015. Importanti risultati sono stati raggiunti anche sul piano normativo, in particolare sulla tutela della malattia: aumentano i periodi pagati al 100%, mentre i periodi oggi pagati al 50% vengono innalzati all’80%; inoltre trascorsi 61 giorni, ogni nuovo evento viene considerato a se stante e quindi non cumulabile con le malattie precedenti, come era previsto nel vecchio contratto, la cui regola precedente che penalizzava le malattie brevi effettuate nei tre anni è stata modificata: da oggi, infatti, sarà calcolata sull’anno, e prevede penalizzazioni a partire dal quarto evento breve (cinque giorni). Sulla questione dell’orario di lavoro, si è realizzato uno scambio tra esigenze individuali dei lavoratori e le necessità di flessibilità aziendale richieste dal mercato, uno scambio garantito da precise procedure. E’ prevista la possibilità di flessibilità in entrata e uscita dal lavoro che va incontro alle esigenze familiari. Vengono aumentati di 16 ore annue i limiti previsti oggi per l’orario plurisettimanale e lo straordinario, consentendo alle aziende un mix tra questi due istituti contrattuali (fino a 120 ore annue), ma con precisi limiti. Tale ulteriore disponibilità viene retribuita con una maggiorazione del 58%. Inoltre, l’intesa amplia la possibilità dell’utilizzo individuale dei permessi (par) e consentito nei casi di malattie di figli o familiari di utilizzarli senza preavviso all’azienda.
Anche i sindacati pensionati di Cgil Cisl e Uil della Lombardia, nell'ambito della mobilitazione nazionale, venerdì 7 dicembre saranno davanti a tutte le Prefetture e ai maggiori Comuni della regione, per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulle difficili condizioni in cui vive la popolazione anziana nel nostro Paese e invitano tutti anziani, giovani, lavoratori, cittadini a sostenere le loro richieste, indirizzate a far ripartire i consumi, lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. “Tempo scaduto” lo slogan della giornata di mobilitazione.
“Siamo fortemente preoccupati per l’andamento della crisi economica e sociale che il Paese sta vivendo – sottolinea Valeriano Formis, segretario generale Fnp Cisl Lombardia -. Anche nella nostra regione migliaia di pensionati e di anziani stanno pagando un prezzo altissimo, colpiti duramente dagli effetti della crisi e dalle misure di rigore finora adottate dal governo. Con questa giornata di mobilitazione vogliamo sollecitare le amministrazioni locali e le forze politiche ad attivarsi perché si mettano in campo interventi concreti a sostegno pensionati lombardi”.
Spi, Fnp e Uilp chiedono al governo, al parlamento, alle amministrazioni locali e alle forze politiche:
- una nuova politica fiscale che abbatta drasticamente l’evasione e riduca la tassazione sui redditi da pensione e da lavoro. Soluzione al problema degli incapienti, di quelle persone, cioè, che hanno redditi così bassi da non poter usufruire delle agevolazioni fiscali.
- il rilancio del welfare pubblico, equo e solidale, in grado rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, a partire da quelli in maggiori condizioni di bisogno, con particolare attenzione alle persone anziane, disabili e non autosufficienti.
- l'approvazione di una legge nazionale per la non autosufficienza, con relativo Fondo adeguatamente finanziato, quale gesto di civiltà che ci avvicinerebbe alle altre grandi nazioni europee.
- maggiore equità nella distribuzione dei sacrifici, che fino ad oggi sono ricaduti principalmente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati.
- razionalizzazione della spesa pubblica.
- contrasto agli sprechi, alla mala gestione e ai costi impropri della politica.
Il Natale porta opportunità di impiego. L'agenzia per il lavoro Gi Group ha avviato la ricerca di diversi profili professionali nel comparto commerciale per il periodo natalizio. Di seguito le offerte e i settori merceologici di riferimento (abbigliamento, calzaturiero, accessori, intimo, food e non food). Il reclutamento coinvolge i principali capoluoghi di provincia di tutta Italia; in modo particolare: Milano, Monza e Brianza, Torino, Bologna, Modena, Ferrara, Vicenza, Venezia, Verona, Padova, Udine, Firenze, Pisa, Roma, Napoli, Lecce, Bari.
Le figure professionali ricercate Indirizzo e-mail al quale inoltrare le candidature: progettoretail@gigroup.com Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo . |
Le aziende lombarde di edilizia residenziale, ex Iacp, non applicheranno l'Iva ai canoni di alloggi di edilizia popolare. E' il risultato delle pressanti richieste della Cisl Lombardia che, con le altre organizzazioni sindacali, ha ripetutamente sollecitato l'assessorato regionale a intervenire per evitare un salasso per gli inquilini delle case popolari. “Abbiamo scongiurato l'aumento del 10% del canone - sottolinea Ugo Duci, segretario regionale Cisl Lombardia - è un traguardo importante, soprattutto per le tante famiglie già non in condizioni agiate che in questa fase sono colpite e messe ancor più a dura prova dalla crisi”. Nella lettera inviata ai direttori delle Aler lombarde l'assessore regionale alla Casa, Nazzareno Giovannelli, ordina infatti di non applicare l'Iva ai canoni degli alloggi di edilizia popolare a decorrere dal 1° gennaio 2013, come invece già alcune aziende avevano deciso e altre si apprestavano a fare.
- “105 problemi” questa l’espressione utilizzata da Darty Italia, nel comunicare ai 105 dipendenti della sede di Paderno Dugnao che dal 1° Marzo 2013 rimarranno senza lavoro. Dopo 8 anni di attività Darty, colosso francese dell’elettronica di consumo, decide di abbandonare il mercato italiano cedendo i 20 negozi rimasti a DPS-Trony. Il personale di sede è venuto a conoscenza della firma dell’accordo preliminare tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul sito di Darty PLC. All’interno dell’accordo preliminare è specificato che il personale della sede non sarà integrato nella struttura DPS e dovrà essere Darty PLC ad occuparsi della chiusura dell’headquarter (sede), che comprende uffici commerciali e amministrativi, logistica e servizio post-vendita. Sulle sorti dei “105 problemi” vige tuttora il silenzio; sui vari comunicati stampa che abbiamo letto, è stato omesso qualsiasi riferimento a noi esuberi. Siamo sicuramente contenti che i nostri colleghi dei punti vendita avranno continuità lavorativa ma noi della sede non possiamo essere definiti “un problema o un peso” , questo non lo accettiamo! Che Darty rispetti la nostra dignità, soprattutto per le gravi conseguenze professionali e familiari che dovremo affrontare. I lavoratori e le lavoratrici, insieme alle Organizzazioni Sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, proprio per i motivi sopra riportati, proclamano lo stato di AGITAZIONE in attesa di maggiori chiarimenti da parte aziendale e per il rispetto della dignità di ciascuna/o lavoratrice e lavoratore, Darty deve impegnarsi ad esaminare tutte le soluzioni alternative al licenziamento collettivo.
Come sarà il lavoro in Lombardia da qui a cinque anni? Quali strumenti si dovranno attivare per migliorare la competitività e l'innovazione delle imprese? Come si evolverà il ruolo dell'orientamento e della formazione per il lavoro? Questi i temi, correlati da analisi, dati e proposte, al centro dell'incontro-dibattito “Il futuro del lavoro”, organizzato dalla Cisl Lombardia per mercoledì 12 dicembre a Palazzo delle Stelline. L'economia lombarda sta vivendo, dentro la recessione, una necessaria fase di riorientamento e ricostruzione. La crisi sta cambiando i contenuti del lavoro, facendo emergere nuovi aspetti critici ed importanti. Al di là della congiuntura, la Cisl Lombardia vuole avviare una riflessione ed un confronto per ricercare questi contenuti, convinta che ne conseguirà un'importante innovazione delle politiche del lavoro. Aprono la mattinata gli interventi di Carlo Dell'Aringa, docente di Economia alla Cattolica di Milano, Luciano Pero, docente di Sistemi organizzativi al Politecnico, Pierantonio Varesi, docente di Diritto del lavoro alla Cattolica di Piacenza. Segue dibattito con: Nino Baseotto, segretario generale Cgil Lombardia, Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia, Walter Galbusera, segretario generale Uil Lombardia.
L'appuntamento è per mercoledì 12 dicembre 2012, dalle 9.30, Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61, Milano.
Venerdì 14 dicembre, per l’intera giornata, scioperano i lavoratori di Aimeri Ambiente srl, in ogni appalto o consorzio in cui essa opera. In Lombardia, dalle ore 9.30 alle 12, si terrà un presidio davanti alla sede dell’azienda di igiene ambientale, a Rozzano (Strada 4 - Palazzo Q6). Lo sciopero nazionale è stato proclamato dalla Funzione pubblica Cgil, Fit-Cisl, Uil trasporti e Fiadel per contrastare il piano di ristrutturazione aziendale che prevede 219 licenziamenti, di cui 35 in Lombardia. Le proposte di Aimeri alternative ai licenziamenti (patto di solidarietà difensiva con riduzione dell'orario di lavoro settimanale e decurtazione salariale a carico del dipendente; trasformazione in riposi compensativi delle quattro festività 2013 cadenti di domenica; contenimento maggiorazioni dello straordinario e del lavoro notturno; adozione totale della banca ore lo straordinario) sono state respinte dalle organizzazioni sindacali che hanno chiesto, prima il ritiro della procedura di mobilità.
I lavoratori della Multimedica hanno approvato a stragrande mangiranza l'ipotesi di accordo siglata tra sindacati e azienda il 6 dicembre scorso. Martedì pomeriggio, dopo le assemblee negli ospedali del gruppo, l'accordo è stata registrato all'Agenzia regionale del lavoro. Con questo atto si sono formalmente interrotte le procedure che avrebbero portato al licenziamento di 313 dipendenti. Il contratto di solidarietà difensivo previsto per l’anno 2013, oltre a mettere in sicurezza tutti i posti di lavoro attraverso una riduzione dell’orario, pari al 17,7% e retribuita al 50%, per i 1666 dipendenti del Gruppo, cancella in modo definitivo esuberi e licenziamenti. "Ora che i licenziamenti sono stati anche ufficialmente archiviati - ha commentato Mina Savoia, responsabile Sanità della Cisl di Milano - si tratta di andare avanti contratto di solidarietà. Il 21 prossimo abbiamo un incontro con l'azienda per definire nel concreto l'applicazione dell'accordo"
E' saltata la trattiva azienda-sindacati per trovare una soluzione al prospettato licenziamento di 244 dipendenti dell'ospedale fondato da don Verzè e poi, di recente, passato sotto il controllo del Gruppo Rotelli. Non sono bastate le proteste dei lavoratori e nemmeno l'intervento delle istituzioni locali, a partire dal sindacco di Milano che è intervenuto a più riprese e direttamente, anche in queste ore, per favorire un accordo. "Ci abbiamo provato fino in fondo - spiega Mina Savoia che ha partecipato agli incontri per conto della Cisl di Milano- Anche oggi per ore, da stamattina alle 10 fino al tardo pomeriggio, abbiamo fatto di tutto per convincere l'azienda che, però, ci ha chiesto l'impossibile. Abbiamo proposto di mettere a disposizione il 10% del salario dei lavoratori, ci siamo detti disponibili a sospendere per un anno gli accordi sottoscritti. Niente - prosegue Savoia - la dirigenza del San Raffaele pretendeva che il congelamento degli accordi fosse sine die, fino a una generica conclusione della crisi, senza verifiche periodiche. In più, sulla base del cosieddetto Decreto Sacconi, ci hanno addirittura chiesto di derogare dal contratto nazionale di lavoro della categoria, ipotesi per noi inaccettabile".
Si è così deciso di formalizzare la rottura della trattiva a livello locale. Rimane aperta la possibilità che la soluzione la si trovi al ' tavolo ministeriale' a cui, da domani, passa l'intera vicenda. Oltre ai 5 giorni che ancora rimangono della procedura di mobilità iniziata dall'azienda ce ne sono altri 30 previsti per al trattiva a livello ministeriale. Se però, fra 35 giorni, feste comprese non si troverà un accordo partiranno le lettere di licenziamento.
“Le lavoratrici e i lavoratori degli appalti di servizio (mense, vigilanza armata, guardiania, pulimento) vivono una condizione di estrema difficoltà, si legge in una nota sindacle. La crisi economica, estesasi in tutti i settori, ha indotto le imprese private, nel migliore dei casi a razionalizzare le spese , tagliando drasticamente i costi dei servizi accessori, senza tener conto degli effetti sugli addetti del settore. Nel settore pubblico, i tagli alla spesa e ai trasferimenti agli Enti Locali avvenuti in modo massiccio negli ultimi anni, hanno fortemente penalizzato i lavoratori degli appalti con licenziamenti, taglio di ore lavorate, ricorso alla Cig in Deroga, mancato pagamento del salario, con riflessi negativi anche per l’utenza, negli ospedali, uffici postali, caserme ecc. La Spending Review ha ulteriormente peggiorato una situazione già molto critica e la riforma degli ammortizzatori sociali rischia di lasciare senza adeguate tutele le lavoratrici e i lavoratori di questi settori. I drammatici problemi di questi lavoratori che pur avendo un lavoro vivono una condizione economica ai limiti e qualche volta dentro i parametri della povertà, sono molto sottovalutati. Per questi motivi, le organizzazioni sindacali regionali di FILCAMS FISASCAT UILTUCS e UILTRASPORTI hanno indetto una manifestazione sul tema “EMERGENZA APPALTI” che si caratterizzerà un presidio presso la sede della Regione Lombardia in piazza Città di Lombardia martedì 18 dicembre dalle ore 10,30 alle ore 13,00”. Le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione ma anche alle altre Istituzioni locali di individuare regole, norme e vincoli in grado di garantire un lavoro dignitoso e un servizio adeguato ed evitare di favorire, attraverso gli appalti al massimo ribasso, l’illegalità e la criminalità organizzata.
IN SCIOPERO LE LAVORATRICI e I LAVORATORI di CARREFOUR
una mobilitazione per il lavoro, la stabilità occupazionale e il contratto integrativo aziendale. Le Strutture Nazionali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL e le delegate e i delegati del Gruppo Carrefour riuniti a Bologna il 15 dicembre a seguito della trattativa conseguente alla disdetta del Contratto Integrativo aziendale che prevede dal 1 gennaio 2013 la disapplicazione di tutte le condizioni economiche e normative (pause, malattia, retribuzione per lavoro domenicale, etc) e il permanere delle preoccupazioni sul futuro occupazionale del Gruppo in Italia esprimono insoddisfazione e preoccupazione per i contenuti emersi nell’ultimo incontro di trattativa del 13 dicembre e proclamano 12 ore di sciopero da effettuare con le seguenti articolazioni.
SCIOPERO NAZIONALE per l’INTERO TURNO di LAVORO (8 ORE) SABATO 22 DICEMBRE 2012
Ulteriori 4 ore di SCIOPERO con gestione e organizzazione demandata ai livelli territoriali da effettuare entro dicembre 2012.
• PER IL CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE
• PER AVERE CERTEZZE SUL FUTURO DELL’AZIENDA IN ITALIA
• PER UNA POLITICA DI REALE INVESTIMENTO A SALVAGUARDIA DEL LAVORO E DELL'OCCUPAZIONE
L’associazione Consulta dei Lavoratori, in collaborazione con il Teatro “La Scala”, offre la possibilità ai giovani precari (di età fino ai 32 anni) di assistere alle prove ante-generali gratuitamente.
Le opere in programma sono: Fastaff (di G. Verdi); Nabucco (Verdi); Macbeth (Verdi); Oberto conte di S. Bonifacio (Verdi); Gotterdammerung (R. Wagner); La Scala di Seta (G. Rossini). In ordine cronologico gli spettacoli si terranno il 12 e 26 gennaio, 24 marzo, 12 aprile, 12 maggio e 18 settembre tutti nell’anno 2013.
Va però tenuta in considerazione la possibilità che il teatro cambi o annulli alcune date per motivi interni. Per assistere bisogna inviare la richiesta di partecipazione alla Consulta dei Lavoratori tramite fax al numero 02 29 40 14 94, nei seguenti orari e dal lunedì al venerdì: 11:30-13:30 e 16:00-18:00. In allegato alla richiesta bisogna mandare A) fotocopia documento personale B) fotocopia del contratto lavorativo che attesti l’attuale stato di disoccupazione o il contratto di lavoro atipico, a termine C) sia recapito telefonico che email per comunicazioni.
- E’ stato raggiunto dopo un lungo e approfondito confronto, l’accordo tra l’Amministrazione comunale di Sesto San Giovanni e Sesto Immobiliare - proprietaria delle aree Falck – che consentirà di stipulare la convenzione urbanistica con la quale la proprietà cederà al Comune di Sesto San Giovanni l’area sulla quale sorgerà la Città della Salute e della Ricerca. L’area in questione, compresa nel perimetro delle aree Falck, sarà bonificata a spese della proprietà prima di essere ceduta al Comune e, da questo, alla Regione per la realizzazione della Città della Salute. “Quello che abbiamo raggiunto – ha dichiarato il Sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò – è un accordo molto importante, perché permette ad un lungo e complesso percorso di svilupparsi senza interruzione, con il Comune che assolve i suoi impegni nei tempi concordati. L’obiettivo finale di bonificare aree dismesse insediando funzioni di eccellenza in grado di portare sviluppo e lavoro in città è dunque più vicino. Si tratta ora – ha proseguito il Sindaco – di presidiare ogni passaggio per evitare ritardi ed inerzie, rendendo l’avvio dei lavori di bonifica un’occasione per portare in città le migliori intelligenze a presidio del rigore scientifico, della correttezza e della legalità di questo percorso. Si tratta inoltre di avviare un percorso culturale e di partecipazione sulle riqualificazioni urbane che possa accompagnare il lavoro dei prossimi anni”. L’accordo raggiunto prevede una serie di interventi correttivi sul Piano di Governo del Territorio, che verrà così reso coerente con l’arrivo della Città della Salute: 1) Le superfici commerciali previste (50mila mq di grande magazzino e 40mila mq di media distribuzione di vendita) verranno spostate, per una superficie totale di 75mila mq, all’interno dell’edificio ex industriale T5, nella zona nord est della città. Questo comporterà una maggiore distanza rispetto alla città costruita e una riqualificazione della struttura, così come un cambio della tipologia della superficie di vendita. 2) La metratura totale delle edificazioni previste, in particolar modo di quelle residenziali, verrà ridotta di 15mila mq, in modo da alleggerire gli insediamenti inizialmente localizzati anche nella zona vicina allo storico Villaggio Falck. 3) Sono stati confermati gli spazi per gli insediamenti produttivi, così come la salvaguardia e la trasformazione degli edifici storici tutelati (ad esclusione della Casa del Direttore). 4) E’ stato concordato un sistema di garanzie per il Comune rispetto alla esecuzione delle bonifiche. 5) E’ stata confermata la tutela delle aree previste a parco, definite intangibili nella loro estensione e nell’impianto unitario.
- “Se non verrà accolta la richiesta di inserire gli arredi nella detrazione Irpef del 50% il numero di imprese che chiuderà sarà di proporzioni tali da indurre le istituzioni a doversene occupare nei prossimi mesi in condizioni ancor più drammatiche e dolorose per tutti”, dichiara il presidente di FederlegnoArredo,Roberto Snaidero. A distanza di una settimana dalla conferenza stampa che ha visto risuonare il grido di allarme (in cinque anni persi oltre 51.000 posti di lavoro, più di 10.000 aziende e 14 miliardi di fatturato) la federazione confindustriale delle imprese del Legno Arredo rilancia con forza la proposta (“Assolutamente a costo zero per le casse dello Stato”, sottolinea Snaidero) che garantirebbe un incremento dei consumi nazionali di arredamento del 20% (pari a circa 1,2 miliardi di euro) con evidenti benefici a “cascata” su numerosi altri settori. Questa richiesta ha raccolto un largo consenso sviluppando alleanze, ben oltre la sola filiera Legno Arredo, per lanciare la proposta al Governo: industria FederlegnoArredo; artigianato Confartigianato Legno Arredo e CNA Produzione; sindacati FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL; commercio Federmobili; costruttori ANCE. “Senza questo intervento – continua Snaidero – ci troveremo nel mezzo di un’emergenza nazionale le cui drammatiche conseguenze segneranno il nostro Paese negli anni a venire. Il rischio è elevato, sono però certo che le nostre istituzioni sapranno comprendere che non c’è più tempo per le esitazioni ed i rinvii, ma è giunto il momento di agire”.
L'assessore regionale alla Sanità Mario Melazzini ha incontrato oggi i lavoratori dell'ospedale San Raffaele, che, in mattinata, hanno organizzato un presidio sotto Palazzo Lombardia. "Ho espresso ai lavoratori - ha dichiarato l'assessore Melazzini - la mia solidarietà, riconfermando l'impegno mio personale e di Regione Lombardia a trovare una soluzione positiva per salvaguardare i lavoratori stessi, l'ospedale e le sue eccellenze. Il San Raffaele è un patrimonio dell'intero Paese, non solo della Lombardia". Regione Lombardia, ha confermato l'assessore, svolgerà un ruolo attivo anche nella fase ministeriale della vertenza.
Parte il progetto di riqualificazione dell’area dove sorgeva la fabbrica automobilistica dell’Alfa Romeo. I comuni di Arese e Lainate, non senza contestazioni, hanno approvato l’accordo di programma e ora, sull’area (1.607.385 mq), EuroMilano società di sviluppo immobiliare, su mandato dei proprietari, Particom Uno, Aglar, Tea, provvederà al recupero ed alla valorizzazione del progetto. Sull’area sorgerà un grande centro commerciale, un centro di ricerca con incubatori d’impresa, una vasta area residenziale, nuove attività produttive. L’area sarà occupata per il 75% da spazi terziari e produttivi, per il 13 da servizi commerciali e per il 12% da residenze. Le attività previste sul nuovo insediamento occuperanno circa 2000 lavoratori e altri 3000 saranno impegnati nella realizzazione del nuovo polo. La pista collaudo dell’Alfa Romeo verrà trasformata in un mega spazio per eventi. Gli aspetti più significativi riguardano lo sviluppo del territorio, infatti, la realizzazione delle infrastrutture permetterà di riqualificare il tessuto produttivo dell’area. L’insediamento di centri di ricerca e incubatori d’impresa garantirà la possibilità di sviluppo anche dell’indotto. Sono previste anche misure specifiche, per un valore di
4,5 milioni, dirette alle imprese del territorio. Prevista la valorizzazione delle produzioni locali nelle aree commerciali, collaborazione con una decina di Pmi locali. I due comuni, affiancati dagli operatori, seguiranno gli effetti del nuovo insediamento dal punto di vista dello sviluppo economico del territorio. (Agenord)