Saranno 20.400 i contratti di lavoro attivati dalle imprese in provincia di Milano, nel primo trimestre 2013 a cui si contrappongono circa 15.300 uscite (dovute a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi), da cui deriva un saldo positivo superiore alle 5.000 unità. La maggior parte sono assunzioni di personale dipendente (11.000 unità, il 54% del totale), poi circa 3.000 contratti in somministrazione (i cosiddetti interinali), pari al 15% del totale, circa 3.500 contratti di collaborazione a progetto (il 17%) e altri 2.900 contratti relativi ad altre modalità di lavoro indipendente (il 14%). La componente penalizzata è però quella del lavoro dipendente, per la quale si prevedono, nell'arco del trimestre, 11.000 assunzioni e circa 12.800 uscite, vale a dire circa 1.800 posti di lavoro in meno. Emerge da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano, sui dati Excelsior - Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro relativi alle previsioni di assunzioni delle imprese di Milano e provincia per il primo trimestre 2013.
In un caso su tre cercasi lavoro qualificato.
Circa il 30% delle assunzioni programmate dalle imprese milanesi nel 1° trimestre 2013 (3.300 unità in termini assoluti) riguarderà profili "high skill", ossia dirigenti, specialisti e tecnici. Questa quota risulta superiore alla media regionale (28%) e supera nettamente quella nazionale (20%). Meno opportunità per giovani e donne. In questo trimestre, la quota di assunzioni rivolte ai giovani con meno di 30 anni si attesta attorno al 26% del totale, circa 10 punti in meno rispetto al trimestre precedente. Considerando però le assunzioni per cui l'età non è un requisito importante e ripartendole proporzionalmente fra le due classi di età (meno di 30 anni e più di 30 anni), le opportunità per i giovani sono in realtà più ampie di quelle indicate, e si stima che potranno raggiungere il 47% delle assunzioni totali (contro il 61% circa del trimestre precedente). Per quanto riguarda il genere, tenendo conto delle assunzioni per cui le imprese considerano uomini e donne ugualmente adatti a esercitare la professione e ripartendole in proporzione a quanto espressamente dichiarato, le "opportunità" per le donne in provincia di Milano risultano pari al 46% del totale, circa 14 punti in meno rispetto a tre mesi prima. Le professioni più richieste. Spiccano i commessi e altro personale qualificato nelle attività commerciali, con 2.110 assunzioni previste. Poi ingegneri e specialisti in discipline scientifiche (1080) e operai metalmeccanici ed elettromeccanici (730), due profili piuttosto difficili da reperire (problemi di reclutamento sono attesi per circa il 40% dei casi). Difficoltà analoghe anche nel reperimento di cuochi e camerieri (710). Per gli specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e bancari (640) si registrano ridotte difficoltà di reperimento pur in presenza di un peso significativo riguardante il requisito di una esperienza specifica.
Un premio internazionale per ricordare il cardinale Martini. Nel giorno esatto della sua nascita, avvenuta a Torino il 15 febbraio 1927, la Diocesi di Milano, istituisce il premio “Carlo Maria Martini. International award” per rendere omaggio alla memoria dell’Arcivescovo che la guidò dal 1980 al 2002. L’Arcivescovo Angelo Scola, spiega i motivi dell’istituzione del Premio: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Con questo versetto del Salmo 119 [118] personalmente scelto come epitaffio, è lo stesso Cardinale Carlo Maria Martini ad offrirci una chiave interpretativa della sua esistenza e del suo ministero. La luce della Parola di Dio, abbondantemente profusa dal Cardinale su tutti gli uomini e le donne - e non solo della terra ambrosiana - è Gesù stesso che accoglie chiunque decide di seguirLo. Siamo chiamati a custodire l’eredità di fede di colui che è stato Arcivescovo della nostra Chiesa: egli si struggeva per non perdere nessuno e nulla (cfr. Gv 6, 39). Egli, che viveva eucaristicamente nella fede della risurrezione, ha sempre cercato di abbracciare tutto l’uomo e tutti gli uomini. Lo ha potuto fare proprio perché era ben radicato nella certezza incrollabile che Gesù Cristo, con la Sua morte e risurrezione, è perennemente offerto alla libertà di ognuno. Per questo l’Arcidiocesi di Milano istituisce la prima edizione del Premio Martini: affinché la memoria del carissimo vescovo Carlo Maria non si riduca a ricordi parziali, ma sia sempre accolta e vissuta per tutto il suo valore: una straordinaria testimonianza di Cristo Risorto, Verbo eterno del Padre».
Due le sezioni del concorso: la figura di Martini e le Sacre Scritture in relazioni con i diversi saperi, preoccupazione che ha sempre guidato il pensiero del Cardinale.
Si può partecipare con opere edite o inedite in italiano o inglese (purché pubblicate dopo il 31 dicembre 2010) o con iniziative (purché avviate prima del 31 dicembre 2012) che illustrino la figura e il pensiero del cardinale Martini (prima sezione); oppure il rapporto tra la Bibbia e i vari ambiti della cultura: arte, letteratura, filosofia, scienza, economia, politica, religioni, spettacolo (seconda sezione). Il premio “Carlo Maria Martini. International Award” è aperto a cittadini italiani e stranieri (anche a gruppi di massimo 4 persone) che abbiano compiuto 18 anni alla scadenza del bando. Lo scritto o la presentazione dell’iniziativa dovranno essere presentati su supporto elettronico.
La scadenza del bando è stata fissata il 31 agosto 2013, primo anniversario della morte del Cardinale. Ai quattro migliori lavori prodotti, valutati da una commissione nominata dall’Arcivescovo di Milano, sarà attribuito un contributo in denaro di 5mila euro ciascuno.
Un’azione più incisiva sul controllo dei cantieri interessati da Expo 2015 grazie al Protocollo voluto dal Commissario Straordinario del Governo per Expo e Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e dai Sindaci di Rho, Pero e Baranzate.
Hanno firmato il Protocollo questa mattina a Palazzo Marino il Sindaco e Commissario Straordinario per il Governo di Expo 2015, Giuliano Pisapia, e i Sindaci di Rho Pietro Romano, Baranzate Giuseppe Corbari, Pero Luciano Maneggia . Erano presenti l’Amministratore Delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, l’Assessore alla Sicurezza e Coesione sociale e Polizia locale, Marco Granelli e il Comandante della Polizia locale di Milano, Tullio Mastrangelo.
Da oggi le Polizie locali dei quattro Comuni agiranno in modo congiunto e senza vincoli territoriali per integrare la complessa e articolata attività di vigilanza e controllo nelle aree del sito espositivo in raccordo con la società Expo 2015 Spa e le altre istituzioni competenti: la Prefettura, la Asl, la Regione e le altre Forze dell’Ordine.
Il Protocollo è un contributo fattivo per la realizzazione, in tempi accelerati, di un grande evento globale quale l’Esposizione universale milanese, nel rispetto della legalità e nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Un impegno rafforzato delle istituzioni locali per garantire la continua vigilanza sul corretto svolgimento delle attività sui cantieri Expo in ambito ambientale e del lavoro che si inserisce nel percorso di collaborazione istituzionale già tracciato con i vari Protocolli di legalità firmati dalla Prefettura, dalla Società Expo, dal Comune di Milano e dalle parti sociali per garantire la trasparenza e la libera concorrenza nella realizzazione delle opere e degli interventi connessi allo svolgimento di Expo Milano.
La Polizia locale nell’ambito della sua attività di controllo del territorio ha già attivato una Task Force dedicata al controllo delle aree di cantiere di Expo 2015. Ne fanno parte 100 agenti, dei quali 30 specializzati nel contrasto ai reati ambientali e in materia di lavoro. La task force ha lo scopo di monitorare le aree di cantiere per prevenire il pericolo di infiltrazioni mafiose, ed è guidata dal comandante della Polizia locale Tullio Mastrangelo.
Le attività investigative e di monitoraggio avevano già preso il via lo scorso giugno nel cantiere aperto a Cascina Merlata, successivamente in via Triboniano per i lavori di realizzazione del collegamento stradale e nel Cantiere aperto in via Belgioioso. Dalla scorsa settimana, i controlli diurni e notturni anche sabato e domenica, sono effettuati dalla nuova Unità Expo. D’ora in avanti sarà possibile operare in coordinamento con le Polizie municipali di Rho, Pero e Baranzate per estendere il controllo sui cantieri che si trovano in questi comuni.
“Nel 2012 la Polizia locale ha effettuato 271 sopralluoghi nei cantieri di Milano, sono state 191 le persone indagate delle quali 24 sono datori di lavoro per impiego di persone in nero. Sono stati posti sotto sequestro 3 cantieri per inosservanza delle norme di sicurezza e abbiamo fatto 34 interventi congiunti con Asl e la Direzione territoriale del lavoro Inps. – Dichiara Tullio Mastrangelo, Comandante della Polizia locale di Milano. – “In materia di ambiente nell’ultimo anno il nostro Nucleo ambiente ha effettuato oltre 2.000 interventi per la prevenzione e repressione dei reati ambientali - conclude Mastrangelo - e sono state inoltrate 117 comunicazioni di reato all’Autorità giudiziaria e sono state segnalate 67 persone”.
Per rendere effettiva ed efficace la collaborazione verrà a breve istituito un Tavolo operativo permanente al quale siederanno le Polizie locali, le Amministrazioni, Expo 2015 Spa e di volta in volta tutte le Istituzioni e gli Enti interessati a partire dal Commissario Straordinario.
Il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Enrico Cucchiani, il chief
economist Gregorio De Felice e il responsabile della Ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa
hanno presentato oggi la quinta edizione del Rapporto annuale che il Servizio Studi e Ricerche della
Banca dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali. Il Rapporto analizza i
bilanci aziendali degli ultimi quattro anni di oltre 13.000 imprese appartenenti a 144 distretti
industriali e di quasi 36.000 imprese non-distrettuali specializzate nei settori produttivi rilevanti per gli
stessi distretti. Il Rapporto presenta le stime sui risultati di bilancio delle imprese nel 2012 e le
previsioni per il biennio 2013-14. L’analisi si sofferma, infine, sui fattori che potrebbero portare a uno
strutturale ritorno a una migliore performance per le imprese dei distretti e sulle criticità da
superare. Risultati 2011-2012. In un contesto molto difficile per l’economia italiana, il fatturato dei distretti ha registrato un aumento del 3% nel biennio 2011-2012, contro l’1% delle aree non distrettuali. Su questo miglior andamento ha inciso la più pronunciata propensione a esportare delle imprese distrettuali, che le ha premiate in un periodo di crescita della domanda mondiale e di debolezza della domanda interna. Nel biennio appena trascorso, infatti, il Pil mondiale è cresciuto del 5,2%, mentre in Italia i consumi delle famiglie e gli investimenti hanno accusato un calo rispettivamente pari al -4% e al -10,2%. Sono rimaste elevate le differenze tra singoli distretti. Tra quelli in crescita e con buone condizioni reddituali sono stati selezionati gli 11 distretti migliori: un distretto specializzato in beni intermedi (la gomma del Sebino Bergamasco), cinque aree di specializzazione nel sistema moda (l’occhialeria di Belluno, la pelletteria e le calzature di Firenze, la concia e le calzature di Santa Croce sull’Arno, il tessile di Biella, l’abbigliamento del napoletano), tre distretti agro-alimentari (i vini di Langhe, Roero e Monferrato, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i salumi di Parma), un polo del sistema casa (il marmo di Carrara) e uno della meccanica (le macchine per l’imballaggio di Bologna). Previsioni per il biennio 2013-14. Il 2013 dovrebbe caratterizzarsi per una modesta ripresa del fatturato (+1,1% a prezzi correnti). Determinanti nel condizionare il risultato, le attese di perdurante debolezza del mercato interno, soprattutto per i settori produttori di beni di consumo, quali alcuni settori a forte specializzazione distrettuale (mobili, sistema moda e alimentare). La ripresa dell’attività produttiva è pertanto rinviata al 2014, quando il fatturato delle imprese distrettuali dovrebbe mostrare un aumento del 4,0%. Migliori prospettive di crescita interesseranno la filiera metalmeccanica che trarrà beneficio da una lenta ripresa del ciclo degli investimenti destinati al
potenziamento qualitativo e di efficienza del tessuto produttivo italiano e, soprattutto, dall’elevata
competitività di molti prodotti italiani sui mercati internazionali. I punti di forza. Il Rapporto si sofferma sui fattori che potrebbero contribuire al mantenimento strutturale di migliori risultati nei distretti rispetto alle imprese non distrettuali. Le imprese distrettuali presentano una più elevata propensione sia a esportare sia a investire all’estero. Il 41% circa delle imprese distrettuali esporta; nelle aree non distrettuali questa quota è di molto inferiore e si colloca al 30%. Inoltre, il numero delle partecipate estere ogni 100 imprese è pari a 34 nei distretti, mentre nelle aree non distrettuali si ferma a 25. In particolare, tra le imprese distrettuali vi sono più investitori (8,9% delle imprese contro 7,1% per le aree non distrettuali) e ogni investitore ha una presenza più capillare. Anche in termini di propensione a brevettare esiste un differenziale importante a favore delle imprese distrettuali. Il numero di domande di brevetto ogni 100 imprese è, infatti, pari a 45 nei distretti e a 32 nelle aree non-distrettuali (domande presentate allo European Patent Office negli ultimi quattro anni). Questo differenziale non si spiega tanto con il maggior numero di imprese brevettatrici nei distretti, quanto, invece, con il maggior numero medio di brevetti per impresa, favorito dal ruolo trainante di
alcune imprese leader altamente vocate all’innovazione tecnologica (7,1 brevetti pro-capite contro 4,8).
Accanto a queste imprese convive un ricco tessuto di soggetti coinvolti nei processi di innovazione.
Si osserva infine una maggiore propensione a registrare marchi a livello internazionale tra le imprese dei
distretti, in conseguenza, molto verosimilmente, della più elevata presenza sui mercati esteri rispetto alle
imprese non distrettuali. Nei distretti, infatti, il numero di marchi ogni 100 imprese è pari a 40 circa,
mentre nei non distretti non supera i 21. Questo risultato si spiega sia con una più alta percentuale di
imprese che detiene marchi (11,5 imprese ogni 100 ha registrato almeno un marchio a livello 3 internazionale, contro il 7,4% nel caso delle imprese non distrettuali), sia con un maggior numero medio
di marchi per impresa che detiene marchi (3,4 contro 2,8). I marchi detenuti offrono inoltre protezione
per un maggior numero di paesi. Nei distretti pertanto la prossimità territoriale sembrerebbe aver favorito, grazie ai processi imitativi, una maggiore diffusione di strategie imprenditoriali vincenti. Le criticità. Le relazioni lungo la filiera tra le imprese dei distretti presentano alcune importanti criticità. Il modello
italiano di catena del valore è infatti da tempo messo in discussione dagli effetti della globalizzazione,
poiché le imprese committenti sono state spesso tentate di ricorrere a subfornitori localizzati in paesi a
basso costo del lavoro. Inoltre, nel caso in cui i committenti abbiano iniziato a produrre direttamente
all’estero, i subfornitori hanno trovato difficoltà a seguirli. Alcune imprese ne hanno sofferto più di altre:
la distanza tra le piccole imprese migliori e quelle peggiori è diventata significativa (circa 21 punti
percentuali per l’Ebitda margin: +18,2% vs. -2,7%). Nel Rapporto, attraverso un’indagine sul campo effettuata in alcuni distretti dell’Emilia Romagna, si è cercato di capire se e quanto alcune competenze dell’impresa subfornitrice rendano strategico per il committente il mantenimento della relazione di fornitura a livello locale. L’analisi si è concentrata sulla dicotomia tra competenze più semplici (la semplice fornitura di capacità produttiva, i bassi costi, …), che fanno correre un maggior rischio di disimpegno del committente, rispetto a quelle che offrono al subfornitore un effettivo “potere di mercato” (capacità innovativa autonoma, integrazione propositiva in un sistema di produzione orientato alla qualità, time-to-market…) e una più alta probabilità di mantenere un legame di lungo periodo. I dati mostrano che i fornitori più innovativi e qualificati hanno performance nettamente migliori, e che i committenti anche in futuro intendono avvalersi di loro: i minori costi dei subfornitori esteri possono essere più che controbilanciati. “Produrre in Italia si può”, ma occorrono investimenti in conoscenza e un’offerta di qualità che siano il più possibile diffusi. In quest’ottica anche per le imprese di subfornitura è necessario superare la debolezza finanziaria che caratterizza la media delle Pmi italiane, sia attraverso un maggiore equilibrio tra mezzi propri e indebitamento, sia tramite una riduzione dei tempi di pagamento per alleggerire il peso dei crediti
commerciali.
Dopo sette mesi di intense trattative, nella tarda serata di lunedì 18 febbraio è stata siglata a Roma l'ipotesi di accordo fra Filctem‐Cgil, Flaei‐Cisl, Uiltec‐Uil, Assoelettrica‐Confindustria, Enel, Federutility‐Confservizi, Gse, Sogin e Terna per il rinnovo del contratto unico nazionale del settore elettrico riferito al triennio 1 gennaio 2013 – 31 dicembre 2015 (circa 60.000 i lavoratori interessati, impiegati in più di 130 imprese italiane e straniere, pubbliche e private), scaduto il 31 dicembre 2012.
L'intesa sottoscritta prevede un aumento medio complessivo di 160 euro in quattro “tranche”: dal 1 aprile 2013, 25 euro; dal 1 gennaio 2014, 45 euro; dal 1 gennaio 2015, 45 euro; dal 1 dicembre 2015, 45 euro. Il “montante” salariale 2013‐ 2015 è di 3490 euro, di cui 535 euro – scaglionati in tre anni – a titolo di elemento economico aggiuntivo all'aumento dei minimi.
Completa il quadro degli aumenti economici, sempre durante il triennio, l'erogazione di una ulteriore somma aggiuntiva di 800 euro a titolo di contrattazione aziendale per rafforzare i premi di risultato. «Un risultato economico di tutto rispetto – fanno rilevare soddisfatti i sindacati –che rappresenta una concreta risposta in difesa del reddito dei lavoratori del settore, così duramente colpito dalla crisi in atto».
Un risultato importante, secondo i segretari generali di Filctem, Flaei, Uiltec, Emilio Miceli, Carlo De Masi, Paolo Pirani, raggiunto grazie alla determinazione delle organizzazioni sindacali per un settore che registra particolarmente nel termoelettrico, gli effetti della pesantissima crisi della domanda e del drastico calo dei consumi che investe il Paese. Adesso i rappresentanti voglio chiedere al nuovo Governo di aprire una sede di confronto sulle politiche energetiche di sostegno all'industria nella quale si possa sviluppare un dialogo costante e permanente con tutti i soggetti istituzionali, imprenditoriali e sociali per affrontare i problemi.
LE MIGLIORIE - L'ipotesi di accordo siglata migliora diverse parti normative, a cominciare dal conglobamento dell'indennità di contingenza sui minimi che comporterà un accorciamento della scala parametrale, nonché l'impegno a proseguire il confronto per definire il nuovo sistema classificatorio. Inoltre si stabilizzano maggiormente i rapporti di lavoro, utilizzando l'apprendistato professionalizzante come elemento principale di accesso al lavoro, abbassandone a 36 mesi i limiti di durata, potenziando la formazione continua e confermando la percentuale (70%) del mantenimento in servizio dei lavoratori. Sempre riguardo l'occupazione, una commissione di settore individuerà gli strumenti da attivare per favorire il reimpiego e la tutela del salario. Sulle relazioni industriali viene specificato che all'interno dell' Osservatorio di settore congiunto e paritetico, verrà istituita una sede di studio sulle forme di partecipazione dei lavoratori e sul modello di “governance” nelle imprese elettriche.
Sugli assetti contrattuali vengono integralmente recepiti gli accordi interconfederali Confindustria e Cgil, Cisl, Uil del 28 giugno 2011 e Confservizi del 21 dicembre 2011, oltre a fornire un ulteriore impulso alla contrattazione di 2° livello, rafforzando il ruolo delle Rsu e dei sindacati territoriali, per rendere maggiormente esigibile sui luoghi di lavoro l'intero impianto normativo.
Infine vengono resi immediatamente operativi due Organismi bilaterali: il primo per la formazione (Obf), punto di riferimento per intercettare, facilitare e orientare i bisogni formativi; il secondo, su salute, sicurezza e ambiente (Obssa) per meglio promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: sia sulla formazione che sulla sicurezza si definirà il libretto individuale formativo per i lavoratori. Infine, è stato definito l'accordo per la regolamentazione del diritto di sciopero che, secondo il comunicato sindacale, «consentirà ai lavoratori elettrici di scioperare e nel contempo di garantire il servizio, essenziale per i cittadini».
L'ipotesi di accordo stipulata – fanno sapere Filctem, Flaei e Uiltec – sarà sottoposta unitariamente al giudizio delle assemblee dei lavoratori.
“Umanamente e da cristiano mi dispiace molto per la decisione del papa. Anch’io ero tra le centinaia di migliaia di credenti che, con intensa emozione, hanno partecipato alla Messa che aveva celebrato al campo volo di Bresso in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie, tenutosi a Milano l’anno scorso. In questi anni ho avuto modo di apprezzare il suo impegno per il bene comune, per un mondo più giusto e in pace. La sua è una scelta che lascia increduli, ma di grande generosità: è una dimostrazione di forza e non di debolezza. Benedetto XVI ha messo davanti a tutto e tutti il suo amore per il Signore, la Chiesa, i fedeli”.
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Domani l'Osservatorio Comune-Cgil-Cisl-Uil incontrerà i rappresentati di categoria dei lavoratori dell' editoria per fare il punto sulla situazione del settore (ultime le notizie sul piano di di ristrutturazione del gruppo Rizzoli) che nel milanese ha la sua massima concentrazione di aziende e attività. Particolare attenzione sarà riservata alla situazione critica dell'emittenza radio televisiva.
A Milano e provincia ci sono solo strutture commerciali, oltre al brand centre di Pero. Però la Mercedes, la celebre casa automobilistica tedesca, è in difficoltà e annuncia procedure di mobilità. Ne riferisce la Fisascat Cisl Milano, il sindacato degli addetti ai servizi commerciali, che si prepara all'incontro con l'azienda per la settimana prossima.
Delle 6 sedi attive in provincia non verrà chiusa nessuna. Ma su 363 dipendenti, 93 sono stati dichiarati in esubero. Si tratta in maggioranza di profili legati alle vendite, ma sono interessate dai tagli anche altre mansioni. Alla base della decisione, sembra ci siano le conseguenze del preoccupante andamento delle vendite. Alla Fisascat fanno notare come non si tratti soltanto di un trend che interessa gli acquirenti privati. Mercedes è infatti anche presente sul mercato dei veicoli commerciali, un segmento che nel 2012 su base annua nazionale ha visto una flessione delle vendite di oltre il 31%.
_ Fondazione Cariplo e Banca Prossima, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata esclusivamente al mondo nonprofit laico e religioso, hanno siglato una partnership a sostegno di progetti di housing sociale rivolti in particolare alla regione Lombardia e alla provincia di Novara e Verbano Cusio-Ossola. L’obiettivo dell’accordo è quello di sviluppare forme di finanziamento complementari: fondo perduto, credito bancario, donazioni e per la prima volta anche il prestito da privati. I beneficiari saranno organizzazioni nonprofit, che potranno così contare su ulteriori strumenti finanziari per sostenere progetti ad alto impatto sociale, come l’housing temporaneo. Grazie a ciò potrà aumentare l’offerta di alloggi destinati a servizi di ospitalità in grado di accompagnare e sostenere le fasce più deboli della popolazione e realizzare sistemi territoriali di abitare sociale. Il budget stanziato dalla Fondazione Cariplo ammonta complessivamente a 3 milioni di euro l’anno. L’iniziativa di housing sociale si rivolge a: persone e nuclei che necessitano di un’abitazione come parte di un percorso di accompagnamento volto alla (ri)acquisizione o al mantenimento della propria autonomia dopo percorsi di accoglienza o assistenza protetti (es. persone con disabilità, vittime di tratta o violenza, rifugiati, nuclei mamma-bambino, neomaggiorenni..), o come occasione di uscita da condizioni di marginalità sociale ed economica (detenuti in misure alternative o ex detenuti, persone/nuclei sfrattati o che vivono in situazioni di grave precarietà abitativa, persone con esigenze abitative a basso costo, di natura temporanea, anche di brevissima durata (es. parenti di degenti ospedalieri, lavoratori temporanei, stagisti, separati, ecc…). Le risposte a tali sollecitazioni sono attualmente insufficienti in molti dei territori della Lombardia; si registrano inoltre difficoltà da parte degli enti che operano in tale ambito nel disporre stabilmente di alloggi, nel reperirli a condizioni agevolate e nel trovare risorse per gli eventuali adeguamenti; allo stesso tempo, esistono opportunità di valorizzazione a scopi sociali di patrimonio immobiliare inutilizzato o sottoutilizzato. Gli strumenti che Fondazione Cariplo e Banca Prossima mettono a disposizione, per la prima volta in sinergia, sono due: il bando senza scadenza “Diffondere e potenziare l’abitare sociale temporaneo” di Fondazione Cariplo e la Piattaforma Terzo Valore di Banca Prossima. Nel dettaglio, le Onp della regione Lombardia e della provincia di Novara e Verbano Cusio-Ossola presentano una pre-proposta sul bando senza scadenza di Fondazione Cariplo. Sarà poi la Fondazione a valutare di volta in volta che le proposte presentate siano coerenti con le
linee guida del bando. Per la parte non coperta dall’erogazione di Fondazione Cariplo gli aggiudicatari del bando possono accedere al credito bancario a condizioni commerciali, ma anche alla piattaforma Terzo Valore. Le Onp possono così ottenere dai privati prestiti a un tasso di interesse nettamente più basso, che sono esse stesse a definire. Prendiamo l’esempio di un progetto che richiede un prestito di 200.000 € e che viene pubblicato su Terzo Valore. Quando i prestiti offerti dai cittadini raggiungono la metà di tale fabbisogno (100.000 €) la Fondazione Cariplo concede un “premio” di ulteriori 34.000 €. L’entità del prestito di Banca Prossima scende proporzionalmente a 66.000 €. Per l’Onp e il suo progetto la situazione è radicalmente cambiata: è aumentato l’importo dell’erogazione di Fondazione Cariplo; si è resa disponibile un’importante quota di prestito a condizioni agevolate; si è ridotto l’ammontare del più oneroso prestito bancario.
Per accedere al finanziamento da parte dei cittadini i progetti valutati da Fondazione Cariplo e Banca Prossima verranno inseriti sul portale www.terzovalore.com per 15 giorni nella sezione “progetti in anteprima” e poi per 30 giorni nella sezione “progetti aperti”. Sul portale i cittadini possono anche effettuare la tradizionale donazione, in modo semplice e senza costi aggiuntivi. Attraverso la piattaforma, in modo semplice e senza costi, i cittadini possono prestare fino al 67% dell’importo. La Banca è disponibile a ridurre la propria quota di intervento fino al 33%. Se nell’arco della durata dell’ammortamento si verifica un ritardo nella restituzione, Banca Prossima restituisce subito ai cittadini il capitale residuo. Per la prima volta si applica una garanzia bancaria ad un modello di crowdfunding. Attraverso Terzo Valore sono stati già finanziati 23 progetti in ambito educativo, religioso, socio-assistenziale e culturale, per un totale di 4.210.000 euro, con un risparmio di varie centinaia migliaia di euro sugli interessi.
Domani sciopero e manifestazione a Milano in via Carducci, davanti alla sede dell'Enel, a partire dalle 9. Il settore elettrico, tradizionalmente poco esposto alle congiunture della crisi, sta vivendo in questi ultimi mesi situazioni problematiche che portano a profondi riassetti organizzativi: superamento di sedi, eccedenze di organico e altri interventi strutturali di sistema. Per il 2013 l'Enel ha annunciato l'avvio di importanti processi di ristrutturazione che, tra l'altro, configurano possibili chiusure di impianti. In questo nuovo scenario il sindacato è determinato affinché si impediscano pericolose contrazioni del perimetro d'impresa e conseguenti pesanti ricadute sociali. La ricerca d'intese funzionali all'interesse delle parti in causa e necessarie all'interesse generale, per ciò che l'impresa elettrica rappresenta per il nostro Paese, si possono garantire solo attraverso il mantenimento di un alto livello delle relazioni sociali. Purtroppo in Lombardia la musica è diversa, l'azienda ha messo in atto comportamenti che tendono a non rispettare gli accordi fatti, anche attraverso la volontà di non rinnovare gli accordi economici di questa regione ormai scaduti da oltre 2 anni. Da mesi i sindacati di categoria di Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uilcem Uil, cercano di evitare che il rapporto tra le parti degeneri e chiedono che non si attuino scelte unilaterali ma, soprattutto, che vengano rispettate le intese sottoscritte. Il perdurare di questa situazione rischia di consegnare le consolidate relazioni ai soli rapporti di forza anziché alla ricerca di possibili soluzioni nell'interesse reciproco.
Durante lo sciopero saranno comunque garantiti i servizi minimi essenziali e la continuità del servizio. Non si dovrebbero prevedere, pertanto, mancanze di elettricità. E' invece sospesa ogni forma di lavoro non correlato a guasto o emergenze. Consci che un certo disagio, ancorché contenuto, potrà essere arrecato all'utenza, teniamo a sottolineare che esso rappresenta l'inevitabile riflesso dell'iniziativa di lavoratori che si contrappongono ad azioni unilaterali dell'azienda.
_ Costruzioni: a Milano 45.830 imprese a fine 2012, -0,4% in un anno, il 14,3% di tutte le imprese milanesi (circa una su sette). Molti i giovani, 5.638 imprese, il 12,3%, rispetto a una presenza nelle imprese dei giovani pari a 8,1%. Un settore soprattutto maschile, sono solo 3.463 le imprese femminili, il 7,6%. Forte la presenza delle imprese straniere a Milano e provincia, più di una su cinque (10.112, 22,1%), molto più che nella media italiana (14,2%). Per chi ha aperto un’impresa nel settore nel 2009 un tasso di sopravvivenza ad oggi del 69,8%. Gli addetti del settore, circa 118mila nell’area milanese sono in forte calo nell’ultimo anno, -8,1%, è il settore che soffre di più per la perdita di posti di lavoro. In particolare i posti dipendenti si sono ridotti del 10% in un anno, gli indipendenti del -1,7%.Oltre cento le unità locali aperte dal settore all’estero. Da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al 2012.
Come amministratori di Aler "tra un mese e mezzo non ci saremo piu', o almeno io di certo non ci saro' piu', perche: non ho nessuna intenzione di svolgere ancora questo ruolo". Lo ha detto il presidente di Aler Loris Zaffra intervenendo in commissione Casa a palazzo Marino.
Zaffra ha escluso una sua ricandidatura per l'incarico in Aler confermando che "cercheremo di fare il nostro dovere fino in fondo perche' nel nostro Paese ci sono fin troppi Schettino" e presentando "le mie scuse al consiglio comunale se la nostra assenza per precedenti audizioni e' stata letta come una mancanza di rispetto: non era nelle nostre intenzioni". Scuse accolte dal capogruppo del Pd Carmela Rozza, secondo la quale "oggi si e' ristabilito il giusto equilibrio e il rispetto reciproco".
Anche la Cisl Lombardia sollecita una rapida inversione di rotta sul fronte della nuova normativa sui licenziamenti o dimissioni di colf e badanti. La riforma del lavoro Fornero ha introdotto a partire dal 1° gennaio 2013 l'obbligo per i datori di lavoro di colf e badanti di versare un contributo in caso di licenziamento o di fine rapporto per finanziare la nuova indennità di disoccupazione (Aspi), che anche questi lavoratori in futuro potranno prendere. “Da un lato la Cisl pensa che sia giusto che tutti i lavoratori, e quindi anche la colf o la badante, possano, in caso di licenziamento, avere una indennità di disoccupazione – spiega Roberto Benaglia, segretario regionale Cisl Lombardia -. Tuttavia è profondamente ingiusto considerare le famiglie come se fossero delle imprese”. Il contributo richiesto, infatti, può arrivare ad un massimo di 1.418 euro per un rapporto di lavoro durato 3 o più anni (473 euro se il contratto è durato 1 anno). “E' la stessa cifra che pagherebbe ogni azienda per i propri dipendenti - aggiunge Benaglia -. Inoltre il contributo è lo stesso indipendentemente dall'orario di lavoro effettuato dalla colf o dalla badante. In modo ingiustificato chi ha un dipendente con un rapporto di lavoro a 8 ore settimanali dovrà pagare la stessa cifra di chi ha un dipendente a 40 ore settimanali”. Infine, la Cisl sottolinea che per ottenere l'Aspi il lavoratore o la lavoratrice devono avere 2 anni di contribuzione con le nuove regole. Pertanto mentre le famiglie sarebbero costrette a pagare da subito, le colf o le badanti potranno prendere tale indennità solo a partire dal 2015. Insieme a Cgil e Uil, la Cisl ha chiesto un incontro urgente al ministro per modificare la normativa e definirne una maggiormente equa. In particolare, la Cisl chiede che da subito vengano sospesi gli obblighi da parte dell'Inps e dell'Agenzia delle Entrate per i pagamenti.
La legge c’è già, occorre darne attuazione. Si tratta della Legge di stabilità del dicembre scorso, che tra i tanti punti prevedeva anche l’estensione del periodo di lavoro per i dipendenti impiegati nei lavori socialmente utili. Ora sindacati e organi giudiziari stimolano all’attuazione il governo con un accordo. L’intesa è stata stipulata tra le organizzazioni sindacali (per la Cisl Danilo Galvagni, segretario generale e Renato Zambelli, segretario) e la controparte, gli uffici giudiziari milanesi (presidente della Corte di Appello Giovanni Canzio e presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro).
Nell’accordo si legge che “i sindacati avanzano al Governo una comune richiesta di una attuazione tempestiva della legge del dicembre scorso che prevedeva un finanziamento di 7,5 milioni di euro partendo dalla positiva esperienza di quanti presso gli uffici giudiziari milanesi hanno svolto lavori socialmente utili dal 2010 al 2012”.
A questi dovranno essere permesse proroghe del programma, con particolare riferimento a chi ha iniziato l’anno scorso e potrà continuare a farlo fino al 31 dicembre del 2013.
Dicasi lo stesso per i lavoratori che hanno concluso il percorso annuale negli anni precedenti.
I sindacati hanno precisato che “il ricorso ai lavoratori socialmente utili sia indirizzato a un ventaglio di attività” per l’attuazione dell’agenda digitale.
Sono complessivamente oltre 34.000 le imprese lombarde che spaziano nei diversi comparti creativi, dal design puro a quello applicato ai vari settori manifatturieri. Milano si conferma regina della moda, Monza e Brianza del legno arredo. 10.856: tante sono le imprese legate alla creatività nella provincia di Milano nel 2012. Il dato costituisce il 31,5% di quelle attive in Lombardia (34.431). A Milano, imprese di design vuol dire moda (2.611), design specializzato (1.573, con una crescita del 2,7% rispetto allo scorso anno) e gioielleria (771, con una flessione di -0,4%% rispetto al 2010). A Monza e Brianza ci sono più di 1500 imprese attive nel legno-arredo, anche se crescono di più le imprese di design specializzato (+4,7% in un anno). Anche Brescia è terra di design con 4.237 imprese seguita da Bergamo e Varese. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano e dalla Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese diffusa in occasione della presentazione del prossimo Salone del Mobile.
Il 61,9% dei visitatori italiani e stranieri, secondo un’analisi su 25 mila tweet digitati nei giorni della scorsa fiera, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza attraverso Voices from the Blogs, pensa che il Salone abbia un impatto positivo, dando lustro alla città e come momento centrale di attrattività. L’11,8% è rimasto a bocca aperta di fronte alla bellezza dei prodotti esposti, mentre il 27,8% ha mostrato apprezzamento per le novità tecnologiche. Se il 3,9% sottolinea che il salone è stata l’occasione per fare affari, sono molti di più quelli che hanno gradito soprattutto le feste e gli aperitivi (17,3%). I prodotti di design sono innovativi (58,6%) ed ecosostenibili (4,6%). Puntano a realizzare una casa sempre più a misura d’uomo: perché “il design deve rispondere a bisogni umani” e soddisfare esigenze reali (13,2%), ma senza dimenticare la bellezza estetica dell’oggetto in sé (12,6%).
Un mobilificio su venti di tutta Europa.
Con oltre 6 mila imprese nel settore della fabbricazione di mobili, 1 su 6 a Milano, la Lombardia è la prima regione in Europa. Una importanza che va oltre il livello regionale: considerando anche i singoli stati, la Lombardia risulterebbe superata solo da 6 nazioni, risultando al settimo posto in assoluto, con il 5% del numero complessivo di imprese attive nel settore nell’intera Europa. Il peso dell’Italia sale a ben il 22% (1 impresa ogni 5: oltre 26 mila), seguita dalla Spagna (con 17 mila imprese) e dalla Francia (ferma a quasi 16 mila). Al quarto posto la Polonia. Seguono Regno Unito e Portogallo. A Milano sono 1.032 le imprese del settore. Ma oltre ad essere tante, sono anche innovative: la Lombardia è al terzo posto tra le regioni europee per numero assoluto di brevetti EPO nel settore dei mobili, preceduta solo dai due Land tedeschi NordRhein Westfalen e Baden-Württemberg, mentre è al quarto posto se pesiamo il numero di brevetti europei per il totale della forza lavoro, preceduta solo dal Land austriaco del Vorarlberg, dal Veneto e dalle Marche. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Eurostat 2010 su oltre 200 regioni europee.
Regione Lombardia e Ministero della Salute hanno sottoscritto un'intesa con la quale vengono resi disponibili 358 milioni di euro (312 dello Stato e 46 di Regione Lombardia e Aziende sanitarie) per realizzare 37 interventi di edilizia sanitaria in tutte le province. Si tratta del VI Atto integrativo all'Accordo quadro sull'edilizia sanitaria firmato da Regione e Governo nel 1999. "Con la firma di questa intesa, resa possibile grazie all'intenso lavoro dei nostri uffici regionali negli ultimi mesi - commenta l'assessore regionale alla Sanità - possiamo proseguire nell'opera di ammodernamento dei nostri ospedali, per offrire ai cittadini non solo strutture tecnologicamente avanzate ma anche accoglienti. Realizzare nuovi presidi e migliorare quelli esistenti significa infatti accogliere le persone che hanno bisogno di assistenza in ambienti non solo più efficienti, basati sulla vera centralità del paziente, ma anche più confortevoli e belli". Con questa intesa, particolare attenzione viene riservata all'area materno-infantile (40 milioni per il nuovo ospedale dei bambini presso il Buzzi di Milano e 6,4 per la Macedonio Melloni). Vengono inoltre finanziati alcuni grandi progetti, tra cui quelli che riguardano gli Spedali Civili di Brescia (46,9 milioni), il Poma di Mantova (14,7 milioni), la rete del Garbagnatese (47 milioni), il Sacco di Milano (14 milioni), il San Matteo di Pavia (35 milioni) e l'Azienda Ospedaliera di Varese (17,5 milioni). A questi vanno aggiunti altri importanti interventi di messa a norma di tutte le strutture. Tra quelli più importanti: 20 milioni per il San Carlo di Milano, 10 milioni per il San Paolo di Milano, 12 milioni per l'Azienda ospedaliera della Valtellina, 8 milioni per Desenzano, 6,7 milioni per Tradate, 6 milioni per Busto Arsizio, 6 milioni per Legnano, 6 milioni per Crema, 4 milioni per Treviglio, 5 milioni per Chiari, 3,3 per Cinisello, 4 milioni per Voghera. Infine, una quota di finanziamento importante è stata riservata anche a opere di ammodernamento dei reparti (7,5 milioni per Gallarate, 6 milioni per il Fatebenefratelli di Milano, 2,7 milioni per Sesto San Giovanni, 1,6 milioni per il Gaetano Pini di Milano, 1,5 milioni per Lodi).
Vorrei un luna park per Milano. Ci stiamo pensando" e sara' "non necessariamente in centro" purche' "attraente e attrattivo". Questo il progetto annunciato dal sindaco Giuliano Pisapia alla presentazione dei Saloni del mobile.
A sollecitare l'annuncio, la vista sulla citta' dalla Unicredit Tower, dove si e' svolta la presentazione: "Vedo una citta' che splende e si apre al mondo" ma "c'e' anche la nostalgia per le Varesine". Per il sindaco "si puo' guardare al futuro senza perdere il passato", anche quello dello spazio un tempo occupato dai giostrai: "Io sento profondamente il bisogno di un grande parco giochi per bambini a Milano - ha detto - come in tutte le citta europee. E' vero che c'e' l'Idroscalo, ma non e' Milano e in ogni caso, con tutti I lati positivi che ha soprattutto d'estate, non e' un bellissimo luna park". Cosi' "vedendo questi bellissimi pallazzi" nell'area di Garibaldi "ho pensato che pero' ci manca un luogo di divertimento e di gioia, non solo per i bambini ma anche per chi li accompagna". La posizione in citta' ancora da definire ma "non necessariamente bisogna farlo in centro, l'importante e' che sia attraente e attrattivo". Milano e' una "citta' che cambia bene" ha detto Pisapia davanti ai grattacieli di Garibaldi Repubblica "perche' riesce a unire un moderno bello e sostenibile, con grandi comodita' e spazi aperti per la citta', senza pero' cancellare il passato di Milano con le sue belle piazze e i suoi ricordi. Riuscire a mettere insieme il nuovo e il passato credo che sia un messaggio che riguarda la moda, il design, le costruzioni, ma soprattutto la storia di Milano e il futuro dei giovani".
Inizia l' "anno del serpente" per la chinatown ambrosiana; la comunità cinese si prepara a festeggiare il Capodanno previsto per domenica 10, con sfilate e banchetti fatti di dolci di riso e ravioli in zuppa, scambio di pacchetti rossi con soldi o monete di cioccolata. La comunità cinese a Milano città conta, considerando solo i residenti, quasi 19 mila persone e 2 mila e ottocento imprese individuali. Il dato sale se si tiene conto dell’intera provincia di Milano dove i cinesi residenti sono quasi 25 mila e oltre 4 mila le ditte con titolare nato in Cina. Una comunità attiva e a vocazione imprenditoriale, più dei residenti di nazionalità italiana: circa un cinese su 6 a Milano e provincia è imprenditore mentre per i nati in Italia il tasso di imprenditorialità è di 1 su 30. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro delle imprese al III trimestre 2012 e 2011 relativi alle imprese individuali e su dati Istat 2009 e 2010.
La comunità cinese a Milano. Sono quasi 24.700 i residenti cinesi a Milano e provincia nel 2010, pari al 6,4% del totale degli stranieri, per quasi la metà donne (il 48,7% del totale). A Milano città i residenti cinesi sono 18.918, l’8,7% di tutti gli stranieri residenti, in crescita del 10,2% in un anno.
Popolo di imprenditori a Milano. Sono 4.068 le ditte individuali con titolare cinese attive sul territorio della provincia di Milano al terzo trimestre 2012. La comunità cinese, dopo quella egiziana, è al secondo posto nella classifica degli imprenditori stranieri sia nel comune di Milano che nella provincia. Estremamente elevato è anche il tasso di imprenditorialità, che misura la propensione imprenditoriale della comunità cinese calcolato dal rapporto tra il numero di imprese individuali e la popolazione residente: circa un cinese su sei a Milano provincia, uno su sette a Milano città, è imprenditore.
Le imprese cinesi per settore. Le imprese individuali cinesi in provincia di Milano sono concentrate principalmente in tre settori: il commercio (1.371 imprese, 33,7% del totale), gli alberghi e ristoranti (1.073, 26,4%) e le attività manifatturiere (830, 20,4%). Gli imprenditori cinesi sono specializzati nelle attività manifatturiere (48,3% del totale imprese con titolare nato all’estero attive nel settore) e nei servizi di alloggio e ristorazione (47,2%). Complessivamente le imprese cinesi in provincia di Milano crescono tra 2011 e 2012 del 6,4%.
Giorno importante, oggi lunedì 11 febbraio 2013, per i 20 giovani che hanno appena concluso il corso "Addetti alla lavorazione e vendita di carni" dello Ial Lombardia e che sono stati assunti alla Cremonini di Ospedaletto Lodigiano “Un risultato positivo che dimostra come la formazione sia un elemento indispensabile per inserire i giovani nel mondo del lavoro con capacità e competenze adeguate alle richieste del mercato” ha affermato il segretario generale della Cisl lombarda, Gigi Petteni, in occasione della consegna dei diplomi. “Abbiamo studiato e impostato questo percorso didattico in modo meticoloso prevedendo una parte teorica e una sessione pratica di tirocinio in azienda", spiega il direttore dello Ial di Milano e Lodi Giuseppe Maiocchi. “Se per le prime due edizioni abbiamo usufruito della dote formazione lavoro di Regione Lombardia - aggiunge - le edizioni successive sono state finanziate esclusivamente dall'azienda, che ha riconfermato il suo interesse nei giovani che seguono i nostri corsi professionali”. Sono 102 i ragazzi al di sotto dei 22 anni che sono stati assunti negli ultimi anni. Altri 35, provenienti da diverse provincie lombarde, inizieranno settimana prossima la nuova edizione del corso. “Puntare sui giovani è importantissimo – sottolinea il direttore dello stabilimento Enzo Scovenna - perchè hanno una mentalità sveglia, fresca e dinamica di cui un'azienda avanzata e all'avanguardia come la nostra, che solo nel lodigiano conta 650 dipendenti, non può fare a meno”. Il passaggio dalla fomazione al lavoro è reso possibile grazie all'intermediazione del consorzio cooperative 2000 di Milano che, come spiega il presidente Pasquale D'alterio, "è da anni impegnato a coniugare i bisogni dei lavoratori con quelli delle aziende".
“Milano è certamente più sicura oggi di quanto non fosse negli anni Novanta, quando siamo nati; e non abbiamo notato particolari differenze negli ultimi anni. Ma c’è un’insicurezza che è cresciuta negli ultimi anni, e ancor più negli ultimi mesi: quella relativa al futuro. La crisi economica ha diffuso povertà e disoccupazione, e con esse paura e insicurezza. Paura di non farcela ad andare avanti, insicurezza riguardo alla possibilità di mantenere se stessi e la propria famiglia. Molte persone disoccupate o precarie vivono nell’incubo di finire sulla strada o in un dormitorio. Ci chiedono un lavoro, raramente riusciamo a offrirglielo”. Così Mario Furlan, fondatore dei City Angels, sul tema della sicurezza in città. Dai City Angels anche l'appello ai milanesi: "Portateci sacchi a pelo, coperte, giacconi pesanti da uomo, maglioni di lana da uomo. E anche berretti di lana, sciarpe e guanti". “Pensavamo che il materiale raccolto sarebbe bastato per tutto l’inverno, invece in questi giorni ci siamo resi conti che ne abbiamo ancora bisogno”, spiega Furlan.
Domani venerdì 15 si asterranno dal lavoro i dipendenti Iper Fiordaliso di Rozzano. Lo sciopero è stato indetto da Filcams Cgil e UilTucs Uil in seguito alla disdetta del contratto integrativo e aziendale. Iper Fiordaliso, con 370 dipendenti, maggioranza donne, fa parte del gruppo Finiper con recenti investimenti annunciati su prossime aperture come quella nell’area ex Alfa Romeo di Arese.
La disdetta del contratto integrativo e di tutti i precedenti accordi sindacali è un atto grave e unilaterale da parte di Iper, che tuttora non ha ancora aperto un tavolo di trattativa con le Rsu e Ooss. Tra l’altro l’azienda non ha mai ufficializzato i motivi della disdetta del Cia, lasciando i lavoratori in una situazione d’incertezza in merito alle prospettive dell’azienda. L’unica certezza che i dipendenti di Iper Rozzano non sono più tutelati dal contratto integrativo, che garantisce i diritti a tutti i lavoratori in azienda, definendo turni di lavoro, retribuzione, premio…. ecc che regola il rapporto tra datore di lavoro e dipendenti dell’azienda stessa.
"Noi siamo fermamente convinti che si possano affrontare i problemi e i negoziati in un altro modo, senza mettere in discussione e cancellare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori conquistati negli anni con tanta fatica e sacrifici. Le iniziative di mobilitazione inizieranno con lo sciopero di venerdì 15 febbraio di tutti i dipendenti di Iper Rozzano" affermano i sindacati.
_ Quasi 16 mila sono le domande di brevetto depositate in Lombardia nel 2012, il 28% del totale nazionale. Seguono Lazio (7.539, 13,4%) ed Emilia-Romagna (5.930, 10,5%). Tra le province lombarde, Milano è prima con l’81,3% dei depositi regionali e quasi un quarto dei depositi nazionali (22,8%), seguita da Brescia (5,6%) e Bergamo (3,7%). Quarta Varese con il 3,1%. Milano primeggia con un totale di 12.823 brevetti depositati nel 2012, di cui 1.877 invenzioni che pesano l’84,5% sul totale regionale (2.222). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati dell’Ufficio italiano Brevetti e Marchi 1 gennaio-2 novembre 2012. L’occasione, i 60 anni del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Oggi venerdì 15, il Museo compie 60 anni e offre una giornata gratuita con un programma di attività speciali dalle 14.30 alle 23.30. Per chi vuole brevettare: Ufficio Proprietà intellettuale Camera di Commercio di Milano, Via Meravigli 11, per informazioni: numero verde 800.22.63.72 (per chiamate da fuori provincia o cellulare: 02.85152000), e mail: info.marchiebrevetti@mi.camcom.it, web: www.mi.camcom.it/brevetti. Per il deposito delle domande di brevetto: dal lunedì al giovedì: dalle 9 alle 13, venerdì: dalle 9 alle 12.30.
Sono quasi 13 mila le imprese attive nel settore tessile in Lombardia, regione che mantiene il primato anche in Italia, nel 2012. Quasi 4.500 le industrie tessili, più di 8 mila la confezione di articoli di abbigliamento. Con 3.548 imprese (5,3% del totale nazionale del comparto), Milano guida la classifica lombarda dell’industria tessile. Seguono Varese con 1.920 imprese (2,9%), Brescia (1.702, 2,5%) e Como (1.322, 2%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati registro imprese al 2012. Il settore tessile in Italia. Sono 66.768 le imprese attive nel settore tessile in Italia, di queste 49.108 interessano la confezione di articoli di abbigliamento e 17.660 sono industrie tessili. In un anno crescono di più le province di Aosta (+15,9%), Pordenone (+6,6%) e Benevento (+1,6%). Prato, Milano e Napoli sono rispettivamente con 6.202, 3.548 e 3.364 imprese le province più attive nel settore.
La guida sui prodotti tessili. Quali prodotti tessili devono presentare l’etichetta e quali no? Quali obblighi per gli operatori (fabbricanti, importatori e distributori)? In che lingua devono essere scritte le etichette? Quali informazioni devono riportare? Come vengono chiamate le fibre tessili e cosa contengono? Sono alcune delle informazioni disponibili nella guida “L’etichettatura di composizione dei prodotti tessili” che la Camera di commercio di Milano ha predisposto insieme all’azienda speciale Innovhub Ssi-Divisione seta (http://www.innovhub.it/web/guest/divisione-seta).
Mobilitazione alla Bracco contro 147 licenziamenti. Dopo mesi di tentativi per avviare un percorso condiviso e partecipato per la gestione della difficile situazione aziendale, 147 lavoratori di tre aziende del Gruppo (Bracco Imaging, Bracco Imaging Italia e Bracco S.p.A.) si sono visti recapitare la lettera di apertura della procedura di mobilità.
“La vicenda – osserva Rino fresca, della Femca Cisl milanese - è ancora più drammaticamente sconcertante se si pensa che due delle tre aziende per cui si è aperta la crisi presentano ad oggi indicatori economici del tutto positivi. Questa decisione è totalmente irresponsabile, soprattutto in un contesto di emergenza sociale come l’attuale, e vanifica l’idea di una azienda che ha fatto della ‘Responsabilità Sociale di Impresa’ uno dei suoi valori di riferimento”.
I lavoratori manifesteranno venerdì 1 marzo, dalle ore 11 alle 13, davanti alla sede di Assolombarda, in via Pantano a Milano.
L’iniziativa è organizzata in concomitanza con un incontro tra le parti in programma presso la sede dell’associazione imprenditoriale.