“Il Governo ha il dovere di aprire un confronto con i sindaci e con l’Anci sulle ricadute del Dl sicurezza. Si può trovare una strada condivisa per conciliare la legalità con il diritto universale all’accoglienza. Il tema dei migranti e dei rifiugiati non deve spaccare il paese”. Lo scrive su twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a proposito dell’applicazione delle legge su sicurezza ed immigrazione e sulle ricadute per chi amministra le città.
Anche in Lombardia negli ultimi mesi si assiste ad un incremento della somministrazione a tempo indeterminato, arrivata a superare i 10mila contratti a fine 2018. Lo conferma il sindacato di categoria Felsa Cisl Lombardia, che monitora costantemente l'andamento del settore. “Anche a seguito del rinnovo del contratto collettivo del settore - spiega Daniel Zanda, segretario generale Felsa Cisl Lombardia - la somministrazione a tempo indeterminato rappresenta la forma di lavoro flessibile più tutelata che esiste in Italia perché in caso di interruzione della missione lavorativa pressa l’azienda utilizzatrice il lavoratore torna in disponibilità dell’agenzia per il lavoro, che è obbligata a corrispondere una indennità pari a 1000 euro per almeno 7 mesi”. In questo periodo l’agenzia per il lavoro deve cercare di ricollocare il lavoratore, anche mediante un intervento di politiche attive, e motivare puntualmente l’eventuale insuccesso occupazionale. Recentemente, infatti, la Cassazione ha condannato un'agenzia per il lavoro al pagamento di 24 mensilità di indennizzo poiché ha licenziato dei lavoratori assunti a tempo indeterminato senza aver adempito in modo puntuale al loro percorso di riqualificazione.
All'aumento dei contratti di somministrazione si accompagna un incremento del dato delle adesioni al sindacato Felsa Cisl Lombardia, che a fine 2018 ha superato quota 7mila iscritti (oltre la metà sono nuovi tesserati).
“Aumentano anche i nostro rappresentanti sindacali aziendali che svolgono il ruolo di delegati in azienda pur avendo un contratto di lavoro in somministrazione - sottolinea Zanda -. Questo consente ai lavoratori di avere una loro propria rappresentanza e grazie al supporto dell’organizzazione sindacale essere realmente tutelati”.
“Lo scorso 31 dicembre, dopo la firma di tutti i ministeri competenti, sono state sbloccate le risorse per il pagamento ai lavoratori imbarcati degli indennizzi del fermo pesca 2018, la cui presentazione delle domande di accesso dovrà avvenire entro il prossimo 28 febbraio. Una risposta importante per i nostri pescatori, che garantisce complessivamente 16 milioni di euro al settore, di cui 11 per indennizzare il periodo di fermo obbligatorio”.
Lo dichiarano in una nota unitaria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca.
“Ma la novità significativa di questo provvedimento, con un impegno finanziario di 5 milioni di euro – aggiungono i sindacati – riguarda l’introduzione di una misura di sostegno al reddito anche nei casi di sospensione dell’attività lavorativa determinata da cause diverse del fermo obbligatorio, ovvero quelle dipendenti da condizioni meteo marine avverse, da insabbiamento dei porti, da malattia del comandante e da giorni di fermo decisi da Op e consorzi. Con questa misura si apre oggi la strada verso una reale stabilizzazione del reddito dei pescatori, ancora più evidente, grazie all’incremento delle risorse previste dalla legge di bilancio 2019 per questo obiettivo. Un intervento prezioso che dovrà essere regolato in modo da garantirne un accesso equo a tutti, evitando squilibri tra imbarcazioni, sistemi di pesca e regioni”.
“Sono anni che il Sindacato rivendica la necessità di un ammortizzatore stabile per la pesca, a vantaggio dei lavoratori, delle imprese e della tutela ambientale”, concludono Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: “Auspichiamo, quindi, che nelle prossime settimane si apra un confronto di merito tra parti sociali e governo, attraverso un tavolo interministeriale, per poter offrire ai nostri pescatori gli stessi benefici garantiti ai lavoratori agricoli, grazie allo strumento della Cisoa agricola o analogo ammortizzatore, che assicurerebbe certamente un iter più semplificato sia per la presentazione delle domande che per il pagamento delle indennità, un sostegno al reddito più congruo e per un numero più alto di giornate non lavorate. Riteniamo che se insieme alle risorse introdotte per il settore si aggiungesse una forma sostenibile di autofinanziamento da parte di imprese e lavoratori, potremmo garantire alla pesca un futuro fatto non solo di divieti ma di grandi opportunità”.
Il 2019 inizia male per i risparmiatori, i clienti e i dipendenti di Banca Carige – afferma il Vicepresidente di Adiconsum, Danilo Galvagni: La decisione della Consob di sospendere temporaneamente le negoziazioni dei titoli di Banca Carige dalla Borsa, non solo ha “congelato” le azioni Carige, ma anche tutte le tipologie di obbligazioni in tasca a centinaia di migliaia di risparmiatori impossibilitati a venderle.
Nell’immediato – prosegue Galvagni – va rivisto l’ingente costo (16%) del bond subordinato sottoscritto attraverso il Fondo interbancario di garanzia e, a seguire, il rilancio commerciale attraverso il recupero di quote di mercato, il che significa fare banca di territorio tutelando il risparmio ed assistendo famiglie ed imprese con un’adeguata politica creditizia.
Nella criticità di questo momento – avverte Carlo Piarulli, Responsabile Credito Adiconsum – deve prevalere il bisogno di certezze e ribadire che non vi saranno ricadute penalizzanti verso risparmiatori, clienti ed imprese. Il mantenimento e il rafforzamento della fiducia e della chiarezza delle prospettive sono cruciali: guai se si dovessero alimentare dubbi e incertezze tra i risparmiatori e la clientela tutta.
Tutelare il risparmio e tutti coloro che con dedizione lavorano nell’istituto – ribadisce Piarulli – deve essere uno dei principali obiettivi dei commissari e delle istituzioni a vario titolo competenti, che si devono impegnare per una soluzione positiva di questa ennesima dolorosa vicenda.
Adiconsum – conclude Galvagni – vigilerà affinché anche il Governo svolga il ruolo di garante sul prosieguo virtuoso del rilancio di Banca Carige. Chiediamo, inoltre, l’apertura di un Tavolo per cercare soluzioni condivise con le Associazioni di rappresentanza dei Consumatori.
Siglato nella notte il rinnovo del contratto aziendale di gruppo tra Fim Fiom Uilm e Abb Spa, che in Italia conta più di 5.000 dipendenti, oltre la metà in Lombardia (nelle sedi di Sesto San Giovanni, Vittuone, Tremezzina, Garbagnate Monastero, Bergamo, Dalmine, Lodi), chiudendo una trattativa che durava da un anno. Il rinnovo è giunto dopo una riorganizzazione interna che ha impegnato le parti negli anni passati. Anni che saranno coperti da 224 euro una-tantum erogati sotto forma di welfare.
”Prosegue positivamente la stagione dei rinnovi contrattuali – commenta il segretario generale della Fim Cisl Lombardia e coordinatore nazionale Fim del gruppo Abb, Andrea Donegà -. Siamo soddisfatti per l’incremento salariale raggiunto che verrà spinto ulteriormente, con una quota aggiuntiva, per chi sceglierà, liberamente, di convertire una parte o la totalità del premio in welfare. Va inoltre sottolineata l’importanza di aver costruito uno spazio di confronto per monitorare e gestire i cambiamenti che Industry 4.0 sta già producendo, per consentirci anche di condividere percorsi formativi che sviluppino le competenze dei lavoratori e rafforzino la loro professionalità”.
La nuova intesa, che scadrà nel 2021, porterà a regime un aumento di 620 euro e la possibilità di convertire il premio in welfare ricevendo un contributo ulteriore pari al 15% della cifra convertita. In aggiunta alla parte economica ci saranno ulteriori 170 euro, erogati con le modalità dei flexible benefit previsti dal contratto nazionale, che verranno consolidati anche per il futuro.
Per sottolineare l’importanza del welfare viene aumentato a 200 euro annui il contributo aggiuntivo per gli aderenti al fondo previdenziale Cometa e si è concordato il pacchetto aggiuntivo di Metasalute.
Per quanto riguarda il sistema di orari e flessibilità sono previste importanti indennità economiche e riposi compensativi.
Particolare attenzione è stata dedicata alla formazione con la costituzione di una commissione che potrà valutare, proporre e condividere interventi formativi che saranno certificati. La stessa commissione dovrà monitorare l’impatto che le trasformazioni di Industry 4.0 stanno producendo all’interno di Abb, in particolare per quanto riguarda le ricadute sulla professionalità dei lavoratori, sul loro coinvolgimento, sull’organizzazione del lavoro e sulla costruzione di un’efficace e adeguata formazione continua che dovrà, sempre più, essere coerente con le traiettorie di sviluppo dell’impresa in modo da migliorare le competenze dei lavoratori e stimolare la competitività dell’impresa stessa, con l’obbiettivo di produrre benefici per tutti.
Con la partecipazione delle Rsu, verrà effettuata la mappatura delle competenze e professionalità presenti all’interno delle singole unità produttive in modo da rendere più efficace la programmazione delle attività formative e renderle coerenti con il fabbisogno aziendale e con le modifiche e novità introdotte dall’innovazione tecnologica. Importante anche il potenziamento delle misure a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori come, ad esempio, i break formativi effettuati nei reparti e il coinvolgimento degli Rls (rappresentanti dei lavoratori per al sicurezza) nella rilevazione dei “quasi infortuni”, fondamentale per rafforzare l’azione di prevenzione. Infine, verranno regolamentate anche le ferie solidali.
Prosegue senza sosta la mobilitazione dei circa 50mila lavoratori delle 670 strutture della sanità privata in Lombardia, che da 12 anni attendono il rinnovo del contratto. Da inizio gennaio a oggi decine le iniziative organizzate sul territorio per sollecitare le associazioni datoriali Aris e Aiop a chiudere una trattativa che prosegue da più di un anno.
“Il ritardo è ormai insopportabile”, denunciano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl della Lombardia che sollecitano Regione Lombardia a intervenire per il rinnovo.
I sindacati hanno anche avviato una raccolta firme per chiedere ai cittadini di solidarizzare con chi si prende cura della loro salute.
Mercoledì 30 gennaio lavoratori della sanità privata da tutta la Lombardia arriveranno a Milano per una manifestazione a sostegno del contratto.
Per illustrare le ragioni della protesta, i risultati della raccolta firme e i dettagli della manifestazione, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl della Lombardia organizzano:
CONFERENZA STAMPA
LUNEDI' 28 GENNAIO - ORE 12
C/O SEDE CISL FP LOMBARDIA
VIALE LUNIGIANA 42, MILANO
Interverranno i tre segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl della Lombardia, Manuela Vanoli, Mauro Ongaro, Daniele Ballabio.
Si sono aperte a Roma, tra i rappresentanti sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, unitamente alla delegazione trattante composta dai lavoratori del settore, e ai rappresentanti delle imprese aderenti a Confindustria Energia, le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dell’energia e petrolio, che interessa oltre 35mila lavoratori.
I sindacati hanno presentato alle controparti la piattaforma contrattuale di rinnovo varata nei mesi scorsi dalle assemblee dei lavoratori. La richiesta economica è di 150 euro (Trattamento Economico Complessivo) nel triennio 2019-2021, un valore che tiene conto sia della tutela del potere d’acquisto che dell’andamento economico del settore.
La volontà dei sindacati, espressa nella piattaforma, è di individuare un miglioramento delle parti normative, teso a rafforzare il ruolo del contratto nazionale quale strumento fondamentale per lo sviluppo e la crescita del settore, e di fissare contrattualmente alcuni importanti princìpi che vincolino le Parti ad applicare un “modello partecipativo condiviso”, attraverso il coinvolgimento preventivo del sindacato nei processi di definizione degli indirizzi strategici dell'impresa.
Al tavolo delle trattative, i tre segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec hanno inoltre invitato l’associazione datoriale a chiedere un incontro congiunto con il Governo sull’emendamento che blocca i permessi per le esplorazioni di idrocarburi.