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“È positivo il raddoppio da 9 a 18 settimane per la cassa integrazione con causale Covid in arrivo con il DL Rilancio. Siamo però molto preoccupati dall’idea di volerne condizionare i tempi di utilizzo da parte dei datori di lavoro stabilendo che le prime 14 settimane debbano essere usate entro il 31 agosto e le ulteriori 4 settimane nei due mesi di settembre e ottobre”. È quanto sottolinea il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “In questo modo molte aziende, quelle colpite prima e più duramente che hanno dovuto chiedere la cassa integrazione sin da marzo, si troverebbero ad avere esaurito le prime 14 settimane entro metà giugno, ed impossibilitate ad utilizzare le ulteriori 4 settimane prima del 1 settembre. Tale condizione escluderebbe di coprire l’intero periodo fino ad ottobre con la cassa integrazione con causale Covid, quando è evidente che il nostro sistema produttivo è nel pieno di una crisi senza precedenti. Si tratterebbe di un errore davvero clamoroso e grave”.
Il fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato, (FSBA), un fondo nazionale privato a controllo pubblico, costituito dai soci (CGIL, CISL, UIL, CONFARTIGIANATO, CNA, CLAAI), ha iniziato da settimane a erogare bonifici a sostegno del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori di aziende artigiane della Lombardia, sospesi momentaneamente dal lavoro per la chiusura delle attività produttive a seguito grave emergenza sanitaria economica e sociale causata dalla pandemia covid-19.
In Lombardia, come si vede nella tabella allegata, stiamo affrontando anche nel settore artigiano una preoccupante emergenza produttiva.
Oltre 37 mila aziende, circa l’80% delle aderenti, hanno richiesto l’ammortizzatore FSBA, stipulando il necessario accordo sindacale, per circa 140 mila lavoratori, dei quali oltre 80 mila hanno già ricevuto i bonifici.
Si è garantito a questi lavoratori, in tempi celeri, una integrazione salariale per un importo lordo complessivo di oltre 34 milioni di euro, un valore economico identico a quello previsto dall’Inps per la cassa integrazione ordinaria.
Alcuni ritardi avvenuti nell’erogazione del bonifico non sono imputabili al sistema ma ai tempi di invio delle
rendicontazioni e agli errori contenuti.
Il fondo nazionale FSBA, in questa complicata situazione ha operato, in Lombardia come nelle altre regioni, con efficacia e funzionalità, facendo arrivare nelle tasche dei lavoratori, in tempi brevi, un concreto sostegno al loro reddito, difendendo l’occupazione e le professionalità acquisite in aziende che devono anche affrontare la messa in sicurezza dei propri luoghi di lavoro, al fine di garantire insieme alla ripresa produttiva la salute di chi lavora, come previsto dal protocollo nazionale del 24 aprile recepito nel dpcm del 26 aprile.
Al momento FSBA ha utilizzato tutte le sue risorse, compresi i 60 milioni stanziati in un primo momento dal governo.
Dinanzi al massiccio ricorso nazionale a FSBA occorrono, per completare l’erogazione delle prime nove settimane di cassa, risorse governative aggiuntive non inferiori a 2,5 miliardi di euro, considerando che la prestazione comprende, a carico FSBA, sia il versamento previsto del 23% di Irpef e sia il 35% della contribuzione correlata, utile ai fini pensionistici.
Oggi le risorse nazionali sono esaurite con tutto ciò che questo significa sul piano sociale e occupazionale.
E’ necessario per questo, come richiesto tra altro dalle confederazioni nazionali CGIL, CISL, UIL, che il governo garantisca al fondo bilaterale le risorse necessarie con uno stanziamento adeguato, a fronte di una platea di richiedenti di quasi un milione di unità.
Occorre consentire il prolungamento delle settimane di cassa e assicurare il sostegno al reddito di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori in un settore importante per l’economia e il sistema produttivo del paese.
La tabella con i dati provinciali
CGIL CISL UIL Lombardia - settore artigiano
“Dopo le nostre sollecitazioni, nell’incontro con la Regione abbiamo iniziato ad affrontare il tema del riconoscimento economico per i lavoratori della sanità che sono stati impegnati direttamente ed indirettamente contro la pandemia Covid-19. Abbiamo analizzato le risorse disponibili e quelle che si renderanno disponibili con l’intervento governativo di deroga (82 Milioni) al fine di creare le condizioni per stipulare in tempi brevi un chiaro accordo che possa dare risposte a tutti i lavoratori del comparto impegnati nell’emergenza Covid”. Così Fp Cgil, Cisl Fp, Uilp Uil, della Lombardia in una nota unitaria diffusa oggi.
“Come Cgil, Cisl e Uil – scrivono – abbiamo ribadito le richieste contenute nella propria piattaforma presentata alla dirigenza e all’assessore al Welfare all’inizio di aprile, ribadendo che questa è la base di partenza per un accordo soddisfacente per tutti”. “Per questo – aggiungono – abbiamo sottolineato come sia indispensabile un accordo complessivo che, a partire dalle Rar 2020 e passando per le risorse statali già stanziate con il decreto Cura Italia si raccordi con l’utilizzo degli 82 milioni previsti dalla legge regionale da poco approvata”.
La Commissione Europea ha pubblicato le proprie raccomandazioni agli Stati membri ai quali chiede di confermare i diritti dei viaggiatori al rimborso dei viaggi cancellati a causa del Covid-19 e fornisce indicazioni sulle modalità con cui proporre i voucher ai consumatori.
Tali raccomandazioni sono la risposta all’azione coordinata di circa 20 Paesi dell‘UE che hanno tentato di apportare temporanee modifiche alle norme sui diritti dei viaggiatori sospendendo il diritto al rimborso riconosciuto dalle norme europee e imponendo i voucher.
Adiconsum, insieme al BEUC, accoglie con favore il richiamo della Commissione Europea al rispetto della normative europee da parte degli Stati Membri e la richiesta di approntare a livello nazionale le coperture atte a garantire dall’insolvenza i cosiddetti “voucher Covid19". Tale garanzia costituisce un requisito essenziale se si intende promuovere i voucher e renderli un’opzione sicura e affidabile per i consumatori.
Adiconsum considera condivisibili i criteri individuati per rendere i voucher più accettabili dai consumatori. Di particolare interesse è la possibilità di ottenere automaticamente il rimborso se non utilizzati entro 12 mesi di validità.
Il consumatore è soggetto debole e deve poter contare su diritti certi e tutele effettive soprattutto in momenti difficili come quello che stiamo vivendo - afferma Carlo de Masi, Presidente di Adiconsum - Chiedere ai consumatori di finanziare le imprese con l’emissione di voucher a basso costo non è accettabile. I consumatori non sono banche.
Modificare il diritto al rimborso - prosegue De Masi - costituirebbe un pericoloso precedente e potrebbe impattare con effetti indesiderabili e di lunga durata sulla fiducia dei consumatori nell’industria del trasporto e del turismo. E’ cruciale che, all’occorrenza, i cittadini possano contare sui propri diritti.
Auspichiamo - conclude De Masi - che la Commissione Europea possa garantire quanto prima che gli Stati dell’UE che hanno votato per l’emissione di un voucher in sostituzione del rimborso monetario applichino le normative UE e queste nuove raccomandazioni.
Siamo pronti a collaborare con il Governo e con l’industria del turismo per individuare soluzioni di pronta applicazione a livello nazionale e in linea con le raccomandazioni della CE per superare insieme la crisi e nel modo migliore.
Servono strumenti e misure sperimentali per rispondere ai bisogni di socialità ed educazione di bambini e ragazzi, ai bisogni delle famiglie e per sostenere l’impegno di conciliazione dei genitori che lavorano. Occorre evitare che gli impegni di cura scoraggino ulteriormente la partecipazione delle donne al mercato del lavoro lombardo: il tasso di occupazione femminile è pari al 60,4 %, oltre 15 punti percentuali sotto quello maschile (76,5%).
Per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil Lombardia stanno sollecitando da tempo Regione Lombardia perché attivi con urgenza un confronto, anche con il coinvolgimento della rappresentanza dei Comuni e del Terzo Settore, che consenta di affrontare la complessità dei temi, per questo periodo estivo oltre che in vista della ripresa dell’attività scolastica.
I sindacati ritengono che a problemi complessi occorre dare risposte articolate. Non è più possibile proseguire con interventi frammentati e limitati. “Dopo che il Dpcm del 17 maggio 2020 ha emanato le linee guida per la gestione in sicurezza per la riapertura dei Centri Estivi - scrivono Cgil, Cisl e Uil Lombardia in una nota inviata agli assessori Piani, Rizzoli e Bolognini - chiediamo urgentemente a Regione Lombardia di definire risorse ed un piano di sostegni alle famiglie, a partire dai bisogni dei bambini e degli adolescenti”.
“La sospensione di tutti i servizi socio-educativi e di istruzione di ogni ordine e grado, a cui è seguita una parziale riorganizzazione con la didattica a distanza - proseguono i sindacati nella nota -, rischia di aggravare ulteriormente la condizione di povertà educativa e diseguaglianza dei minori in condizione di fragilità, senza contare gli effetti relativi alla dispersione e abbandono scolastico”.
Da qui la richiesta ai tre assessori di avviare un confronto per valutare strumenti e misure sperimentali per rispondere ai bisogni di socialità ed educazione di bambini e ragazzi, ai bisogni delle famiglie e per sostenere l’impegno diconciliazione dei genitori che lavorano.