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NEWS
2016
BANCHE - First Cisl: ricerca su 13 grandi banche italiane conferma urgenza di nuovi modelli organizzativi 
22/11/2016

“Così non si va da nessuna parte. Il sistema bancario ha bisogno di una svolta, però ci sono banchieri che continuano a pensare che si possano salvare le apparenze licenziando i lavoratori” è questo il commento di Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, la prima organizzazione sindacale del settore finanziario, a fronte dei dati che emergono dall’analisi delle trimestrali di settembre dei tredici principali gruppi bancari italiani elaborata dall’Ufficio Studi del sindacato.

“Il ritornello dei banchieri – aggiunge Romani – è che il personale costa troppo, eppure le spese per i dipendenti sono già in calo nella metà delle banche e nei principali gruppi equivalgono a meno di un terzo delle sofferenze nette e al 5-6% della massa dei crediti dubbi netti. Anche se per assurdo licenziassimo tutti i dipendenti, butteremmo una goccia nell’oceano. Qui non si tratta di tagliare posti di lavoro, si tratta di riconvertirli verso attività a maggior valore aggiunto. Servono nuovi modelli organizzativi, nuovi mestieri, nuove articolazioni produttive, ma le banche dovrebbero avere una visione strategica, che per adesso non si intravede nemmeno”. “La verità – spiega Romani - è che abbiamo smarrito il senso stesso del fare banca. I numeri lo dimostrano in maniera impietosa. Il margine di interesse è in calo in dodici banche su tredici, eppure resta la principale fonte reddituale. Le commissioni nette, che sono la seconda voce dei ricavi, calano in dieci banche su tredici. I soli tre gruppi che hanno un margine di intermediazione in aumento lo devono alle negoziazioni finanziarie”. Secondo la ricerca dell’Ufficio Studi di First Cisl, che ha analizzato l’andamento nei primi tre trimestri del 2016 dei 13 maggiori gruppi bancari italiani, con esclusione di quelli controllati da banche estere e degli istituti di credito acquisiti dal Fondo Atlante, l'evoluzione dei tassi ha inciso negativamente sugli interessi netti, che diminuiscono in tutte le banche, salvo che in Credem, dove crescono dell’1,5%. Le commissioni diminuiscono pressoché ovunque, tranne che in Monte Paschi, Ubi e Banca Sella. Solo Unicredit, Popolare Milano e Carige segnalano una crescita dei ricavi complessivi, a fronte dei proventi da intermediazione. Il costo del lavoro, depurato dagli incentivi all’esodo dei dipendenti e dall’attivazione del Fondo di Solidarietà, diminuisce in 6 banche su 13. Le spese amministrative sono invece in aumento quasi ovunque, tranne che in Intesa e Banco Desio (buona parte della crescita è per i maggiori contributi pagati al Fondo di Risoluzione ed al Fondo di Garanzia). La redditività è in contrazione nella maggior parte dei gruppi e ben 5 banche su 13 (Monte Paschi, Ubi, Banco Popolare, Carige e Creval) hanno chiuso in perdita i primi nove mesi. Dal punto di vista dei volumi, è in corso un’inversione di tendenza dei crediti, cresciuti del +0,8% a settembre 2016 rispetto a fine 2015.

Se le sofferenze lorde sono in aumento in tutti i gruppi, salvo Intesa e Creval, gli altri crediti dubbi lordi segnano invece un aumento solo in 5 banche (Intesa, Banco Popolare, Popolare Milano, Carige e Credem). Da ultimo, l’Ufficio Studi di First Cisl ha evidenziato che se si dovesse portare al 78% la copertura delle sofferenze e dei crediti deteriorati sul patrimonio netto (le sofferenze delle quattro banche oggetto della risoluzione nel novembre 2015 sono state valutate al 22% del loro valore nominale), le prime 5 banche necessiterebbero, assieme, di un ulteriore accantonamento di 25 miliardi di euro (29 per il totale delle 13 banche analizzate). “L'insieme di questi dati – conclude Giulio Romani - ci dice inequivocabilmente che il tema di un nuovo modo di fare banca e quello della gestione del credito deteriorato non sono eludibili, a meno di non voler assistere impotenti allo sfascio del sistema bancario nazionale”. 
 

POSTE - Venerdì sciopero generale e manifestazione a Milano (piazza Affari)
02/11/2016

I lavoratori delle Poste della Lombardia si preparano a scioperare e scendere in piazza venerdì 4 novembre. Le segreterie nazionali Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confsal,.com e Ugl Com hanno proclamato lo sciopero generale per l'intera giornata. A Milano, in piazza Affari, si terrà una manifestazione regionale, dalle 10 alle 12.La decisione del Consiglio dei ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e di conferire a Cassa Depositi e Prestiti il rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, muta completamente gli assetti societari e il controllo pubblico nell'azienda. Una decisione assunta a breve distanza dal primo collocamento azionario di circa il 35% effettuato ad ottobre 2015.

“Una privatizzazione che ha il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per lenire il debito pubblico - dichiara Maurizio Cappello, segretario generale Cisl Poste Lombardia - ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane”. “Già ora si assiste anche nella nostra regione – aggiunge - ai reiterati interventi di chiusura degli Uffici Postali (185 fra chiusi e razionalizzati) e al recapito della corrispondenza a giorni alterni, compromettendo la qualità e la garanzia del servizio universale”.

Cisl Poste Lombardia ritiene estremamente grave e antieconomica l’intera operazione di dismissione da parte dello Stato, in considerazione che dal 2002 ad oggi Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi versando consistenti dividendi al ministero dell’Economia, quindi alla collettività. “La totale privatizzazione di Poste italiane mette in discussione non solo anni di sacrificio e di lavoro dei dipendenti profusi per darle una dimensione d’impresa tra le più importanti in Italia prosegue il sindacalista – afferma Cappello - ma anche il futuro svolgimento del servizio universale, l’unitarietà dell’azienda e la sua tenuta occupazionale. Sono a rischio 20mila posti di lavoro sul territorio nazionale. Oltre 2.000 nella sola Lombardia”. Secondo il segretario generale di Cisl Poste Lombardia, “Privatizzare Poste Italiane, azienda che fa utili e offre servizi competitivi, potrebbe essere un'operazione per togliere dal mercato l’unico concorrente scomodo delle banche, che oggi troppo spesso sono nell’occhio del ciclone della finanza speculativa”. “Attraverso Poste Italiane - conclude - passa anche la democratizzazione del risparmio nel nostro Paese, per costi, trasparenza e rendimenti garantiti, con i suoi 500 miliardi di euro raccolti ogni anno dal risparmio postale negli oltre 13.000 Uffici Postali”.

REFERENDUM - Furlan: “Abbiamo bisogno di un modello istituzionale che renda il paese più moderno ed efficiente” 
10/11/2016

"Donald Trump è riuscito a parlare alla pancia vuota di tanta gente. E' un voto popolare, libero e democratico dei cittadini americani che bisogna rispettare. Ma se non si intercettano i bisogni dei cittadini c'e' il rischio di tanti altri Trump anche in altri paesi vicini al nostro". Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan che è intervenuta alla iniziativa dei “Sindaci per il Sì” al referendum istituzionale del 4 dicembre.

"Il grande tema è come le istituzioni e le forze politiche riescono a cogliere i bisogni e le esigenze delle persone. Questa è la grande sfida che oggi tutti abbiamo davanti. E' una esigenza ed un fenomeno politico e sociale che stiamo registrando anche in Europa", ha sottolineato la leader della Cisl. "Chi parla alla pancia alle persone, magari in maniera populistica, riesce a cogliere risultati sorprendenti sul piano politico. Per questo va aperta una riflessione seria su questo tema. Se le istituzioni europee vengono avvertite distanti dai problemi veri dei cittadini, l'Europa è destinata a morire al di là della Brexit. Ecco perché va ridiscusso lo statuto economico europeo e cambiato subito il fiscal compact. L'Europa deve cambiare marcia e noi sosteniamo gli sforzi che sta producendo il Governo italiano. Avere il coraggio di cambiare le istituzioni europee, ricercando il consenso adeguato, significa dare un futuro anche all’Italia”.

Furlan ha poi aggiunto che “il tema del referendum istituzionale va inserito in questo dibattito più ampio sul futuro del nostro paese. “Noi ci siamo domandati come sindacato in maniera consapevole se il “sì” o il “no” alla riforma istituzionale possa determinare un cambiamento per le persone che noi rappresentiamo e per tutto il paese”, ha rimarcato la leader della Cisl. “Bisogna capire se attraverso i punti salienti di questa riforma si possa dare una risposta anche ai problemi del lavoro, dei servizi di qualità che mancano, di una sanità efficiente in tutte le aree del paese, della scuola o dei costi troppo alti dell’energia. Queste sono le questioni che hanno attinenza con la riforma, ed il “si” o il “no” avrà delle conseguenze sulla vita delle persone. Noi pensiamo che abbiamo bisogno di un modello istituzionale che garantisca i diritti fondamentali dei cittadini e che renda il paese più moderno, per avere più qualità, più efficienza, più produttività in tutti settori. Ma per fare tutto questo occorre anche un grande patto sociale tra chi governa, a partire dai sindaci e chi rappresenta, come il sindacato, il mondo del lavoro. Il confronto ed il dialogo sociale devono diventare il modello con il quale si può risollevare il paese. Quando si fanno le cose insieme non si fanno cose sbagliate. Dobbiamo cambiare ora il fisco con lo stesso metodo di confronto che abbiamo usato per ripristinare la flessibilità in uscita sulle pensioni e migliorato le condizioni di milioni di pensionati. Per questo, occorre anche un luogo istituzionale di dialogo che sostituisca il Cnel, perchè quando manca il dialogo si dà fiato solo al populismo o si fanno scelte solitarie disastrose per i cittadini come è accaduto con la legge Fornero”.
 

TURISMO - Siglato rinnovo Ccnl dipendenti catene alberghiere e tour operators 
14/11/2016

Dopo diverse iniziative di mobilitazione e sciopero, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs hanno siglato l’accordo di rinnovo con le associazioni imprenditoriali del comparto Federturismo e Aica Confindustria Alberghi. L’intesa, valida fino al 31 gennaio 2018, interviene sul trattamento economico stabilendo un aumento economico medio di 88 euro a regime suddiviso in tre tranches a partire dalla retribuzione del mese di novembre 2016 con 48 euro, ulteriori 28 euro ad agosto 2017 e 12 euro a gennaio 2018 per il personale alle dipendenze delle grandi catene alberghiere, dei pubblici esercizi, delle aziende turistiche all’aria aperta, delle strutture portuali, degli stabilimenti balneari e dei parchi; di 38 euro a novembre 2016, 40 euro a novembre 2017 e 10 euro a gennaio 2018 la cadenza delle tranches per il personale dipendente dei tour operators. Aggiornate anche le tabelle economiche del lavoro extra e di surroga. Il nuovo contratto nazionale mantiene e conserva inoltre le previsioni normative del precedente Ccnl sull’organizzazione del lavoro, sui permessi, sul trattamento economico della malattia e sugli automatismi contrattuali riferiti agli scatti di anzianità, contemplando il rafforzamento della contrattazione di secondo livello territoriale ed aziendale attraverso l’aggiornamento dell’elemento economico di garanzia fino a 186 euro, e il potenziamento della bilateralità di settore e del welfare contrattuale riferito all’assistenza sanitaria integrativa. Sul mercato del lavoro l’intesa stabilisce il tetto massimo del 20% sul ricorso al lavoro a tempo determinato e del 18% per il contratto di somministrazione a tempo determinato. Per le organizzazioni sindacali nazionali di categoria si tratta di un risultato importante che premia la tenacia e la responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori, dei delegati e delle federazioni sindacali territoriali.«Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs esprimono soddisfazione per un risultato negoziale non scontato, ottenuto con fatica e grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori, che saranno ora chiamati ad esprimersi nel merito della sintesi raggiunta nelle assemblee di consultazione che si terranno nelle prossime settimane nei luoghi di lavoro» si legge in un comunicato sindacale unitario diramato nei luoghi di lavoro. «Si tratta di un ulteriore importante passo verso la “normalizzazione” di un settore che ha vissuto una stagione difficile e inedita da un punto di vista della contrattazione nazionale» prosegue la nota congiunta. Le tre sigle auspicano infine «che questo rinnovo possa rappresentare un precedente - che si aggiunge al rinnovo siglato nel 2014 con le associazioni imprenditoriali Federalberghi e Faita Confcommercio - utile ad invertire una pericolosa tendenza in uno dei più importanti e strategici settori della nostra economia, il turismo, che vede ancora interi comparti, a partire da quello dei pubblici esercizi, privi di un contratto collettivo nazionale di lavoro».

RIFORMA COSTITUZIONE - Fim: un incontro per prepararsi al referendum, 4 novembre, Milano
03/11/2016

La Fim Cisl Milano Metropoli ha organizzato per i propri componenti del comitato direttivo "Sbloccare il paese, rilanciare economia e lavoro: La riforma costituzionale" un incontro che si terrà venerdì 4 novembre (ore 9), presso Bianca Maria Palace Hotel Milano (viale Bianca Maria 4). Un modo per comprendere i possibili cambiamenti della Carta fondamentale ed esprimere un voto consapevole.

Parteciperanno Michele Zanocco, segretario Fim Cisl nazionale; Enrico Civillini, segretario generale Fim Cisl Lombardia; Danilo Galvagni, segretario generale Cisl Milano Metropoli. L'illustrazione della riforma sarà a cura di Federico Furlan, docente di Diritto costituzionale presso l'Università di Milano Bicocca.
 

CODICE APPALTI - Macale (Filca Cisl): “Non limitare il massimo ribasso è ingiusto” 
14/11/2016

"Conservare il criterio del massimo ribasso per l’affidamento di lavori di importo pari o inferiore a un milione di euro è sbagliato e ingiusto. Abbiamo sempre sostenuto che si tratta di una lacuna del nuovo codice degli appalti che l’Anac avrebbe potuto sanare, e che invece ha confermato anche nelle linee guida, approvate recentemente. L’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil, in programma giovedì, ed alla quale parteciperà Raffaele Cantone, sarà l’occasione per ribadire la nostra posizione su questo tema delicato e diffuso: gli appalti inferiori al milione di euro rappresentano infatti ben l’80% del totale”. Lo ha dichiarato Stefano Macale, segretario nazionale della Filca-Cisl. “Come abbiamo ripetuto alla senatrice Fabbri in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, il massimo ribasso si ripercuote sulla sicurezza e sul salario dei lavoratori, i primi a pagare le conseguenze del crollo degli importi in fase di aggiudicazione. Un’altra voce di risparmio per le imprese interessate è la qualità del materiale utilizzato per la realizzazione delle opere, come la cronaca purtroppo ci ricorda ogni giorno. È per tutti questi motivi che chiediamo un maggiore ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che si ottiene solo abbassando la soglia degli importi delle gare, indicata dall'articolo 95 del testo”, ha concluso Macale.

PUBBLICO IMPIEGO CISL - Franco Berardi nuovo segretario generale della Lombardia
29/11/2016

Franco Berardi è il nuovo segretario generale della Funzione Pubblica (Fp) Cisl Lombardia, la categoria che segue i servizi, sia pubblici che privati, rivolti ai cittadini. Lo ha eletto oggi all’unanimità il consiglio generale del sindacato che in Lombardia conta 37mila iscritti. Eletta, nel segno della continuità, anche la nuova segreteria regionale, composta oltre che da Berardi da: Antonio Cassinari, Laura Olivi, Mauro Ongaro.
 
Fanno riferimento alla federazione della funzione pubblica i dipendenti della sanità pubblica e privata, dei Comuni, della Regione, di tutti gli enti dello Stato, ministeri, enti pubblici non economici e tutte le strutture dedicate all'assistenza di minori, anziani e disabili: oltre 350mila lavoratori distribuì nel territorio lombardo.

“Molti lavoratori, molti fronti sindacali aperti – sottolinea il neosegretario generale, Franco Berardi -. La nostra priorità sarà ottenere il contratto di lavoro, a partire dalla sanita privata ferma al 2007, per tutto il pubblico impiego, che da 7 anni non vede rinnovo”. Come noto, il settore è interessato da profonde trasformazioni e riforme, sia nella pubblica amministrazione che nell'area sanitaria. “Il nostro obiettivo è tutelare sa i lavoratori che i cittadini – afferma Berardi - continuando a ribadire che la riorganizzazione deve partire dall'analisi dei costi standard e dei parametri di rapporto numero dipendenti pubblici/abitanti, dove noi della Lombardia abbiamo i migliori indicatori Italiani”. “Non possiamo accettare - conclude - che la qualità e la produttività dei nostri lavoratori non sia adeguatamente riconosciuta e ricompensata”.

Residente a Leno, in provincia di Brescia, Franco Berardi dopo anni d'impegno nel volontariato sociale (è stato anche presidente di un'associazione missionaria), nel 1998 ha iniziato l'esperienza di delegato aziendale nel settore sanitario. E' stato educatore professionale, prima nel lavoro con i disabili per 8 anni e successivamente nel servizio per le tossicodipendenze, per 17 anni. Nel 2008 è entrato a far parte del gruppo della Funzione pubblica di Brescia, per la quale ha seguito la sanità pubblica e privata, introducendo percorsi di formazione per i delegati del Terzo settore e della sanità privata. Nel 2012 è stato eletto segretario generale della Fp di Brescia e dal 2013 è diventato anche componente della segreteria regionale dove, dal 2015, ha ricoperto il ruolo di segretario generale aggiunto.
 

MAZAL – Una storia italiana: sciopero nazionale lunedì 28 novembre. Presidio alla Regione Lombardia.
23/11/2016

Dopo lo sciopero milanese dell’11 novembre, è in programma una seconda iniziativa di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Mazal Global Solutions Srl. E’ stato infatti dichiarato uno sciopero nazionale della società di riscossione dei tributi in amministrazione straordinaria.

Lavoratori, cittadini e Comuni sono i soggetti colpiti da questa drammatica crisi. Infatti, ai mancati pagamenti degli stipendi, ai licenziamenti in atto, si aggiungono i danni che i Comuni (creditori per circa 150 milioni di euro) e i cittadini (che hanno versato imposte mai arrivate a destinazione), hanno subito in questa assurda vicenda.

Ad oggi la situazione appare ancora incerta e senza prospettive chiare, con una gara di vendita della società di cui non si hanno ancora notizie certe, che diano una speranza vera  alle oltre 400 famiglie di lavoratori e lavoratrici coinvolte.

Per sollecitare un intervento pubblico reale, in una vicenda in cui la Pubblica amministrazione, a diversi livelli istituzionali (Comuni, Ministero delle Finanze, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero del Lavoro), ha giocato un ruolo, FILCAMS CGIL e FISASCAT CISL hanno indetto un presidio sotto il palazzo della Regione Lombardia.

PRESIDIO SOTTO IL PALAZZO DELLA REGIONE LOMBARDIA (PIRELLONE), IL GIORNO 28 NOVEMBRE DALLE ORE 9 ALLE ORE 14.

Per l’occasione, i sindacati, unitamente alle rappresentanze sindacali aziendali, hanno chiesto un incontro alla presidenza della Commissione Lavoro della Regione Lombardia
 

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