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“Occorre garantire il diritto di asilo e imporre in Europa la riforma del Trattato di Dublino. Doverosa l’accoglienza a chi scappa dalle guerre e dalle persecuzioni, richiamando ogni Stato Ue alle proprie responsabilità”.’ E’ quanto sottolinea il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello sulla vicenda della Sos Humanity .
“E’ davvero una buona notizia che apprezziamo molto la decisione della premier Meloni di convocare Cisl, Cgil e Uil mercoledì 9, presso la Sala Verde di Palazzo Chigi. L’auspicio è che con questo incontro si apra un percorso stabile e duraturo di dialogo e confronto per affrontare immediatamente l’emergenza sociale e, già in Legge di Bilancio, per dare visione a un progetto-Paese che passa dal ritrovato protagonismo del lavoro, dal rilancio dell’occupazione e degli investimenti, da riforme capaci di garantire coesione, crescita e partecipazione sociale”. Cosi il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra sulla convocazione del premier Meloni mercoledì prossimo a Palazzo Chigi.
“Trovo positiva la tempestività con cui il governo da poco insediato ha convocato la riunione di questa mattina sulla vicenda Lukoil. La soluzione a questa vicenda complessa e delicata, però, deve avvenire in tempi rapidissimi: il 5 dicembre, infatti, scadono i termini per poter acquistare greggio russo, e bisogna scongiurare lo stop alla produzione dello stabilimento siciliano per evitare una vera ecatombe sociale”. Lo ha dichiarato Sebastiano Tripoli, segretario nazionale Femca-Cisl, al termine del vertice al ministero per le Imprese e Made in Italy tra governo, impresa, parti sociali ed enti locali. “Nel corso dell’incontro – ha spiegato Tripoli - abbiamo lanciato proposte serie e fattibili per una rapida soluzione della vertenza: innanzitutto un’azione sulle banche, le grandi assenti del vertice odierno, per consentire a Lukoil di ottenere linee di credito per poter acquistare il greggio che non può più provenire dalla Russia. Un’altra strada – ha aggiunto - è quella già percorsa in due raffinerie Lukoil in Bulgaria e Romania, vale a dire una proroga delle attuali condizioni dei termini di scadenza dell’embargo. Infine la soluzione più complessa e dai tempi più lunghi, e cioè la nazionalizzazione dell’azienda. Una opzione che consentirebbe il rientro in Italia di pezzi di industria che nel tempo abbiamo ceduto, garantendo così l’occupazione e i processi non solo di indipendenza energetica, ma anche di prospettiva e di sviluppo industriale. Ora chiediamo al Governo di valutare in tempi rapidissimi le varie soluzioni prospettate: il prossimo incontro, che si svolgerà entro la fine di dicembre, dovrà essere quello risolutivo per questa vicenda. Non dimentichiamo che fermare la Lukoil graverebbe su tutto il sistema produttivo e industriale dell’area siracusana, nella quale lavorano circa 10 mila addetti. Una vera ecatombe sociale che il territorio e tutta la Sicilia non possono permettersi. Proprio oggi a Siracusa c’è stata una manifestazione importantissima per richiamare l’attenzione sulle tante criticità del territorio. In particolare bisogna intervenire per garantire che la società che gestisce gli impianti per il trattamento dei reflui industriali denominata IAS non si fermi perché altrimenti, pur risolvendo il problema Lukoil, il polo industriale siracusano si paralizzerebbe ugualmente”, ha concluso il segretario nazionale della Femca. Sulla vicenda è intervenuta anche la segretaria generale della Femca, Nora Garofalo: “Una volta che saranno risolte, si spera in tempi rapidi, tutte le questioni e le criticità che insistono sul territorio, bisogna fare in modo che i soggetti protagonisti guardino verso una prospettiva di sviluppo industriale. Il futuro di questa importante realtà, ovviamente, non può che essere in sintonia con il processo di transizione in atto e con i criteri di sostenibilità e modernità. Le importanti innovazioni in campo energetico possono davvero rappresentare per il polo siciliano una opportunità di rilancio e di sviluppo senza precedenti”, ha concluso Garofalo.