SPECIALE CONGRESSO
BANCARI E ASSICURATIVI

Fiba – «La crescita va sostenuta con la politica e il sindacato»

Il congresso dei bancari e assicurativi Cisl. Dell’area milanese ora fanno parte anche Magenta e Legnano. Unifinance: il mondo ha bisogno di proteste creative. SFOGLIA la relazione,  guarda il VIDEO e la FOTOGALLERY

La difesa del lavoro coniugata con il sostegno della crescita per costruire il futuro. Sono queste le tre azioni chiave che sono emerse al congresso Fiba Cisl di Milano, Legnano e Magenta. È il primo congresso di tre realtà territoriali diverse ma unite dalla razionalizzazione sindacale che è in atto, nonché dalla nascita dell’area metropolitana milanese. «Occorre riformare il sistema fiscale italiano – ha detto aprendo i lavori Pier Paolo Merlini, segretario generale uscente di Fiba Milano – e combattere l’evasione così da restituire i frutti ai contribuenti onesti. Come nel dopoguerra si è ricostruito il paese, c’è da fare molto oggi. Non si può rinunciare all’attesa per il domani».

BILANCIO – Nella relazione Merlini ha riportato molto di quello che negli ultimi anni è stato fatto dal sindacato in un mondo, come quello finanziario in generale, che è stato crocevia di cambiamenti, turbolenze, rinnovi contrattuali. «Se le banche hanno chiuso abbiamo cercato sempre di dare soluzione per dare futuro alle persone. Banca Network però è stata una vicenda in perdita, così come nessuno ha tentato di tenere in vita il fondo emergenziale. È un mondo dove tutto ha un prezzo ma spesso ci si dimentica della stima che si deve ai lavoratori». Merlini ha denunciato anche scarsa lungimiranza da parte di grandi realtà manageriali di banche e affini che non hanno rinunciato a sacrificare «giovani a tempo o somministrati».

PRESENZA IN FUTURO – Per il segretario l’idea di sindacato che si deve diffondere «è quella presenza tra la gente che è opposta alle politiche astratte. Se Intesasanpaolo, Monte Paschi, Popolare di Milano hanno avuto accordi con effetti meno pesanti sugli iscritti è perché siamo stati capaci di dare ragioni di accordi che possono non piacere ma che tutelano. Per questo dobbiamo sempre di più sindacalizzare le sedi di lavoro. In città ci sono 100mila dipendenti ma la penetrazione tra questi è bassa, i giovani ci stanno alla larga. Dobbiamo cercare di costruire il futuro insieme a loro».

«La Cisl ha dimostrato autonomia di idee – gli fa eco Luigino Pezzuolo della Fisascat, il sindacato dei lavoratori nel commercio – e il terziario avanzato deve far fronte alla crisi mettendo a fuoco le soluzioni possibili». Vincenzo La Scala della Felsa (lavoratori atipici) ha invece messo l’accento su quanti «lavoratori autonomi e atipici perdono il posto, vengono da noi per orientarsi. E noi crediamo che debbano essere anche le banche in questo momento critico a tornare a fare il loro lavoro e aprire i portafogli».

Con le due categorie la Fiba inizierà un percorso sinergico nell’ambito della ristrutturazione politica e territoriale della Cisl. C’è bisogno però, per dirla con Tommaso Di Buono di Cisl Servizi, «di attrarre nuovi iscritti che varcano la porta del sindacato quando hanno intenzione di usufruire dei nostri servizi al pubblico. Dei 140mila che lo fanno ogni anno, solo il 30% ha in tasca la tessera».

Anche da parte di Maria Grazia Bove, della segreteria Ust, è arrivato un richiamo all’unità: «C’è una contrattazione del lavoro e una contrattazione sociale, che facciamo quotidianamente sul territorio. I fondi per il welfare a tutti i livelli sono falcidiati, la città ha un’emergenza abitativa che esplode. Va percorso insieme un nuovo modello che ci porti a un nuovo umanesimo».

DAL MONDO – Al congresso si è anche avuto uno sguardo più ampio sulla situazione mondiale del settore, visto che per mesi il sistema bancario italiano è stato sotto i riflettori degli osservatori di tutto il mondo per il temuto collasso. Non abbiamo fatto la fine di Grecia e Spagna ma certamente non viviamo ancora oggi una situazione rosea. Ma c’è qualcuno che vigila, compara situazioni analoghe e fa pressione sui governi affinchè si evitino catastrofi per i lavoratori. «Unifinance negozia con le imprese, stimola la democrazia e sostiene la partecipazione nei 150 paesi dove è presente» dice Marcio Monzane, il direttore esecutivo dell’organismo sindacale sovranazionale che racchiude le attività globali di banche e commercio. Al sindacato internazionale fanno riferimento 300mila lavoratori e Monzane dice che «i lavoratori subiscono le scelte dei banchieri, sono loro a essere responsabili delle decisioni prese. Poi ci sono gli organismi che dovrebbero vigilare e regolamentare». Una stoccata da cui dovremo imparare anche noi italiani. Un tempo «le banche servivano alla società, oggi è il contrario», commenta amaro. Ma le proteste dei lavoratori del settore sono sotto gli occhi di tutti: «In Corea hanno fatto delle uscite in piazza rasandosi i capelli in massa. Di questi tempi si ha bisogno anche di azioni dimostrative che possano impressionare tutto il mondo». E a chi gli chiede soluzioni, il direttore risponde secco: «La crisi ovunque non si riesce a combattere con l’austerità. Io in prima persona l’ho vissuta in Sud America negli anni 90 quando i tagli hanno messo in ginocchio i paesi. Oggi in Europa anche la Bana mondiale dovrebbe capire che l’unica ricetta possibile  generare lavoro e produttività. Prima che sia troppo tardi».

Segreteria

Merlini Pier Paolo segretario generale

Bognani Umberto segretario generale aggiunto

Lanzoni Eros componente di segreteria

Mazzola Carmen componente di segreteria

Gemelli Maurizio componente di segreteria

30/01/2013
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it