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La perdita di occupazione in tutti i comparti è significativa così come i processi di ristrutturazione e le novità normative incidono, anche se in modo diverso, sui diversi settori. Il punto sulle tendenze a carattere generale e su quello che succede nel milanese. FOTOGALLERY, VIDEO, RELAZIONE
“Anche nei nostro settori la crisi si fa sentire, nessuno avrebbe immaginato qualche anno fa che il comparto energia sarebbe stato colpito da una riorganizzazione cosi pesante”. E un passaggio della relazione che Massimo Zuffi, segretario generale ha letto in apertura del congresso territoriale della Femca, la federazione che riunisce i lavoratori del settore energia, chimica e tessile
Zuffi, prima di arrivare ad analizzare i temi specifici della categoria e in particolare quello che è stato fatto e le criticità presenti nel territorio milanese, ha fatto un’ampia disamina delle origini e dello svolgersi della crisi economico-finanziaria così come delle scelte politico-legislative del ‘governo tecnico’, soffermando in modo particolare sugli effetti deleteri delle riforme (previdenza e mercato del lavoro) del ministro Fornero. Ma vediamo più nel dettaglio le ricadute dei fenomeni generali dei comparti di ‘competenza’ di Femca
Energia - L’assenza di un piano energetico nazionale , la mancanza di progettualità e investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e la scarsa lungimiranza delle aziende a d investire in ristrutturazioni ha fatto sì che le raffinerie italiane arrivassero a chiudere lasciando centinaia di lavoratori senza prospettive . Nel territorio milanese sono state gestite due mobilità importanti, la chiusura della raffineria Tamoil e quella conseguente al calo improvviso delle vendite di Shell. La tendenza di questo tipo di aziende, come è stato evidenziato dalla relazione è quella “d’investire sempre più all’estero e la popolazione di lavoratori italiani espatriati aumenta di giorno in giorno grazie al loro alto livello di competenze, ma questo fa emergere nuovi problemi e nuove necessità a cui rispondere a partire proprio dalle garanzie di tipo sindacale”.
Gas e acqua – “Nell’ultimo quadriennio il settore del gas e quello dell’acqua hanno subito fortissimo cambiamenti. Nello specifico, l’area Milanese ha optato per la costruzione di due Ambiti territoriali. La città gestita da metropolitana milanese e la provincia da Amiacque. Più complesso ancora il settore del gas dove “E’ in atto una nuova ‘nazionalizzazione della distribuzione: il gruppo F2i con una partecipazione del Ministero del Tesoro dopo l’acquisizione del 70% di Enel rete gas , la totalità di Eon e di G6 diventando così il secondo distributore dopo Italgas. Diametralmente opposta la situazione della commercializzazione che ha visto la nascita di molte società grandi e piccole e l’affermarsi di politiche aggressive sul fronte degli sconti e delle bollette duali (gas+ elettricità). Attenzione, infine, all’evoluzione delle ex municipalizzate, in particolare A2A (8mila dipendenti di cui 700 nel settore gas) e alla messa in gara (2014) del servizio da parte del comune di Milano.
Chimico –farmaceutico . Il settore chimico gode di una discreta salute, anche negli ultimi anni l’occupazione è calata, sono aumentate le delocalizzazioni, soprattutto per seguire i mercati emergenti, ma hanno influito anche il costo dell’energia e l’eccessiva burocrazia. Nel settore farmaceutico, in Lombardia ci sono insediamenti fra i più importanti di Europa, si sono persi 10mila post di lavoro negli ultimi cinque anni con un calo delle produzioni del 6,2%. Tra le categorie più colpite ci sono gli informatori scientifici.
Gomma e plastica - il saldo negativo della produzione rispetto agli anni precedenti è del 20% con un aumento, pari al 55% del fatturato, della quota destinata all’esportazione (in maggioranza paesi europei). Gli effetti della crisi si stanno facendo sentire in particolare per gli Articoli tecnici destinati all’auto (-50%9 ma interessano anche altre filiere quali elettrodomestici e elettrotecnico. La plastica ha retto per gli imballaggi mentre per i tubi si registra un – 45% (meno grandi opere, manutenzioni dei Comuni ferme, gare al massimo ribasso ecc.)
Tessile-Moda - i riflessi della crisi internazionale sono pesanti e in alcuni casi drammatici. Tra il 2007 e il 2011 l’occupazione è calata del 13, la produzione del 16% , il fatturato dal + 7 del 2010 al – 7 dell’anno successivo. Da sottolineare la peculiarità del settore e la sua articolazione per business, con poche aziende che guadagno molto, soprattutto grazie all’export verso i Paesi emergenti dove i prodotti di qualità e di lusso sono richiesti) ma anche al mercato interno (i ricchi continuano a spender anche se con parsimonia) e altre (tantissimi) che, se non chiudono, registrano risultati poco rassicuranti. Le aziende milanesi confermano l’andamento nazionale: nella city c’è il cervello direzionale del brand e una buona tenuta occupazionale, mentre nella provincia, dove la crisi si fa sentire maggiormente, la maggior parte della produzione.
In questo quadro complesso e in continua evoluzione ( tessuto produttivo, normativa, contrattualistica) si muove l’attività di Femca (oltre 4700 iscri a Miolano a cui vanno aggiunti i 2000 di Legnano-Magenta) e l’aggregazione con i comprensori di Legnano e Magenta “ L’accorpamento delle due strutture -si legge nella relazione- contribuirà a creare una Femca territoriale decisamente più forte e completa, infatti a una caratterizzazione del comprensorio milanese fortemente incentrato sul comparto chimico, con un importante comparto energia e una piccolissima entità del comparto moda, si aggiungono quelli di Legnano e Magenta dov’è presente un importate comparto tessile moda”
La nuova segreteria: Massimo Zuffi, riconfermato segretario generale, Francesca Adriatico, Salvatore Di Rago, Antonello Monti, Eustachio Rosa, Vito Zagaria