.
SPECIALE CONGRESSO
CONGRESSO CISL

Bonanni: noi contrattiamo, la politica governi

Intervento del segretario generale nazionale all'evento della Cisl Milano Legnano Magenta. Tuoni contro la classe dirigente "in stallo" . Il sindacato si sta snellendo, accorpando categorie e territori. Ora tocca agli altri.

L’unità e la ragionevolezza dell’azione sindacale anzitutto. Questa la priorità per Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl nazionale, intervenuto al congresso milanese della Cisl Milano Legnano Magenta. Ma la maggior parte del suo intervento è stato rivolto a passare in rassegna errori, disastri e mancanze dell’azione della classe politica. «Con il blocco della contrattazione del pubblico impiego negli ultimi 3 anni il potere d’acquisto per quei lavoratori è calato del doppio rispetto a quanto è aumentata l’inflazione. Per i pensionati va peggio e per questo i consumi si contraggono di anno in anno del 4%. Il nostro tessuto produttivo è manifatturiero, tradizionalmente secondo solo alla Germania e per questo ne risente molto».

Per fortuna l’export regge del +2.5%, ha fatto notare il segretario «ma non basta perché l’Italia importa il -8% di merci l’anno e la conseguenza sull’occupazione è devastante. Anche la proverbiale attitudine della famiglia italiana a risparmiare sta venendo meno. Non ce la si fa a mettere da parte e soprattutto si è messa già mano alle riserve».

SVOLTA – Bonanni ha però parlato di una svolta culturale da mettere in atto alla platea di delegati e uditori della Cisl milanese. «Basta constatare la febbre senza analizzare le cause dell’infezione sappiamo tutti che la responsabilità di tutto ciò deriva da 20 anni di bipolarismo politico distruttivo che ancora oggi sta rovinando il Paese. Noi non possiamo rimanere inerti di fronte alla fuga della classe dirigente che si allontana dalle proprie responsabilità. Ed è per questo che anche alle nuove forze politiche dobbiamo imporre l’assunzione di responsabilità. Che governino ora, senza andare a nuove elezioni, perché è per questo che sono state votate».

Bonanni ha sostanzialmente equiparato il modus operandi di sindacalisti e politici: «Anche noi siamo chiamati sempre a mediare, dare risposte e contrattare. La politica è strumento di governo. Il sindacato è capacità di fare l’interesse comune. Basta con le beghe di quartiere, bisogna pensare al bene comune».

TRE PUNTI – Poi è arrivato l’atteso momento delle proposte. La prima, sul fronte fiscale, «è quella che andiamo ripetendo da anni: equità e giustizia e continueremo battaglia perché sia rispettata la legge. È scandaloso che le forze politiche non abbiano fatto niente per condannare gli atti intimidatori degli evasori. Bisogna condannarli perché non è possibile accettare che a pagare siano sempre i pensionati e i dipendenti». Il segretario dice che è «il momento di accettare le indicazioni delle direttive europee che dicono di passare gradualmente da una tassazione diretta a quella indiretta, legata all’acquisto dei beni che riguardano tutti».

Secondo punto del disegno cislino è quello relativo alla spesa pubblica, la revisione del pubblico impiego e l’assetto territoriale amministrativo. «L’impianto amministrativo è malato di elefantiasi, spesso non è efficiente e costa molto. Anche il cosiddetto federalismo è una bestialità com’è inteso ora. Affidare la potestà dei trasporti alle regioni è incomprensibile, nemmeno confederazioni enormi come Usa, India o Australia lo hanno fatto. E poi c’è la questione delle municipalizzate, dei comuni e delle piccole istituzioni. Bisogna unirli tutti». Bonanni ha detto che ha proposto una commissione politica e partecipata dalle parti sociali per rivedere compiutamente tutto il settore del pubblico impiego «che è stato gettato nello scredito senza motivo».

La terza questione che ha affrontato il segretario ha valenza importante soprattutto all’interno della Cisl. Da 124 territori in cui era diviso il sindacato fino a poco tempo fa, si sta passando a 59 aree nazionali. «Quando la politica non riesce nemmeno a mettersi d’accordo su un punto cruciale come l’eliminazione delle provincie, che porta con se anche questure e prefetture, noi siamo riusciti senza drammi a cambiare già la nostra organizzazione. Nel nostro piccolo stiamo avvicinando la Cisl a un modello più moderno, con esigenze di sobrietà, risparmio e cambiamento fondato sul buon senso». Presto le categorie sindacali da 17 passeranno a 7. Questo perché – ha concluso Bonanni – bisogna impiegare meglio le persone e andare al cuore della nostra funzione: la contrattazione».

15/03/2013
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it