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Due i punti in discussione al congresso: l’apparato burocratica da snellire e il problema della medicina difensiva. Poi c’è il nodo degli organici sotto numero sufficiente. I tempi dell’eccellenza, anche in Lombardia sembrano passati.
«Dobbiamo contribuire alla riorganizzazione del sistema sanitario perché i finanziamenti tornino a essere fonte di sostegno per farmaci, utenti e lavoratori». Questa la linea tracciata al congresso di Cisl Medici di Milano da Basilio Tiso, confermato segretario generale dell’organizzazione sindacale, che d’ora in poi si batterà per lo snellimento dell’apparato burocratico che anche in tema di sanità prosciuga i soldi.
La semplificazione del sistema, si è convenuto al congresso tenuto a Palazzo Cusani, va di pari passo con il sostegno della categoria “sotto stress”. Dice il segretario, che attualmente è direttore sanitario della clinica Mangiagalli: «Troppe denunce, troppi avvocati e troppa medicina difensiva. Questo genera una mole in più di lavoro che si potrebbe evitare. Aiutiamo il medico a lavorare in serenità e soprattutto con organici adeguati».
PILASTRO - Discutere sulla sanità e il modello organizzativo di uno dei pilastri della vita di uno Stato equivale il più delle volte a considerare la riforma del lavoro e dell’assistenza socio-sanitaria.
Il sistema di assistenza (sanitaria e previdenziale, quest’ultimo soprattutto dopo la riforma Fornero) è oggi tra i meno costosi tra quelli dei paesi occidentali e in particolare il Sistema Sanitario garantisce universalmente a tutti livelli di copertura assolutamente eccellenti: medico di medicina generale e ricoveri ospedalieri gratuiti per tutti; medicina specialistica gratuita per tutti coloro con gravi patologie e con pagamento ticket solo per le fasce meno deboli della popolazione
Inoltre i medici italiani lavorano di più degli europei, soprattutto nella fascia under 40. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale però finanzia e promuove altre attività produttive (industrie farmaceutiche, di produzione e vendita attrezzature).
Luci e ombre che un sindacato, in questa fase, non può ignorare. No si può solo contrattare, ma anche proporre nuovi modelli organizzativi generali, legati ovviamente al territorio.
La Cisl Medici di Milano ha come obiettivo il ripensamento dell’attività sanitaria in loco.
La Lombardia deve confrontarsi, nei diversi settori, con le migliori regioni d’Europa, perché è ovvio che in Italia, a prescindere da chi governa, è facile che primeggi. Cullarsi sull’idea che la sanità lombarda sia un po’ migliore della sanità di altre regioni è fuorviante.
La legge 31 che 10 anni fa ha equiparato le strutture sanitarie pubbliche a quelle private, ha avuto i suoi meriti, ma prospettava un’organizzazione sanitaria compatibile con maggiori risorse statali dedicabili, con una popolazione più ricca dell’attuale o con altri fondi, come ad esempio quelli assicurativi, a disposizione. Secondo Cisl Medici ha nella pratica aggiunto alla vecchia rete di servizi pubblici, soprattutto nelle aree metropolitane, in particolare quella milanese, una serie di strutture private (Humanitas, multimedica, potenziamento san Raffaele, strutture di laboratorio) ,che aumentando l’offerta ha di fatto drogato il sistema ospedaliero e della specialistica per acuti: sono aumentate a dismisura le prestazioni sanitarie, soprattutto quelle più costose.
RICHIESTE - La crisi economica sta facendo saltare tutto. Alcune scelte strategiche iniziali sono state miopi. Attualmente in campo ospedaliero il pubblico si fa carico della medicina, dell’ostetricia, della pediatria, mentre, almeno a Milano il privato ha l’egemonia in campo chirurgico, con scarsa capacità da parte di entrambi a creare una scuola vera.
Il sistema sanitario lombardo, però, fino ad ora non è stato in grado di dare una risposta altrettanto convincente ai malati cronici ed ai pazienti più deboli con pluripatologie .
Molti privati si stanno dimostrando giganti dai piedi di argilla. Il pubblico non appare in grado di garantire quanto garantito fino agli anni 90. I finanziamenti sono in regressione reale.
Il sindacato dei medici della Cisl da qui in avanti chiederà semplificazione per diminuire il peso dell’apparato rispetto a chi realmente eroga il servizio. Per Milano e provincia basta una sola ASL e una Azienda Ospedaliera pubblica.
Il privato, se agisce in ambito SSN, deve avere tutte le regole del pubblico. La spinta commerciale in questi anni ha fatto offrire di tutto. Lo strumento delle linee guida deve essere reso obbligatorio. È necessaria una revisione del piano di nuova edilizia sanitaria , che tenga conto delle attuali necessità ospedaliere e dia garanzie agli operatoti del settore. Si possono riconvertire piccole strutture ospedaliere, sia pubbliche (ad esempio CTO, Macedonio Melloni) che private.
La riorganizzazione della sanità nell’area metropolitana milanese per cui si batte Cisl Medici parte soprattutto tutela di anziani, scarsamente autosufficienti e poveri.
Cisl Medici vuole creare una rete di ospedali a bassa intensità di cure (ad esempio riqualificando il CTO) e alcuni trasformarli in hospice. Poi c’è la figura del medico. A Milano ci sono 3 Università e 3 poli (20 anni fa ce ne era una) con 40 lauree in professioni sanitarie, che hanno creato illusioni e che stanno mettendo in crisi la stessa chiarezza nell’erogazione dei servizi sanitari. Bisogna proporre una revisione critica del valore e della necessità delle cosiddette lauree delle professioni sanitarie. Per dirigere gli infermieri di un reparto potrà forse essere necessaria la laurea, ma per fare l’infermiere semplice forse no. Bisogna garantire ai medici ospedalieri tutte le tutele antistress orario di lavoro giornaliero non superiore alle 10 ore, riposo di almeno 11 ore, ferie, aggiornamento, guardia su non più di 60 letti, non più di 4 guardie e 10 reperibilità al mese.
Senza considerare il rischi giudiziari della professione. Il contenzioso giudiziario che interessa i medici è in continuo aumento (+134% in 15 anni), un fenomeno che provoca, come si è detto, la crescita della medicina difensiva, con quasi il 70% dei medici che propone un ricovero quando non è necessario e il 61% che suggerisce più esami del dovuto. I costi della medicina difensiva ammontano ad un valore compreso calcolato tra 12 e 20 miliardi di euro annui secondo il ministro della Sanità.
Segretario generale: Basilio Tiso. Segreteria della Cisl medici milanese: Antonio Grieco e Maria Elena Pallaroni.