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MOBILITAZIONE

Possibili scioperi alla Scala

Il Cda del teatro non ha ratificato l'accordo sulla diaria nelle tournée stipulato lo scorso maggio. A rischio gli spettacoli dal 18 ottobre.

I sindacati della Scala hanno annunciato scioperi a partire dal 18 ottobre, data della prima rappresentazione del Giulio Cesare di Haendel. Il motivo è che ieri il Cda del teatro non ha ratificato l'accordo sulla diaria nelle tournée stipulato lo scorso maggio. Cgil, Cisl, Uil e Fials chiedono "un incontro urgente per affrontare - spiega la dichiarazione dello stato di agitazione - le questioni di merito, compresi gli effetti retributivi per il personale che ha partecipato alle trasferte già effettuate".

Sembra quindi essere arrivata alla fine la pace sindacale che ha contraddistinto la gestione del sovrintendente uscente Alexander Pereira. L'annuncio dello stato di agitazione e di possibili "azioni di sciopero" arriva infatti il giorno dopo l'ufficializzazione dell'addio del manager austriaco dal 15 dicembre e l'arrivo, prima come sovrintendente designato e dal primo marzo come guida vera e propria, di Dominique Meyer, che ieri si è presentato ai membri del cda. Ieri, alla fine del consiglio di amministrazione, il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro, aveva parlato della questione della diaria per le tournée ormai insufficiente come di un "problema che sta esplodendo", ma aveva aggiunto che le
indennità sono definite per legge e quindi non possono essere modificate, se non con un intervento legislativo. Per questo aveva chiesto al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini di inserire una variazione delle tabelle nella prossima
finanziaria.

Le sue parole non sono però bastate ai sindacati, che lo scorso 21 maggio hanno firmato con la direzione un accordo per introdurre una nuova indennità di disagio all'estero di 50 euro per molti Paesi, ma non tutti (non è riconosciuta ad esempio in Svizzera, Stati Uniti o Arabia Saudita). Un accordo che per entrare in vigore però aveva bisogno del via libera del consiglio.  Le attuali tariffe per le trasferte, hanno spiegato i sindacati, sono ferme dal 2001 e non permettono di coprire le spese di vitto in città costose come Shanghai, dove la Scala sarà in tournée con due opere proprio questo mese. In pratica costringendo i lavoratori coinvolti a rimetterci di tasca propria.

(ANSA).

01/10/2019
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