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Manifatturiero a Milano: dati positivi, ma non mancano le preoccupazioni

I numeri del Servizio Studi della Camera di commercio. Gerla, Cisl: "Serve un cambio di passo. Bisogna investire nel lavoro, nelle infrastrutture, nelle tecnologie, nella formazione".

Chiusura positiva per l’industria manifatturiera e per l’artigianato a Milano, Monza e Brianza e Lodi, ma non mancano le preoccupazioni per il futuro, anche in considerazione degli scenari che si aprono nel Paese dopo l’approvazione della manovra economica.

E’ quanto emerge da un’anticipazione dei dati del quarto trimestre 2018 del Servizio Studi della Camera di commercio di Milano, Monza-Brianza e Lodi.
Nel periodo osservato le imprese milanesi hanno registrato una crescita a livello tendenziale per produzione (+2,6%), fatturato (+1,8%) e ordini (+3,8%). In aumento  l’industria anche a Monza e in Brianza (in un anno +1,8% produzione, +4,4% fatturato, +6,2% gli ordini esteri) e andamento positivo a Lodi per produzione (+3,3%), fatturato (+6,6%)  e ordini (+8,3%).

“Pur apprezzando il quadro emerso, che è complessivamente positivo – osserva il segretario generale della Cisl milanese, Carlo Gerla -, pensiamo che si debba mantenere  un approccio prudenziale, perché rispetto alle previsioni del 2019, sia a livello-Paese, che per il territorio metropolitano, sono arrivati i primi segnali concreti di allarme. Mi riferisco, in particolare, a quanto accaduto in questi primi periodi dell’anno nell’area legnanese, con alcune crisi aziendali che hanno coinvolto circa 700 lavoratori  e provocato una forte riduzione di salario. Non solo: preoccupa anche il dato sulle previsioni in termini di produzione e fatturato, con il 28% delle imprese che parla di  riduzione”.

L’invito del sindacato è a non abbassare la guardia.

“Come ha dimostrato la grande manifestazione di Cgil, Cisl e Uil del 9 febbraio scorso a Roma – aggiunge Gerla -, nel Paese c’è la forte esigenza di un cambio di passo, di un impegno straordinario del Governo per rivedere le misure della manovra di bilancio, che sono miopi e recessive. Occorre investire nel lavoro, nelle infrastrutture materiali e immateriali, in politiche industriali che rispettino l’ambiente, in interventi mirati sulla formazione continua; servono sgravi fiscali veri, dedicati alle assunzioni a tempo indeterminato, alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione. Occorre, in definitiva, che tutti i soggetti coinvolti a livello territoriale si diano da fare per affrontare al meglio le nuove sfide”.

L’andamento dell’industria milanese tra ottobre e dicembre 2018
La produzione industriale manifatturiera registra un +2,6% su base annua rispetto al +1,9% lombardo (+0,5% la variazione congiunturale rispetto al terzo trimestre 2018), mentre l’incremento del fatturato totale si attesta a un +1,8% rispetto al +3,3% regionale su base annua (+0,1% a livello congiunturale). Ciò è dovuto soprattutto al divario nella crescita del fatturato estero milanese, positivo (+2,7%), ma inferiore a quello lombardo (+5,4%), mentre l’aumento del fatturato interno è simile (+1,3% rispetto al +1,9% regionale). Gli ordini totali registrano una variazione in un anno del +3,8% (rispetto al +2,7% lombardo), trainati dalla domanda interna (+4% rispetto al +2,3% regionale), ma anche da quella estera (+3,4%). Rispetto al terzo trimestre 2018 cresce la domanda interna (+1,8%), rallenta il mercato estero (-1%).

13/02/2019