IMMIGRATI
INDAGINE

In Lombardia lo "Ius soli" è nei fatti. Un neonato su 5 è straniero (per la legge)

Presentato il XXVI Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes. Bove, Cisl: "L’aggiornamento della normativa sulla cittadinanza è un atto di buonsenso". La sintesi e i dati lombardi.

Un nuovo nato su cinque non è italiano e su 100 studenti stranieri, ben 64 risultano venuti al mondo, da qualche parte, nei confini nazionali. Basterebbero questi due dati, riferiti alla Lombardia, per rendersi conto che l’attesa riforma della legge sulla cittadinanza non è soltanto un atto di civiltà, ma anche la certificazione di una realtà esistente, strutturale, con cui bisogna convivere. Piaccia o no a Salvini e Grillo.  Ma c’è dell’altro: i numeri del XXVI Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes “Nuove generazioni a confronto”, illustrato ieri a Milano, dicono che cresce la voglia di avere in tasca la carta d’identità fra chi oggi non ce l’ha. Per la prima volta (tra 2015 e 2016) il numero degli stranieri residenti in Lombardia  (1.149.011, pari all’11,5% della popolazione regionale) è in leggero calo (-0,3%), ma, come sottolineato anche dall’Istat, il fenomeno si spiega con l’aumento progressivo degli stranieri che diventano italiani: 54mila, il 27% delle nuove cittadinanze registrate nel Paese.

“I dati – ha sottolineato il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti -  mostrano che in Lombardia sta avvenendo una progressiva integrazione della popolazione straniera. Gli immigrati arrivati negli anni passati acquisiscono la cittadinanza e diventano italiani. Oltre la metà degli alunni stranieri sui banchi di scuola nella nostra regione potrebbe avere le carte in regola per diventare italiana se fosse approvata la legge sullo Ius soli. È venuto il tempo di prendere atto di questa realtà”.

In questo quadro di sostanziale stabilità delle presenze, la Lombardia rimane la regione più attrattiva d’Italia: quasi un cittadino straniero su quattro - il 22,9% dei 5.026.153 regolarmente soggiornanti sul territorio italiano - vive qui. Una percentuale di ben 10 superiore punti a quella del Lazio (la seconda regione più multietnica), dove gli immigrati sono il 12,8%.

“L’aggiornamento della normativa sulla cittadinanza – ha osservato il presidente di Anolf e responsabile Immigrazione Cisl Milano, Maurizio Bove - è innanzitutto un atto di buonsenso. Un’indagine Demos dice che 3 italiani su 4 sono d’accordo. In realtà occorrerebbe inserirla in una riforma complessiva della legislazione sull’immigrazione. Invece di alzare muri, addirittura contro i bambini, bisognerebbe favorire percorsi di integrazione per chi ha deciso di vivere e lavorare nel nostro Paese. Purtroppo molti preferiscono cavalcare la paura delle persone per motivi elettorali”.

La Lombardia è la prima regione anche per numero di matrimoni con almeno un coniuge straniero (17,4%),  per occupati stranieri (22,8%), per presenza di imprese il cui titolare è extra-comunitario (66.766, il 18,9%). Gli stranieri con un lavoro si concentrano maggiormente nei servizi (62,8%) e nell’industria in senso stretto (19,4%). Seguono costruzioni (9%) e commercio (7,1%). Marginale (1,8%) l’agricoltura.  Secondo il Rapporto, le province di Milano, Brescia e Bergamo nel loro insieme ospitano il 64% della popolazione straniera regionale.  Le comunità maggiormente presenti sono la romena, la marocchina e l’albanese. Ma la multiculturalità è ancora più evidente nelle scuole. Gli alunni stranieri sono 203.979, il 14,5%, della popolazione scolastica.  Per quanto riguarda gli ordini, la quota più consistente è concentrata nella scuola primaria (38,5%), con a seguire quella dell’infanzia (21,1%). Ma i dati sulla secondaria di 1° e 2° grado (20% e 20,4%) dimostrano che il percorso verso l’integrazione è stato ormai intrapreso.


22/06/2017
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it
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