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Giornata della Memoria: parla il direttore del Museo di Auschwitz

Piotr Cywinski, 44 anni, polacco, racconta la sua esperienza nel libro “Non c’è una fine: trasmettere la memoria di Auschwitz” (Bollati Boringhieri). La recensione su Via Po, l'inserto culturale del quotidiano della Cisl, Conquiste del Lavoro.

“Una cosa mi ha colpito particolarmente quando ho iniziato a lavorare qui; la sera, a cena, di solito non ci viene rivolta quella domanda che viene fatta in così tante altre famiglie: <<Amore, com’è andata oggi al lavoro?>>”. Piotr Cywinski, 44 anni, nativo di Varsavia, storico, cattolico (il padre era amico personale di papa Wojtyla), è dal 2006 direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, il Luogo (è lui a usare la maiuscola) simbolo del Male Assoluto, della disumanizzazione dell’Uomo, “dell’Indicibile” come sostiene Liliana Segre, una delle ultime persone ancora in vita, fra quelle che riuscirono a tornare a casa dall’inferno. Cywinski ha raccontato la sua esperienza e il significato del campo di sterminio oggi, nel libro “Non c’è una fine: trasmettere la memoria di Auschwitz” (Bollati Boringhieri), presentato nei giorni scorsi a  Milano, al “Binario 21”, la galleria sotterranea della stazione Centrale – oggi Memoriale della Shoah –, da cui, durante la guerra, partirono verso la morte ventitré convogli carichi di ebrei e deportati politici (Liliana Segre è tra i 22 superstiti – su 605 in lista – del viaggio del 30 gennaio 1944).

In allegato la recensione del libro.

30/01/2017
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it
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