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Lombardia: servizio sanitario anche per i figli di stranieri privi di permesso di soggiorno

Critiche le associazioni: bene la proroga, ma serve una campagna informativa adeguata  e una soluzione stabile. La salute per i bambini è un diritto fondamentale, non sperimentale.

Importante ma non sufficiente la proroga delle regole per l’iscrizione dei minori stranieri con genitori senza permesso di soggiorno al Servizio Sanitario Regionale della Lombardia (SSR), stabilite in via sperimentale per un triennio dalla Regione a seguito dell'accoglimento di un ricorso da parte del Tribunale di Milano contro l'amministrazione regionale.

Lo affermano le associazioni  Anolf Cisl Milano, ASGI, Avvocati per Niente e NAGA che tre anni fa avevano promosso un 'azione legale per ottenere l’accesso al servizio sanitario  pediatrico dei minori stranieri figli di genitori privi di permesso di soggiorno.

“Prendiamo atto della scelta della Regione di prorogare di un anno la fase di sperimentazione -  afferma  Maurizio Bove, presidente di Anolf Milano -; soprattutto perché, in assenza di proroga, la sperimentazione sarebbe cessata  al 31.12.2016 lasciando privi di tutela numerosi minori in Lombardia. Tuttavia va necessariamente trovata una soluzione stabile che tuteli il diritto alla salute dei bambini, qualunque posizione giuridica essi abbiano”.

L'attuale  decisione della Regione appare del tutto insufficiente secondo le associazioni perché:

- Trattasi ancora una volta di soluzione provvisoria che si limita a differire di un anno una soluzione stabile, laddove invece sarebbe necessario assumere una decisione definitiva, consentendo stabilmente e definitivamente l’iscrizione dei minori al SSR, con facoltà di scelta del pediatra;

- La proroga risente dei medesimi difetti già individuati tre anni fa : non consente una vera e propria iscrizione ad un pediatra in maniera continuativa, come accade per gli altri minori, ma permette  l'accesso a un pediatra a scelta volta per volta, con il rischio di far venir meno il principio di continuità della cura da parte di un medico che conosca effettivamente la storia sanitaria del minore;

- Viene mantenuta l’esclusione dei minori dai 15 ai 18 anni che invece devono godere della stessa garanzia degli infraquattordicenni nell’accesso al SSR

- La Regione non ha mai fornito dati in ordine all’ esito della sperimentazione , impedendo una verifica circa la fase sperimentale;

- E’ completamente mancata e tuttora non è stata programmata una campagna informativa dedicata alla sperimentazione per consentire ai genitori privi di permesso di soggiorno – che per la loro condizione sono ovviamente poco propensi ad accedere ai servizi pubblici – di esercitare effettivamente il loro diritto. E' inaccettabile che a tutt'oggi gli stessi sportelli delle aziende sanitarie non diano informazioni sulla intervenuta proroga.

Le associazioni invitano pertanto la Regione ad aprire al più presto un dialogo con la società civile  al fine di pervenire  ad una scelta definitiva, come peraltro molte regioni hanno già fatto che risponda adeguatamente alle problematiche sopra segnalate.

22/12/2016