MONDO CISL
LUTTO

La Cisl di Milano piange la scomparsa, a 100 anni, del segretario Sandro Pastore

Galvagni: “Punto di riferimento fondamentale, anche per i giovani sindacalisti”. I video della festa di compleanno in via Tadino e di una "chiacchierata" di qualche mese fa. Il ricordo di Maria Grazia Fabrizio.

La Cisl milanese piange Sandro Pastore, componente della prima segreteria del sindacato di via Tadino, scomparso ieri sera a 100 anni.


Nato a Milano il 19 febbraio 1916, subito dopo il servizio militare - è stato combattente in Russia –, si impegna nel sindacato unitario come componente della corrente cristiana. Proveniva dalla Brill, fabbrica chimica che produceva lucido per scarpe. E’ attivo prima nella bassa milanese, a Codogno, con i braccianti agricoli, poi nella zona di Rho e Monza. A metà degli anni ‘50  entra nella segreteria della Cisl di Milano, e ne diventa segretario organizzativo, fino alla pensione. A 100 anni era ancora iscritto alla Fnp, il sindacato cislino dei pensionati.


“Sandro Pastore – osserva Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl milanese – ha dedicato tutta la vita all’attività sindacale. Lo ricordiamo per il suo impegno a difesa dei lavoratori e dei più deboli, per la grande umanità, ma anche per il suo amore per la poesia, che abbiamo imparato a conoscere attraverso i versi scritti in dialetto meneghino. Attento alle cose del mondo, fino all’ultimo è stato vicino alla ‘sua Cisl’. Per noi, anche per i sindacalisti più giovani, resta un punto di riferimento fondamentale”.


I 100 anni di Pastore erano stati festeggiati, in sua presenza, il maggio scorso in via Tadino, durante una cerimonia che ha messo insieme musica (i canti del lavoro) e poesia (i suoi componimenti sono raccolti in un volume  - “Sono solo tiritere” -, edito da Job, la rivista della Cisl milanese). Anche in quella occasione Pastore aveva mostrato il suo spirito vivace, sollecitando chi fa sindacato a tenere “sempre accesa la scintilla, la favilla sotto la cenere che alimenta le speranze”.

IL RICORDO DI MARIA GRAZIA FABRIZIO (EX SEGRETARIA GENERALE DELLA CISL DI MILANO)

“I grandi saranno ricordati nei libri di storia ma quelli fondamentali sono gli altri”. E’ uno dei fondamenti del pensiero e della vita di Sandro Pastore citato da Maria Grazia Fabrizio nel saluto al collega sindacalista e, soprattutto amico,  in occasione dei funerali dello storico dirigente della Cisl che sono stati celebrati mercoledì 24 agosto nella chiesa dell’Istituto Palazzolo di Milano, di cui Pastore, 100 anni compiuti il 19 febbraio scorso, era ospite.  Insieme ai parenti, gli amici di una lunga e intensa esistenza e tanti cislini di ieri e di oggi, per i quali Sandro è sempre stato, fino all’ultimo, fino alla recente festa per il suo ultimo compleanno, è stato punto di riferimento come sindacalisti e ancor più come uomo.

“La Cisl – ha esordito Fabrizio, già a capo della Cisl milanese -  avrà modo nelle sedi più opportune di ricordare il grande impegno di Sandro nel sindacato. In questo momento non posso che ringraziare il segretario generale Danilo Galvagni che ha voluto farmi il regalo, conoscendo l’affetto che mi legava a Sandro, di esprimere qualche parola in suo ricordo.

Quel che è certo è che Sandro ha attraversato i periodi tumultuosi della storia recente non rimanendo mai indifferente o passivo spettatore, bensì cercando di fare la sua parte con la sua carica di umanità, onestà, serietà e rigore morale.

Il peso e la violenza della dittatura, che Sandro definiva “un insulto alla dignità dell’uomo”, la guerra in Russia dove nel Natale del 1942 Sandro sentì vacillare i suoi convincimenti vedendo tanto insulso orrore, lo portarono a una riflessione profonda che troverà in una frase del Cardinal Martini la risposta che cercava e che intuitivamente aveva trovato: “La massima libertà è quando Dio tace”.

E allora ecco il Sandro del dopoguerra, deciso a lavorare per la ricostruzione del Paese ed è così che nasce il suo impegno sociale a partire dall’attività sindacale di cui andava particolarmente orgoglioso tra i contadini della bassa milanese, nel rhodense, in Brianza e infine nella segreteria della Cisl di Milano come segretario organizzativo fino alla pensione e dopo sempre disponibile a portare la sua esperienza nei corsi di formazione per i giovani sindacalisti che lo ascoltavano a bocca aperta e sempre attento fino all’ultimo giorno al lavoro del sindacato.


La sua ironia (chiamava le sue bellissime poesie in milanese “tiritere"), era proverbiale e partiva da sé e dal mondo che lo circondava. E sono forse questo vivere lieve, insieme al grande amore contraccambiato per la famiglia, che l’hanno aiutato ad affrontare i tanti passaggi difficili della sua vita, quando l’età cominciava a lasciare i suoi segni e a privarlo di alcune libertà.

Ma, fedele ai suoi convincimenti, in qualunque situazione, ha saputo dare spazio all’amicizia, al contatto umano a partire dal Centro diurno che chiamava “il mio asilo”, a Casa Aurora nella quale era diventato un punto di riferimento e infine al Palazzolo dove gli amici ospiti chiedevano: quando viene a tavola…è così bravo! Sempre amato da volontari e personale, dimostrando che la vecchiaia non è una malattia bensì un fatto naturale da accettare e capire.

Modesto, sempre meravigliato di essere considerato una figura importante nella storia della Cisl, quando voleva parlare del sindacato diceva che i grandi saranno ricordati nei libri di storia ma quelli fondamentali sono gli altri… cito dalla sua poesia tradotta “Il premio”:  “A coloro che hanno trascorso tutta una vita senza chiedere un premio, un regalo, pieni di attenzione e di amore per il prossimo, insomma i nostri attivisti … a loro il premio, a loro che unitamente al cuore muovono le braccia, le gambe, la testa, pazienti come certosini, agli umili, pieni di fede, ai poveri stracci che hanno rivestito la Cisl di seta!!”.

E in uno scritto che oggi sa di eredità da custodire nei nostri cuori e da attuare nei nostri gesti, così Sandro ci saluta: “Un numero immenso di genti, nomi, cognomi, volti, sorrisi, caratteri differenti, amici ed avversari, uomini, donne, pure se scomparsi, sono qui con noi! Al bando la commozione perché viva è la certezza che per tutti i cislini è valso e vale ancora, il monito di Ettore Calvi, il nostro primo segretario generale: …non noi, ma quello che da noi si attende, ci sia di guida. Ve saludi Sandro Pastore”.

Facendo nostro l’invito del beato don Carlo Gnocchi nella cui casa oggi ci troviamo “Amis, ve racumandi la baraca” ti diciamo: “Grazie di averci costruito la baracca, faremo del nostro meglio per conservarla ma soprattutto ti diciamo: arrivederci Sandro!”.

Guarda il video della festa per i 100 anni su You Tube

Guarda l'intervista a Sandro Pastore su You Tube

22/08/2016
Mauro Cereda -