ATTUALITÀ
EMERGENZA ABITATIVA

Case comunali, Sicet: demagogico e inefficace il fondo da 800 mila euro

La morosità supera i 100 milioni e le famiglie povere sono migliaia.  Nel 2015 inevaso il 32% delle bollette. 

L’iniziativa di Palazzo Marino, che ha istituito un fondo da 800 mila euro  da erogare alle famiglie più povere che vivono nelle case comunali, è demagogica e inefficace. E’ quanto denuncia il Sicet di Milano.

“Intanto – osserva Ermanno Ronda, segretario del Sicet milanese – si sta parlando di uno strumento che esiste da almeno 25 anni, quindi non nuovo. In sostanza questo provvedimento è solo uno spostamento di risorse destinate alla morosità pregressa ad un ipotetico intervento ‘straordinario e sperimentale’ per prevenire la morosità futura. Una mera partita di giro tra due capitoli di bilancio viene spacciata come un innovativo strumento di tutela sociale”.

Il contributo, secondo l’assessore alla Casa Daniela Benelli, raggiungerebbe circa 1.000 famiglie, una minima parte delle oltre 6.000  attualmente collocate nell’area della protezione che, in realtà, ne avrebbero identico diritto.

“Quello che l’assessore non dice – aggiunge il segretario del Sicet – è che queste risorse si sono ottenute azzerando il contributo di solidarietà che veniva utilizzato per coprire i debiti maturati dalle famiglie in grave disagio economico e sociale residenti nelle case comunali. Famiglie che resteranno prive di tutela ed esposte a sfratto”.

La morosità consolidata è aumentata nel tempo in modo esponenziale. Oggi siamo ad oltre 100 milioni di euro, per effetto, soprattutto, dell’aumento del costo dei servizi, della cattiva gestione di tutti questi anni (gestori privati, Aler e MM) maturata senza alcun reale controllo da parte del Comune, e ovviamente dalla crisi economica che ha pesato sui redditi famigliari. Solo nel 2015 il mancato pagamento dei bollettini ha raggiunto circa il 32% dell’emesso: significa che su un “bollettato” annuale complessivo di circa 95 milioni per canone e spese, il Comune ne ha incassati  65 milioni.

“Ciò che serve – conclude Ronda - non è dare contributi a una minoranza di famiglie,  spendendo in modo inefficace le poche risorse disponibili, ma agire per ridurre drasticamente i costi del riscaldamento e dei servizi, individuare le famiglie con reale incapacità di pagamento e intervenire, di conseguenza, per risolvere la morosità, attraverso un accordo sindacale. Su questi temi le nostre proposte  sono sempre state molto precise e concrete, e non si sono mai fermate alle chiacchiere e alla demagogia”.

16/06/2016
-
ALLEGATI