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EMERGENZA CASA

Milano, denuncia Sicet: sfrattata famiglia con tre bambini

Il Comune, che conosceva il caso da oltre 2 mesi, pur in presenza di bambini non riesce a trovare una soluzione alloggiativa immediata, neppure di emergenza, nelle strutture di accoglienza temporanea, perché non c’è posto da nessuna parte. L’ordinaria follia di una città come Milano che sull’emergenza abitativa fa solo chiacchiere e abbandona le famiglie più povere.

Lo scorso lunedì è stato eseguito a Milano lo sfratto di un nucleo familiare di 5 persone fra cui tre minori di 11, 9 e 4 anni.  Il piccolo alloggio era di proprietà della famiglia che l’aveva acquistato nel 2006 al prezzo di 125mila euro, ma a seguito di problemi di salute, il padre ha perso il lavoro e l’unico reddito di cui disponeva, non riuscendo più a corrispondere le rate di mutuo.


L’alloggio è stato venduto attraverso Asta Giudiziaria a 35mila euro e dal momento è iniziata la procedura esecutiva di sfratto.  La famiglia, già conosciuta e seguita dai Servizi Sociali della Zona, era in attesa da circa due mesi di essere collocata in un alloggio temporaneo che, però, non si è mai reso disponibile.


Il risultato è che, a sfratto eseguito, il Comune non è riuscito a reperire immediatamente alcuna soluzione alloggiativa alternativa, neppure d’emergenza o precaria, nonostante la presenza dei figli minori.  Dopo un estenuante pomeriggio passato negli uffici dei Servizi Sociali, insieme ad un operatore del Sicet, è stata individuata, forse, una possibilità di collocazione della madre e dei minori, a partire dal prossimo lunedì, in una struttura di Legnano che deve ancora confermare la disponibilità.


L’unica alternativa per il nucleo familiare sarebbe stata di rimanere nel frattempo, cioè per almeno una settimana, in mezzo alla strada, se non fosse stata accolta nel Residence Sociale Aldo dice 26 x 1 di Sesto San Giovanni, una struttura occupata e autogestita che, in questo caso, si è dimostrata più efficace dei Servizi Sociali del Comune di Milano.

La situazione di questa famiglia sfrattata è uguale purtroppo a quella di molte altre famiglie povere che subiscono l’esecuzione dello sfratto senza alcuna soluzione alloggiativa alternativa, nonostante abbiano fatto regolare domanda di assegnazione di una casa popolare, siano in graduatoria di bando e abbiano comunicato con largo anticipo la loro situazione di difficoltà agli Uffici del Comune.

Non è normale che una città come Milano non riesca a intervenire per trovare immediatamente una soluzione alloggiativa, ancorché precaria e transitoria, adeguata per una famiglia con 3 bambini piccoli.

E’, però, la conseguenza di scelte sbagliate e ottuse fatte dell’Assessorato alla Casa che, particolarmente negli ultimi anni, ha dismesso ogni azione preventiva sull’emergenza abitativa e sulla tutela delle famiglie sfrattate più povere, privilegiando interventi di grande risonanza mediatica, ma di totale inconsistenza sul versante dell’efficacia sociale.

Sarebbe molto meglio ricominciare a fare politica abitativa partendo dai circa 10.000 alloggi pubblici sfitti, peraltro in crescita come numero, e dalla presa d’atto che anche a Milano i poveri esistono e sono tanti.

08/06/2016
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