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Lavoro: dopo 7 anni aumenta il tasso di occupazione a Milano

Presentato il decimo rapporto "Il lavoro a Milano" curato da Cgil, Cisl, Uil e Assolombarda. Gerla, Cisl: "Rafforzare le politiche attive per il lavoro".

Segnali positivi per il mercato del lavoro milanese. Dopo 7 anni aumenta il tasso di occupazione e cala la disoccupazione, in discesa per la prima volta dall’inizio della crisi. Numeri non clamorosi, ma significativi. Resta, tuttavia, molto da fare, soprattutto a sostegno del lavoro giovanile. E’ questo lo scenario tracciato dal decimo rapporto “Il lavoro a Milano”, presentato ieri e realizzato annualmente da Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil di Milano, Monza, Brianza e Lodi.


“Nel 2015 – ha spiegato C arlo Gerla, segretario della Cisl milanese, con delega al mercato del lavoro - si è osservato un timido segnale di svolta. Finalmente, dopo sette anni, abbiamo registrato un aumento del numero di occupati, accompagnato da un contestuale calo dei disoccupati. In tutti i trimestri dell’anno c’è stata una forte riduzione delle ore di cassa integrazione autorizzate, che risultano più che dimezzate rispetto al 2014. In particolare è diminuito leggermente il ricorso alla cassa integrazione ordinaria ed è calato vertiginosamente l’utilizzo di quella straordinaria”.


Tra il 2014 e il 2015 il tasso di occupazione è salito dal 64,9% al 65,1% mentre quello di disoccupazione si è abbassato dal 8,2% al 7,9%. L’area esaminata (le province di Milano, Monza Brianza e Lodi) è una delle più importanti per l’economia del Paese: conta 380mila imprese (circa la metà delle 800mila aziende lombarde, poco meno del 10% delle italiane), che danno lavoro a 2,1 milioni di persone (pari, rispettivamente, al 55% dei 3,8 milioni di addetti lombardi e al 13% dei 16,5 milioni italiani). Questo territorio è la sintesi di un sistema economico multisettoriale con  diverse eccellenze: l’industria manifatturiera, perno dell’economia di Monza e Brianza (che assorbe oltre il 40% della forza lavoro provinciale e include il 17,1% delle imprese del territorio); l’alimentare nel lodigiano, dove nel settore si concentra il 3,4% della forza lavoro occupata, superiore alla media nazionale; e il terziario, in particolare il comparto dei servizi alle imprese, a Milano, nel quale è occupato il 35% degli addetti.


“Guardando la fotografia scattata dal rapporto - ha evidenziato Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza - si può comprendere quanto il nostro territorio sia importante per la crescita del Paese. Un segnale importante è quello relativo all’occupazione in crescita e quello delle assunzioni che, nel 2015, in Lombardia sono state 1,1 milioni e sono aumentate più che nel resto d’Italia (+14,8% rispetto al 2014). A tale risultato ha contribuito la recente legislazione che ha reso più flessibile il mercato del lavoro”.
Ma la legislazione da sola non basta a fare ripartire l’economia e a creare nuova occupazione.


“L’inversione di tendenza, oggettivamente rilevabile nel mercato del lavoro – ha aggiunto Gerla -,  deve essere accompagnata e sostenuta da interventi mirati al rafforzamento delle politiche attive, alla crescita dei consumi interni, all’occupazione e alle riforme economiche e fiscali, in modo da favorire maggiori investimenti pubblici e privati nei settori emergenti e di qualità del nostro Paese e implementando la ricerca, l’innovazione e la formazione”.


Tra il 2008 e il 2015 la situazione occupazionale è migliorata per le donne (+43mila), i laureati e diplomati (+230mila) e gli over 45 (+460mila). Mentre è peggiorata per gli uomini (-62mila); i lavoratori meno istruiti (-230mila) e gli under 45 (-487mila). In particolare difficoltà sono proprio i giovani con un tasso di disoccupazione che, in Lombardia, ha raggiunto il 32% (in Italia supera il 40%). Il rapporto ha, comunque, evidenziato che in Lombardia il programma Garanzia Giovani ha registrato un risultato apprezzabile, soprattutto se confrontato con le altre regioni: circa 42mila giovani attivati, di cui la metà con un tirocinio, uno su quattro con un contratto a tempo determinato e i rimanenti con un contratto in apprendistato (3.500) o a tempo indeterminato (quasi 6mila).


Un’indicazione positiva viene, poi, dal significativo riassorbimento della cassa integrazione, dopo l’ampio utilizzo degli ultimi anni.  Nel 2015 le ore autorizzate, tra milanese, Brianza e lodigiano, si sono ridotte del 48,2%. Ultimo dato da segnalare è quello sul calo degli infortuni: tra il 2010 e il 2014 in Lombardia sono scesi quasi del 20%, da 150mila a 120mila, e le anticipazioni per il 2015 lasciano intravedere un ulteriore calo del -3,3%.

22/04/2016
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