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A maggio 2015 il Comune di Milano aveva riconosciuto l’incolpevolezza della morosità. A marzo 2016 l’assessore Benelli si era impegnata a trovare una soluzione. Non è stato fatto nulla.
Mercoledì 20 aprile l’Ufficiale giudiziario e la forza pubblica si presenteranno in via Brioschi 78, a Milano, per sfrattare Anna e suo marito, Nicola, invalido al 100%, costretto a letto. A seguito della perdita del lavoro nel 2013, Anna non è più riuscita a provvedere al regolare pagamento dell’affitto. Ha presentato una richiesta di assegnazione di un alloggio popolare e nel 2015 ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento della “morosità incolpevole”, usufruendo di una sospensione dello sfratto per sei mesi, senza che questo tempo sia stato usato dal Comune di Milano per l’offerta di un alloggio. Dall’inizio del 2016 inoltre il Comune ha sospeso anche le assegnazioni per le persone con invalidità.
A febbraio, l’assessore Benelli, rispondendo ai giornalisti della trasmissione di Rai Uno, La Vita in Diretta, che avevano raccontato la storia di Anna, si era impegnata a trovare una soluzione abitativa temporanea. Il Servizio sociale ha proposto prima un piccolissimo monolocale dove non poteva fisicamente entrare il macchinario necessario alla persona invalida per respirare e successivamente un monolocale al terzo piano senza ascensore dove peraltro era impedito l’accesso di altre persone, rendendo Nicola un prigioniero cui sarebbero state precluse persino le visite di parenti e amici.
A Milano rimangono 10.000 alloggi pubblici sfitti, i finanziamenti statali previsti per la gestione delle morosità incolpevole disponibili e non utilizzati, 25.000 famiglie in graduatoria, 14.000 famiglie con l’ufficiale giudiziario alla porta.
Il Sicet di Milano chiede da tempo e con forza che il Comune prenda coscienza della gravità della situazione e avvii una seria ed efficace politica di gestione dell’emergenza sfratti: reintroducendo il sistema delle domande d’emergenza; assegnando gli alloggi vuoti; collegando il meccanismo della graduazione delle esecuzioni degli sfratti all’offerta dell’alloggio; predisponendo soluzioni temporanee rispettose della dignità delle famiglie.
A Milano, città dell’EXPO, delle eccellenze, com’è possibile che non esista un alloggio da assegnare a questo nucleo famigliare? Le politiche pubbliche non dovrebbero essere orientate a promuovere la giustizia sociale?
Il Sicet non accetterà che Anna e Nicola vengano messi per strada e continuerà il suo impegno di tutela e rappresentanza delle famiglie povere per garantire il loro diritto ad una casa dignitosa e per chiedere politiche abitative che rispondano ai reali bisogni dei cittadini.
Invitiamo tutti gli organi di informazione ad essere presenti il giorno dello sfratto.