.
A maggio 2015 il Comune di Milano aveva riconosciuto la morosità incolpevole. Dopo quasi un anno nessuna soluzione abitativa è stata ancora trovata. Il Sicet sarà presente allo sfratto dalle ore 9.
Martedì 9 febbraio, alle ore 10, l’ufficiale giudiziario e la forza pubblica si presenteranno in via Inganni 64 per sfrattare Samir, la moglie, e i 4 figli di 15, 10, 7 e 2 anni (la piccola è in cura presso l’ospedale Gaetano Pini).
A seguito della perdita del lavoro nel 2013, Samir non è più riuscito a provvedere al regolare pagamento dell’affitto. Ha presentato una richiesta di assegnazione di un alloggio popolare e nel 2015 ha chiesto e ottenuto il riconoscimento della “morosità incolpevole”, usufruendo di un differimento della concessione della forza pubblica di sei mesi, senza che questo tempo sia stato usato dal Comune di Milano per trovare una soluzione dignitosa per la sua famiglia. Non solo il Comune non ha attivato alcun intervento, ma in questi mesi ha ulteriormente aggravato la situazione, sospendendo la valutazione delle richieste di assegnazione di un alloggio popolare in emergenza
Nel 2015 il Comune di Milano ha avuto a disposizione oltre un milione e mezzo di euro per la gestione delle morosità incolpevoli, fondi statali da utilizzare secondo quanto previsto della Legge 80/2014, per cercare di recuperare tramite il mercato privato almeno una parte degli sfratti pendenti. Ad oggi, a Milano, sono solo 3 nuclei sfrattati hanno sottoscritto un nuovo contratto, a fronte di oltre 14.000 famiglie che sono “in attesa” che l’ufficiale giudiziario bussi alla porta di casa.
L’inerzia delle istituzioni nella gestione delle morosità incolpevoli sta creando una situazione paradossale e assurda: 10.000 alloggi pubblici vuoti, finanziamenti disponibili e non utilizzati, centinaia di famiglie già per strada senza una casa.
Il Sicet di Milano chiede da tempo e con forza che il Comune prenda coscienza della gravità della situazione e avvii una seria ed efficace politica di gestione dell’emergenza sfratti: reintroducendo il sistema delle domande d’emergenza; assegnando gli alloggi vuoti; collegando il meccanismo della graduazione delle esecuzioni degli sfratti all’offerta dell’alloggio; predisponendo soluzioni temporanee rispettose della dignità delle famiglie.
Non è infatti più accettabile che ai nuclei sfrattati vengano offerte quasi esclusivamente collocazioni in comunità, sempre più spesso fuori Milano, smembrando le famiglie e stravolgendo la vita dei minori, senza casa, lontani dalla scuola e dalla propria quotidianità, con costi elevati per il bilancio comunale, anche considerando che le comunità per mamme e minori dovrebbero essere un servizio educativo e non di semplice collocamento temporaneo.
Il Sicet sarà presente al momento dello sfratto per cercare che Samir, sua moglie, e i loro 4 figli non vengano messi per strada senza una sistemazione abitativa alternativa.