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Domani, giovedì 26 novembre, dalle 9 alle 11, San Donato Milanese. lavoratori preoccupati per il futuro.
Mobilitazione alla Saipem di San Donato Milanese. I lavoratori dell’azienda sciopereranno e manifesteranno domani, giovedì 26 novembre, dalle ore 9 alle 11, contro il nuovo Piano industriale del Gruppo Eni (di cui Saipem fa parte).
L’iniziativa si terrà davanti alle sedi di Saipem presso il polo direzionale di San Donato (Terzo Palazzo Uffici, via De Gasperi 16 e Quarto Palazzo Uffici, via Martiri di Cefalonia 67). Un terzo presidio è in programma davanti alla sede dell’Eni, in piazza Vanoni, sempre a San Donato.
“Si registra il rischio dell’uscita di Eni dalla chimica – si legge in un comunicato distribuito in azienda - e, dentro lo stesso piano, la conferma della fuoriuscita di Saipem dal suo perimetro industriale, con la vendita di oltre il 12% delle sue quote alla Cassa Depositi e Prestiti. Operazione questa che, se da una parte garantisce ancora la proprietà pubblica, non garantisce una necessaria chiarezza sul futuro industriale di Saipem. Nello specifico, la Saipem ha dichiarato a più riprese che non ci sarebbe stata l’intenzione di smembrare la struttura italiana ma che prevede un taglio di 8.800 addetti in tutto il mondo. Nei fatti, a cosa stiamo assistendo? cessione ambiente; esuberi nei Centri di Ingegneria di Roma e Vibo; cessione del ramo Infrastrutture, cessione FPSO, riduzione capacità dell’Ingegneria; continua esternalizzazione di attività. Ribadiamo la nostra preoccupazione verso strategie aziendali a noi sconosciute ed in continua evoluzione. Siamo ancora in attesa di tavoli di confronto ufficializzati, finora disattesi”.
La preoccupazione dei sindacati è che questi scenari portino a future difficoltà occupazionali. Oltre alle due ore di sciopero, le segreterie nazionali di Filtcem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, hanno organizzato un confronto per il prossimo 5 dicembre all’Auditorium Antonianum (viale Manzoni 1) di Roma, per discutere insieme al mondo della politica e delle realtà associative del Paese, su come intervenire per fare cambiare la rotta ad Eni e Saipem.