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I sindacati si rivolgono al giudice per il licenziamento di quattro lavoratori dopo la chiusura del locale di piazza San Babila. Due erano delegati.
Le pagine dei giornali sono spesso ricche di pubblicità della multinazionale americana che annuncia opportunità di lavoro per i giovani. E' vero che in questi anni Mc Donald’s ha rappresentato per molti giovani e meno giovani, italiani e stranieri, un’opportunità di lavoro. Per questo abbiamo con stupore assistito a quanto avvenuto nella nostra città.
A seguito della chiusura dello storico ristorante di San Babila, Mc Donald’s il 10 agosto ha licenziato 4 lavoratori, due stranieri che da anni lavoravano per l’azienda e 2 donne anch'esse assunte da tempo. Unico dato comune è che i licenziati erano tutti iscritti al sindacato e due di loro erano
rappresentanti sindacali.
Mc Donald’s ha giustificato tali licenziamenti sostenendo che non vi era la possibilità di ricollocarli nei ristoranti di Milano. Affermazione tutt'altro che rispondente a verità tant'è che nel periodo gennaio-agosto 2015 l'azienda ha proceduto con l’assunzione di decine di lavoratori (a tempo indeterminato, a termine e con i voucher).
L'impressione è che l'azienda abbia voluto colpire i delegati sindacali e gli iscritti al sindacato in un ristorante, quello di San Babila, che l’8 maggio scorso aveva dato vita ad uno sciopero di protesta di un’ora per richiedere la riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del turismo scaduto dal 30 aprile del 2013.
Di fronte a questi licenziamenti, che non sono di certo determinati dalla crisi né da provvedimenti disciplinari nei confronti dei lavoratori, Filcams, Fisascat e UilTucs milanesi hanno depositato un ricorso per comportamento discriminatorio e antisindacale dell'azienda finalizzato al reintegro dei Lavoratori licenziati tutelando la libertà sindacale all’interno dell’azienda.
Il 19 ottobre, alle ore 12, si terrà la prima udienza di questa vertenza presso il Tribunale di Milano sezione lavoro; le organizzazioni sindacali saranno presenti oltre che in aula anche all’esterno con un presidio di delegati e lavoratori della società.