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DONNE
SANTA CRUZ - BOLIVA

Che emozione il Papa con i volontari brianzoli

L'Associazione Carla Crippa  da anni opera  dell'Hogar de la Speranza vicino carcere di Palmasola . Ogni anno il coordinamento donne di Milano organizza una raccolta fondi  a favore  dei figli dei genitori detenuti. All.: il discorso del Papa

Venerdì pomeriggio stavo guardando in diretta la visita del Papa in Bolivia e mi sono particolarmente emozionata quando la macchina da presa ha inquadrato per un attimo la scritta “centro integrato Carla Crippa”, dove  i detenuti, sotto la guida di falegnami volontari brianzoli, hanno imparato a fare i mobili, le sedie e cc.

Mi sono emozionata perche noi donne della Cisl, ormai da 15 anni, sosteniamo l’Associazione Carla Crippa come madrine dei bambini  ospiti dell’Hogar de la Speranza,  casa d’accoglienza creata tanti anni fa da Carla Crippa una delegata Cisl diventata poi missionaria. L’Hogar permette, anche con il nostro contributo annuale, a 300 bambini di non vivere in carcere insieme ai loro genitori, ma in una bella struttura che offre loro non solo da mangiare, ma anche di essere educati  e istruiti, dando loro una possibilità di un futuro migliore.

Il carcere di Palmasola di Santa Cruz, Bolivia, per chi non l’ha visto in TV, è una struttura carceraria pensata per 800 persone che oggi  ne ospita oltre 5000. Di questi oltre 80% sono in carcere a scopo preventivo e pertanto senza la definizione di un reato e nemmeno di una condanna.  Molte di queste persone non condannate non possono fare il processo per mancanza di soldi e cosi continuano a rimanere detenute per anni.

Metà dei detenuti sono donne e bambini che non hanno commesso nessun reato, hanno seguito il marito o la moglie perchè non avevano da mangiare ne dove stare.  In carcere ogni detenuto deve affittare la sua “stanza” se non vuol dormire all’aperto con la sua famiglia, inoltre gli  viene data una diaria misera che serve a sfamare lui/lei e la sua famiglia.

Per far quadrare il bilancio si usano i bambini, che possono entrare e uscire liberamente, per comprare cibo o ciò che serve per vivere all’interno del carcere. I bimbi pertanto rischiano di diventare, loro malgrado, corrieri di armi e/o di droga per non parlare del commercio delle bambine…..

Ecco allora l’importanza dell’attività dell’associazione “Carla Crippa”  che, tramite la sua casa di accoglienza situata accanto al carcere, ogni anno entra in contatto ben 300 bambini evitando loro la permanenza in carcere e salvandoli da un destino spesso ai limiti della legalità..

Ecco perché ho voluto condividere con voi l’emozione di  vedere il Papa entrare là tra i bambini che anche noi con il nostro contributo, abbiamo aiutato a vivere una vita più bella dando loro una vera educazione e un’istruzione.

Sono sicura che anche il prossimo anno saremo impegnate nella raccolta fondi per continuare a dare il nostro contributo.

14/07/2015
di Luigia Cassina