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MONDO CISL
SICUREZZA SUL LAVORO

Morti bianche, sconcertanti i dati dell'Inail: 223 vittime nei primi quattro mesi del 2015

Lo dice Giuseppe Mansolillo, segretario della Fim Cisl di Milano: la strada maestra da segure è quella della prevenzione. Venerdì 26 giugno presentazione dei progetti del Gruppo Salute e Sicurezza.

“Il numero degli infortuni denunciati all’Inail è sempre, purtroppo, molto alto. Questi numeri ci chiamano, come sindacato, a non abbassare la guardia e ad insistere, ancora più fortemente,  sull’importanza della formazione e della prevenzione per costruire posti di lavoro sicuri”.

Giuseppe Mansolillo, segretario generale della Fim Cisl Milano Metropoli, commenta così i dati dell’Inail relativi al I° quadrimestre 2015.

Dati sconcertanti: sono, infatti, 223 le morti bianche registrate da gennaio ad aprile e tre  i lavoratori che ogni giorno, in media, perdono la vita nel nostro Paese, con un incremento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2014.

E’ sempre la Lombardia a contare il maggior numero vittime, 37, seguita dal Veneto con 24. Ma il fenomeno colpisce, trasversalmente, tutto il territorio, da nord a sud: Toscana e Campania ne contano 19, la Sicilia 17, Piemonte e Lazio 16, l’Emilia Romagna 15, la Puglia 12. Sono invece 8 le vittime rilevate in Umbria e in Abruzzo, 7 nelle Marche, 5 in Liguria, 4 in Basilicata,Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna.

“L’obbiettivo – continua Mansolillo - non può  esclusivamente essere quello di eliminare gli infortuni dai luoghi di lavoro; bisogna lavorare per il benessere del lavoratore, per il rispetto dell’individuo e per tutelarne l’integrità psico-fisica. Non ci sono obbiettivi intermedi, è necessario  un approccio culturale. La prevenzione resta la direttrice da perseguire; solo a partire da una capillare diffusione della formazione e di informazione di qualità e attraverso la concreta partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti, possiamo affrontare il problema”.

Per quanto riguarda il rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa, il dato più preoccupante giunge dall’Umbria, con un’incidenza del  22,3%, contro una media nazionale di 9,9%; seguono Basilicata (22,2%) e Abruzzo (16,3%). Sopra la media nazionale anche il Veneto, la Toscana, la Campania, la Sicilia, la Puglia e le Marche. La fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 45 e i 54 anni, con 80 vittime su 223. Le donne che hanno perso la vita nei primi quattro mesi dell’anno sono state 13. Gli stranieri 33, pari al 14,8 %  del totale.

“Le morti bianche – conclude il segretario della Fim Cisl milanese -  sono una sconfitta anche per coloro che si impegnano e lavorano, quotidianamente, sui temi della prevenzione, degli infortuni e delle malattie professionali, i quali non vedono adeguatamente finalizzati i loro sforzi per far radicare la cultura della sicurezza nelle imprese. Ed è per questo che, oltre all’incredulità, proviamo rabbia. Una rabbia amara dovuta alla consapevolezza che dietro ogni incidente, non c’è la fatalità ma l’errore umano, che può e deve essere prevenuto attraverso adeguate misure di profilassi tecniche, organizzative e procedurali. La colpa è anche della crisi, che porta sempre più spesso le aziende ad investire poco in professionalità e qualità dei servizi  e ad individuare misure di prevenzione non sempre efficaci. E tutto questo accade sotto il controllo di organi ancora troppo assenti”.

La Fim Cisl di Milano ha organizzato un percorso formativo per i propri Rls, che ha dato vita al Gruppo di lavoro, Salute e Sicurezza dell'Officina delle Idee. Il Gruppo, seguito dagli operatori Michela Loberto e Agostino Casati, presenterà i propri progetti venerdì 26 giugno, presso la sede Cisl di via Tadino. La giornata sarà dedicata alla memoria di Giuseppe Paletta,  iscritto Cisl, che lo scorso gennaio ha perso la vita presso il reparto fonderia della Eco-Bat di Paderno Dugnano, dove prestava servizio da 25 anni.

22/06/2015