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Ufficiale Giudiziario e Forza pubblica si sono presentati per eseguire lo sfratto e non sapevano nulla di rinvii o graduazioni.
Ufficiale Giudiziario e Forza pubblica si sono presentati per eseguire lo sfratto e non sapevano nulla di rinvii o graduazioni.
Prefettura e Assessorato alla Casa, che siamo sicuri adesso si rimpalleranno le responsabilità, si vergognino per la loro inefficacia e incapacità nell’applicare le norme e chiedano scusa a tutte le famiglie sfrattate.
Lo sfratto del signor Generoso è stato rinviato al 3 luglio solo perché erano presenti gli operatori e gli attivisti del SICET di Milano.
Assessorato alla Casa e Prefettura sono riusciti a trasformare in una farsa il dramma di una famiglia che sta perdendo la casa a seguito di uno sfratto che, come certificato dalle norme vigenti e da ben due provvedimenti comunali, è del tutto incolpevole e, quindi, soggetto a graduazione in attesa di una soluzione alloggiativa alternativa.
Le difficoltà di comunicazione tra Comune e Prefettura, e la conseguente totale assenza di assunzione di responsabilità, è però lo specchio di una incapacità politica e amministrativa a gestire il gravissimo problema dell’emergenza sfratti che colpisce a Milano circa 14.000 famiglie.
Da un lato la Prefettura rimanda da mesi un intervento possibile per governare le procedure di concessione e graduazione della forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti, dall’altro lato l’Assessorato alla Casa ha dimostrato un’incompetenza e un’inefficienza incredibile nel gestire la domanda delle famiglie sfrattate, escludendole da qualsiasi meccanismo di tutela.
La recente decisione dell’Assessorato di dichiarare improcedibili, da un giorno all’altro, tutte le richieste di emergenza, comprese quelle per sfratto esecutivo, va proprio in questa direzione.
La storia della famiglia del signor Generoso è una tra le tante ed è una storia che non si è ancora conclusa.
Ma dietro a queste storie ci sono sempre persone in carne ed ossa che vivono il dramma della perdita della casa, senza alcuna possibilità di ricollocazione alternativa e, ora, senza neppure la speranza che il Comune intervenga nei tempi necessari per garantire un minimo di tutela.
Sarebbe, quindi, opportuno che questi drammi non vengano trasformati in farsa come è accaduto oggi con lo sfratto del signor Generoso.
Chiedere scusa, poi, sarebbe anche meglio.