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Sullo spostamento forzoso degli inquilini che non comprano Regione e Aler prendono finalmente atto che non si può fare e ritrattano quello che avevano scritto sulle lettere inviate nelle scorse settimane nei quartieri. Una decisione inevitabile che Sicet e Cisl avevano già previsto fin dall’inizio di tutta questa vicenda.
Solo chi non conosce la vera composizione sociale e la situazione dei quartieri popolari poteva credere di fare un piano di vendita che prevedesse lo spostamento forzoso di migliaia di famiglie che non compreranno il proprio alloggio popolare messo in vendita per risanare il buco di Aler Milano.
Regione e Aler ci hanno provato, ma hanno dovuto fare i conti con la realtà: la grave situazione di crisi dei bilanci famigliari e, anche volendo andare fino in fondo, l’evidente impossibilità di reperire all’interno del proprio patrimonio la disponibilità di migliaia di alloggi da offrire in alternativa a chi non compra.
Le proteste contro il piano vendite dei tantissimi inquilini impossibilitati ad acquistare che hanno partecipato alle assemblee organizzate dal Sicet nei quartieri popolari hanno oltremodo convinto Regione e Aler a tornare sui propri passi e ad affermare che nessuna famiglia sarà spostata dall’alloggio popolare in cui abita e che non potrà acquistare.
In buona sostanza questi alloggi saranno ritirati dal piano vendita.
E’ ancora più evidente che i disastri gestionali di Aler Milano non possono essere risolti con piani di risanamento irrealistici, facendone pagare i costi alle famiglie povere. La Regione, che ha grandissime responsabilità sul dissesto finanziario di Aler Milano, renda più efficiente la gestione e metta le risorse necessarie per finanziare il sistema dell’edilizia pubblica a canone sociale prevedendo uno stanziamento strutturale pari almeno all’1% del bilancio regionale.