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Boom di pensioni anticipate per le lavoratrici donne che si ritirano dal lavoro rinunciando a parte dell'assegno pur di non attendere troppi anni o finire esodate: l'opzione di contributivo, con 35 anni di contributi e 57 di età, è esercitabile fino a novembre per le dipendenti.
L’opzione contributiva (legge 243/2004, articolo 1, comma 9) consente alle donne con 35 anni di contributi versati di andare in pensione anticipata a 57 anni e tre mesi di età se dipendenti e a 58 anni se autonome, rinunciando alla parte retributiva dell’assegno previdenziale (decurtazione media del 25-30%). Dopo i drammatici effetti della Riforma Monti-Fornero, le lavoratrici stanno scegliendo in massa questa possibilità, pur di salvare il salvabile: chi sceglie di aspettare la pensione di vecchiaia rischia infatti di lavorare diversi anni in più e magari vedersi cambiare per l’ennesima volta le regole retroattivamente, proprio in un periodo in cui la crisi alimenta l’incertezza economica e lavorativa. In parole semplici, pesa il timore di finire come gli esodati.
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Scadenza opzione
In teoria questo diritto è previsto fino al 31 dicembre 2015. Ma per le autonome il termine è scaduto il 31 maggio, mentre per le dipendenti c’è tempo fino al 30 novembre 2014.
Perchè? Il motivo è contenuto nella Circolare INPS 35/2012, secondo la cui interpretazione della norma la data del 31 dicembre 2015 va intesa come scadenza per l’accesso alla pensione tenendo conto della finestra mobile. Quindi, contando 18 mesi di finestra più uno per le autonome il termine è comunque scaduto ma per le dipendenti private (12 mesi + 1) si arriva a novembre e per quelle pubbliche a fine dicembre.
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Proroghe
In Parlamento esistono proposte per ammorbidire l’interpretazione INPS o prorogare la misura di qualche anno. C’è anche un’apertura in questo senso del Ministero del Lavoro, in base a quanto riferito dal sottosegretario Teresa Bellanova in commissione Lavoro alla Camera nel giugno scorso. Ma per ora le regole restano quelle sopra descritte. La norma del 2004 era stata introdotta in via sperimentale e di conseguenza si può ipotizzare che, prima di agire, si faranno tutti i calcoli del caso, anche per capire quanto l’opzione pesa sui conti pubblici.
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Secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore su dati INPS, a fine agosto le donne che nel 2014 hanno scelto l’opzione contributiva sono 7.332, procedendo a questo ritmo (circa mille al mese) saranno 12mila a fine anno. Per dare un’idea del boom, nel 2009 le richieste di pensionamento anticipato con il contributivo erano state appena 56; nel 2010 salite a 518 e nel 2011 a 1.377. Poi il boom 2012, con 5.646 pensioni contributive, salite a 8.846 nel 2013, destinate a incrementarsi ancora quest’anno.