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"WARHOL"- A cura di Peter Brant.- Milano, Palazzo Reale, piazza Duomo 12 - Dal 24 ottobre 2013 al 2 marzo 2014 - Lunedì: 14.30–19.30, dal martedì alla domenica: 9.30-19.30. giovedì e sabato: 9.30-22.30 Prenotazioni: 0254913, warholmilano.it, comune.milano.it/palazzoreale
Torna a Milano una mostra dedicato al padre della Pop Art americana, l'eccentrico Andy Warhol. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Arthemisia Group, si tratta del fulcro centrale dell'Autunno Americano, l'evento che dal 24 settembre celebra la cultura americana nel capoluogo lombardo con arte, musica, recitazione e cibo. Quella di Warhol è la proposta artistica promossa, dopo quella dedicata a Pollock e al gruppo degli Irascibili.
La mostra ospita oltre 160 opere provenienti dalla collezione di Peter Brant, appassionato collezionista di Pop Art. Oltre che collezionista, Brant era anche amico intimo dell'artista, con lui ha condiviso quelli anni della New York più vivace culturalmente e artisticamente tra il '60 e il '70. La sua passione per l'arte contemporanea lo ha portato ad acquistare svariate opere di svariati artisti, per poi renderle disponibili per fini sia di studio che di divulgazione grazie alla sua Brant Foundation. Brant è anche curatore della mostra, con l'aiuto di Francesco Bonami.
Tra le molte opere proposte, i primi disegni di Warhol, gli autoritratti, ma anche opere più originali e quasi eccentriche, come le "Electric Chairs" (1964), i fiori e forse uno dei suoi più grandi capolavori, "Blue Shot Marylin" (1964). Degne di nota anche le Ultime Cene, già presentate a Milano in occasione dell'ultima mostra di Warhol, nel 1987, prima della sua morte causata da quella che già in quegli anni era considerata una banale operazione. Non bisogna peró ridurre la mostra a questo: si tratta di un'occasione per Peter Brant di far conoscere l'artista Warhol come veramente era, non come star, bensì come amico, come persona, ma anche di sfatare l'opinione negativa che si ha dell'arte contemporanea; domande come "Cosa significa?" o "Perchè l'ha fatto?" sono all'ordine del giorno quando si sta a contatto con opere che sfruttano la ripetizioni, la sfigurazione, a volte addirittura la snaturazione. "Andy Warhol ha trattato democraticamente tutti i suoi soggetti con tecniche nuove prodotte dai linguaggi della contemporaneità," ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, "Trasformando il suo lavoro di artista in un’officina di produzione di icone, destinate a segnare un’epoca ed entrare a pieno titolo nella storia dell’arte". Ma perchè? Sono domande che affliggono gli stessi storici dell'arte, i quali tuttavia riconoscono quanto questi accorgimenti aumentino il potenziale iconico dell'opera anzichè diminuirlo, quanto riescano a comunicare nonostante l'apperente inutilità. Anche oggi, anche tra noi, secondo Francesco Bonami: “I grandi artisti possono avere periodo più o meno interessanti, ma nella loro produzione avranno sempre qualcosa che riesce a comunicare. Warhol parla dalla nostra società, oggi come allora”.
La collezione sarà a Milano fino al 2 marzo 2014, dopodichè sarà trasferita al prestigioso museo LACMA di Los Angeles.