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MERCATO DEL LAVORO
LE MISURE DEL GOVERNO LETTA

Lavoro, avanti con il freno a mano tirato

Interessanti le modifiche della riforma Fornero che rendono  meno rigido l'ingresso al mercato del lavoro. Per quanto riguarda gli incentivi all'occupazione, anche per la scarsità di risorse, gli interventi sono leggeri e si prevede un impatto blando sul sistema. In dettaglio tutte le novità del decreto legge 76/2013 (clicca su sfoglia documento)

Nel suo insieme il decreto legge 76/2013 presenta alcuni spunti interessanti soprattutto per quanto riguarda gli articoli che, modificando la legge Fornero, rendono meno rigidi alcuni meccanismi di ingresso nel mercato del lavoro. Bisogna tenere in considerazione che sul territorio milanese il tasso di disoccupazione, che a livello nazionale supera il 12%, si attesta a livelli nettamente inferiori, restando sostanzialmente allineato ai parametri europei. Per questa ragione su un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo ancora piuttosto vivo come quello milanese e, più in generale, lombardo, una maggior flessibilità nella gestione dei meccanismi di ingresso al mercato del lavoro può rivelarsi un aspetto positivo. Il decreto, tra l’altro, su alcuni di questi aspetti allarga il raggio di azione della contrattazione collettiva.

Per quanto riguarda tutta la parte sugli incentivi all’occupazione, la sensazione è quella di viaggiare con il freno a mano tirato. Sull’apprendistato è ancora tutto da definire e le eventuali modifiche che potrebbero essere apportate con le linee guida sembrano avere un impatto piuttosto blando su un contratto che già fa fatica a decollare. Sugli incentivi alle assunzioni il meccanismo di calcolo dell’incremento occupazionale è troppo secco. Su questo punto ciò che a nostro avviso manca è un punto di contatto con la contrattazione che, in questo caso, più che mai sarebbe utile a definire meccanismi di gestione dell’incremento occupazionale più flessibili e più funzionali. Se l’azienda assume un giovane lavoratore con i requisiti previsti dal decreto ma non genera un incremento occupazionale netto non ha diritto allo sgravio. E’ evidente che, a questo punto, ci si orienterà su assunzioni di lavoratori più adulti (over 35 over 40) che danno più garanzie in termini di capacità professionali.

Questi sono solo alcuni esempi che fanno capire che, in generale, ciò manca è il ruolo che potrebbe svolgere la contrattazione fra le parti, nelle politiche attive. Sostenere, infatti, la contrattazione  attraverso un orientamento legislativo, consentirebbe di gestire e di orientare in maniera concertata la produttività e l’accumulazione in funzione dell’occupazione.

In conclusione la sensazione è che questi provvedimenti  avranno un impatto blando  sul mercato del lavoro. Un’operazione leggera sicuramente condizionata dalla scarsità di risorse ma lontana dal risolvere l’emergenza occupazionale.

Per comprendere i cambiamenti introdotti  dal decreto vi proponiamo (clicca sull’icona “sfoglia in documento”)  una sintesi dei principali interventi in materia di lavoro redatta Valentina Sgambetterra del  Dipartimento mercato del lavoro della Cisl Milano metropoli.

12/07/2013
Renato Zambelli - segreteria Cisl Milano metropoli - renato.zambelli@cisl.it