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La catalogazione della tipologia di prodotto merceologico non sempre passa per il genere...
E’ quasi Natale. Si sente nell’aria profumo di festa e panettone. Quest’anno noi adulti forse la avvertiamo meno per via della crisi ma i nostri bambini no. Per loro Natale è Natale e guai a privargliene. Perché privarli del Natale, che si sia credenti o no, e quivale a privarli della meraviglia. Avete presente gli occhi dei bambini la mattina di Natale quando trovano i pacchi che Babbo Natale ha portato e messo sotto l’albero? Il mio Natale sono gli occhi di mia figlia e credo che lo sia per tutte le mamme. E così anche quest’anno per non privare mia figlia della meraviglia mi metto all’opera per sostituirmi a Babbo Natale (non vorrei mai che la crisi avesse colpito anche lui).
In quanto mamma lavoratrice e alle prese con i mille problemi di conciliazione che tutte abbiamo, mi faccio aiutare dalla tecnologia; prima di passare in negozio, decido di dare un’occhiata ai siti internet di giocattoli per trovare quello che cerco e poi andare dritta in negozio a comprarlo o, perché, no farmelo spedire a casa come se la DHL fosse davvero Babbo Natale. E così parto da uno dei primari distributori di giocattoli e scopro che mia figlia è un BAMBINO. Si, avete capito bene: un bambino.Forse è meglio che spieghi da cosa nasce questa sconvolgente rivelazione. Come sapete, su tutti i siti, così come nei negozi, esiste una catalogazione della tipologia di prodotto merceologico. Giusto così: favorisce la ricerca. Si può dividere per fasce d’età (prima infanzia, prescolare, scolare, primi passi ecc..), si può dividere per tipo di gioco (costruzioni, bambole, mezzi di trasporto, musica ecc..), ci si può sbizzarrire a trovare altri tipi di catalogazione. Su questo sito quale hanno scelto? A mio avviso, il peggiore di tutti: quello per genere.
E così campeggia un meraviglioso “giocattoli per bambini”, “giocattoli per bambine”. Naturalmente fra i giochi per bambini ci sono quelli meccanici, di costruzione. Alle bambine, che sono incapaci di costruire, ma sono capacissime a vestire bambole, cucinare e passare l’aspirapolvere è riservato tutto il settore “casalinghi”. Mia figlia ama le piste e le macchinine. Come glielo spiego a quelli di Toys che non è un maschio? Che sia chiaro, a me di quello che pensano loro sull’appartenenza di genere di mia figlia, non interessa. Ma mi interessa che sin da piccoli si inculchi loro l’idea che ci siano cose da maschi e cose da femmine iniziando sin dall’infanzia a creare questa segregazione di cui porteranno i segni da adulti con il risultato che le donne saranno portate a pensare di essere adatte solo per l’attività di cura. E così sin da piccole diciamo alle nostre bambine, con il linguaggio che gli è proprio ossia quello del gioco, che loro devono occuparsi di casa e figli. Al massimo, quindi, da adulte, potranno fare le insegnanti o le infermiere. Gli uomini saranno, invece, brillanti ingegneri, piloti d’auto e anche astronauti. E’ un po’ come se dicessimo alle nostre piccole future donne che quella è la loro strada, che a qello devono prepararsi tramite la simulazione del gioco, perché quello è normale che vadano a fare. E da grandi cercheranno di replicare quel modello perché quello che consocono. In questo modo corriamo il rischio di sprecare il talento di una bravissima meccanica in erba che mettiamo a stirare, invece che aggiustare macchine. Ma probabilmente anche di un ottimo maestro di scuola materna che, guai a lui, se decide di occuparsi di bambolotti.
TRENINI, MACCHININE E BAMBOLE: BASTA DIVISIONI DI GENERE
Naturalmente la battaglia non è tutta qui ma dovremmo iniziare sin da quando sono piccole a non precludere strade e opportunità alle bambine facendo loro credere di essere portate solo per alcune cose e non per altre. Con questo non intendo certo dire che dobbiamo farne dei maschi in gonnna, ci mancherebbe, ma laciamole libere di esprimere i loro talenti, le loro inclinazioni e potremmo scoprire cose fantastiche. E ora permettetemi di essere provocatoria: quest’anno invece della cucina regaliamo un microscopio alle nostre bambine. Sono sicura che fare le piccole scienziate, piacerà loro moltissimo.