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Da Iggy Pop a Tina Turner e Lou Reed: tutta la musica americana di mezzo secolo raccontata in scatti memorabili.
Apparentemente non hanno nulla in comune ma i 39 scatti di altrettante rockstar americane che Guido Harari ha portato all’Enviroment di via Sacchi a Milano (fino al 20 novembre) sono tutte iconiche. Uno status dato dalla stessa rilevanza degli artisti fotografati, ma anche arricchito dalle pose inedite e immaginifiche che l’obbiettivo di Harari conferisce loro.
È innegabile che il rock sia un linguaggio che si è sempre servito del visual per comunicare a tutto tondo. E vedere Tina Turner in azione sul palco in una gigantografia parla quanto un vecchio vinile suonato ad alto volume. Nello spazio Enviroment, suggestivo già di per sé con arredi innovativi, c’è però anche spazio per glorie del passato reinventate (Patti Smith e Bob Dylan come non si erano mai visti) e miti musicali cronologicamente più recenti che si “aprono” alle ambientazioni visive più disparate. Slash, Rem e Red Hot Chili Peppers sembrano immortalati pronti per una retrospettiva al Moma, Iggy Pop non è stato mai più warholiano di così, e anche Lou Reed, che abbiamo visto in mille pose in 40 anni di carriera, ci sorprende con un riflesso in bianco e nero nella sua chitarra. Harari è un maestro dell’immaginario rock come pochi, sicuramente una bandiera del gusto italiano riconosciuto in tutto il mondo. La mostra si concentra sulle facce del rock americano che hanno accompagnato la vita di generazioni di ascoltatori. E ripassarle in rassegna nella stessa stanza è come addentrarsi in una Hall of fame di ricordi.