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DONNE
Culture

Nessuno è diverso, nessuno è normale

Le Paralimpiadi da una parte e Miss Italia dall'altra. C'è ancora molto da discutere sulle diverse attitudini e fisicità delle persone...

La domanda che mi sono fatta in questi giorni vedendo le Paralimpiadi e la trasmissione di Miss Italia è: ''Siamo giunti a una svolta culturale sul tema dell’accettazione della disabilità?'' L’Italia ha conquistato nelle Paralimpiadi 28 medaglie di cui 9 d’oro e 8 d’argento più 11 di bronzo, molte di più delle ''altre''  Olimpiadi quelle delle persone cosiddette “normodotate” e a fianco, ancora, sopravvive il culto della bellezza italiana di queste ragazze, tutte belle, tutte uguali e tutte “perfette”? Ho girato le domande a una nostra attivista affetta da nanismo ipofisario.

Secondo te si è di fronte a una svolta sulle persone con disabilità fisica?

Si. La cultura si sta modificando e in meglio. C’è più attenzione. Le Paralimpiadi hanno il merito di mettere il problema in prima pagina. Ma è dura. Perché ci sono molte disabilità. Ci sono disabilità accettate e disabilità meno accettate o non accettate. Il panorama è molto vario e sarebbe bello approfondirlo, ma qui non è il caso. La mia “disabilità non è accettata” o meglio non è accettata in pubblico. Io ti posso raccontare la mia disabilità (che poi non è nemmeno una disabilità), ho solo un corpo piccolo e non solo secondo i canoni di miss Italia. Io ho un corpo veramente piccolo e con questo piccolo corpo che ho vissuto e tutt’ora ci devo convivere.

A te cosa succede?

Ho lavorato come telefonista in un’azienda dove, dopo il primo impatto, sono stata accettata e ci ho lavorato fino alla pensione. Ma che fatica per trovare un posto di lavoro. Nessuno voleva assumermi. Ero troppo piccola per tutto. Finalmente a 29 anni, in piena crisi d’identità, per un caso di fortuna, sono riuscita ad avere un lavoro, e come ho detto, non l’ho lasciato fino alla pensione.

Come si comportano le persone nei tuoi confronti?

La mia disabilità viene accettata quando solo in un ambiente protetto, il lavoro, la casa, gli amici, nel sindacato. Chi mi conosce non la vede più. Invece in strada, spesso nel vedermi la gente ride e mi deride, in particolare i ragazzi. Per cominciare ti racconto quello che mi è successo ieri. Un gruppo di persone, 4 adulti, 3 donne e un uomo, nel vedermi mi additavano e mi deridevano e io .. mi arrabbio perchè non solo mi notano, ma mi deridono.. Va meglio al disabile in carrozzina o a un non vedente, ma la persona piccola in strada è oggetto di scherno. Più e piccola e più è derisa. Ed è proprio la gente che te lo fa notare. Sono arrivata al punto che addirittura quando incontro gruppi di ragazzi cambio strada perché oltre a deridermi mi tirano i sassi.

Quali atteggiamenti subisci, ti infastidiscono, ti umiliano, per il tuo corpo così minuscolo?

Il nanismo è quello più bistrattato, meno preso in considerazione, perché non dà alla persona affetta da nanismo la spazio sociale che le spetta come ogni altra persona. Inoltre non c’è nessuno che prende in considerazione questo fatto; che il nanismo è solo un fatto di corpo più piccolo. Noi viviamo la nostra diversità nella solitudine e nel disinteresse istituzionale. Che fare! Da una parte le Paralimpiadi e dall’altra Miss Italia in mezzo la diversità di tutti e di ognuno. Per superare questi problemi bisogna sviluppare la cultura dell’accoglienza. Mi piace dire “Uguali nella diversità” e questo vale per tutte le diversità.

24/09/2012
Luigia Cassina Responsabile Coordinamento Donne Cisl Milano - info@jobedi.it