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Mobilitazione anche a Milano sotto la sede della Regione Lombardia e di un'azienda. Più profitti per le imprese, meno tutele e salari bassi per i lavoratori.
In sciopero contro il “lavoro povero” nei call center. Lunedì 3 febbraio gli addetti del settore si sono mobilitati contro la decisione di alcune aziende di disdire il contratto delle telecomunicazioni per applicarne uno nuovo, sottoscritto lo scorso dicembre da organizzazioni datoriali (Assocontact) e sindacali (Cisal) scarsamente rappresentative: il classico accordo “pirata”, molto conveniente per le imprese ma con meno tutele e diritti e salari più bassi per i lavoratori e le lavoratrici.
La mobilitazione è stata proclamata a livello nazionale da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, secondo cui l’intesa ha un impatto su circa 6.000 dipendenti, suddivisi in una ventina di aziende che operano in diverse regioni, più un numero imprecisato di persone con contratti di collaborazione, condannate non solo alla precarietà contrattuale, derivante dalla natura del rapporto di lavoro, ma anche a paghe orarie da fame, pari a 6,50 euro l’ora.
In allegato il video del presidio sotto Palazzo Lombardia.