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Formazione per 60 tra delegate e delegati aziendali, operatrici e operatori sindacali, per insegnare a "captare" i segnali sospetti.
La violenza contro le donne è diffusa anche nei luoghi di lavoro. Secondo l’Istat (dati 2022-2023) il 13,5% di quelle tra 15 e 70 anni ha dichiarato di avere subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nell’arco della vita (il valore sale al 21,2% fra le più giovani). Nella casistica si va dagli sguardi ammiccanti alle offese, dalle proposte indecenti fino all’aggressione fisica.
E’ partendo da questi numeri che la Cisl di Milano ha promosso il progetto “Le Sentinelle della Cisl”, un percorso formativo che ha coinvolto sessanta persone tra delegate e delegati delle aziende del territorio (tra cui Ferrero, Citterio, Vodafone, Allianz, Generali, Mondadori, Intesa Sanpaolo, B&B Italia..), oltre ad operatori sindacali, che si è appena concluso con la consegna degli attestati di partecipazione. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Libellula di Milano, che opera a sostegno delle donne che escono da situazioni di violenza ed è impegnata a diffondere nelle aziende una cultura del rispetto e dell’inclusione.
L’obiettivo era trasformare i corsisti in “Sentinelle” (appunto), capaci di cogliere segnali sospetti provenienti da lavoratrici che si trovano in condizioni di rischio anche fra le mura domestiche, per poi orientarle su cosa fare e a chi rivolgersi. Durante il corso, che si è sviluppato in quattro incontri, si sono affrontati temi come le radici culturali e le dinamiche della violenza, l’impatto sulla salute fisica e psichica, la decostruzione degli stereotipi anche nel linguaggio, ed è stato fornito ai partecipanti una sorta di vademecum su come va affrontato il problema.
“Il contrasto alla violenza di genere – ha spiegato la segretaria della Cisl, Sabria Sharif – è una sfida urgente. Non si tratta di un problema individuale, ma collettivo che segna profondamente il tessuto sociale ed economico. Migliaia di donne subiscono una qualche forma di molestia o violenza, questo significa che tra noi, potrebbe esserci una collega che sta vivendo una situazione di pericolo. Ecco perché abbiamo il dovere di riconoscere le fragilità e coltivare empatia verso chi esprime un disagio. E la formazione è fondamentale. L’iniziativa mira a rafforzare il ruolo del luogo di lavoro come spazio di accoglienza e supporto e questo può avvenire grazie anche alla presenza capillare del sindacato sul territorio e nelle aziende”.
Una ricerca (Survey L.E.I. 2024 - Lavoro, Equità, Inclusione), realizzata da Fondazione Libellula, che ha coinvolto oltre 11 mila lavoratrici - in prevalenza impiegate (59%), laureate (44%) o diplomate (30%), del nord Italia (67%), con contratto a tempo pieno (68%), tra i 30 e i 60 anni (84%) – ha evidenziato che oltre 4 intervistate su 10 hanno dichiarato di avere subito avances esplicite e indesiderate di natura sessuale, quasi 7 su 10 sono state oggetto di battute sessiste o volgari, tanto che quasi una su 2 ha scelto di modificare il proprio abbigliamento per paura di subire commenti sul proprio corpo o per sentirsi più sicura.
Le vie della discriminazione sono infinite e le “voci” che circolano nei corridoi fanno male: la donna che fa carriera ha usato la leva della seduzione per raggiungere i suoi obiettivi (sentito da 6 intervistate su 10); le donne non hanno competenze da leader (più di una su 2); in generale le donne sono meno competenti degli uomini (quasi una su 2). Non solo: 6 su 10 non vengono chiamate col titolo professionale, ma signora/signorina/ragazza, mentre più di una su 2 viene interrotta frequentemente o poco ascoltata dai colleghi maschi.
Lavoro di cura e nascita di un figlio pesano ancora molto in certi contesti: quasi 7 intervistate su 10 hanno dichiarato di avere visto rallentato il proprio percorso di crescita a causa di uno di questi due fattori e altrettante hanno sentito allusioni e commenti rispetto alle conseguenze negative della maternità per un’azienda.
Al termine della cerimonia di consegna degli attestati ogni corsista ha contribuito con una “pennellata” alla realizzazione di una panchina rossa, simbolo universale della lotta contro la violenza sulle donne, che sarà esposta all’ingresso della sede della Cisl milanese.