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MILANO LAMBRATE

Rinviato al 13 settembre lo sgombero degli anziani dello stabile di via Dardanoni 10

Bistolfi, Sicet: “Nel frattempo va trovata una soluzione abitativa dignitosa per gli inquilini, ma occorre l’intervento del Comune”. 

Tirano un, momentaneo, sospiro di sollievo i dieci anziani sotto sfratto dello stabile di via Dardanoni 10, nella zona della vecchia Lambrate a Milano. L’ordine di sgombero con la forza pubblica, previsto per oggi, è stato rinviato dal curatore fallimentare al prossimo 13 settembre. Nel frattempo si cercherà una soluzione abitativa alternativa per ognuno di loro. L’immobile è stato acquistato ad un’asta giudiziaria da una società che ora vuole mettere a frutto l’investimento. Oggi, durante un presidio promosso dal Sicet, si è tenuto un incontro fra i legali delle parti.

“Lo sgombero– osserva Marco Bistolfi, operatore del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl – non è stato eseguito solo grazie alla mobilitazione del sindacato e di alcuni abitanti del quartiere. Adesso bisogna trovare una sistemazione dignitosa agli inquilini, tutte persone anziane e fragili, ma serve l’aiuto fattivo del Comune, che non può fare finta di nulla. La narrazione della Milano dinamica, attrattiva e internazionale va bene, ma  abbiamo un problema se la città espelle chi non può permettersi una casa di proprietà o un affitto da almeno 800 euro al mese. Quella di via Dardanoni 10 è una pura e semplice speculazione immobiliare: gli inquilini si erano detti disponibili a rivedere i canoni, ma è stato del tutto inutile”.

Per metà degli alcuni inquilini una soluzione sarebbe in vista (uno ha avuto l’assegnazione di un alloggio popolare, che però non è ancora agibile; due sono in lista d’attesa; altri due hanno trovato un affitto privato), per l’altra metà ancora no. Un caso significativo è quello di un pensionato di 71 anni (il più “giovane” del gruppo) che vive in via Dardanoni dal 2001 ed è troppo “ricco” per accedere ad un alloggio dell’Aler, ma troppo povero per permettersi un canone da mercato.

L’immobile, che ha radici nel XVIII secolo, è composto da una serie di appartamenti per una superficie complessiva di circa 1.300 metri quadrati calpestabili, che si affacciano su un ampio giardino interno. La nuova proprietà lo ha rilevato nel 2021 ad un’asta giudiziaria del Tribunale di Monza (la precedente proprietà è fallita), con l’intento di metterlo successivamente in vendita, mandando via tutti gli affittuari. 

Il rinvio dello sgombero ha, quantomeno, evitato che i dieci inquilini finissero in mezzo alla strada nel pieno dell’estate più calda di sempre. 
 

26/07/2022
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it