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Il celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo rappresenta la protesta di un gruppo di lavoratori agli inizi del Novecento.
Da giovedì 7 luglio il dipinto Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo è nuovamente disponibile fra le collezioni permanenti, al primo piano della Galleria d’Arte Moderna di Milano. L’opera è rientrata alla GAM dopo un periodo di esposizione al Museo del Novecento.
La nuova collocazione, come spiega una nota del Comune di Milano, è stata progettata per rendere il dipinto visibile nelle migliori condizioni possibili, sia da una distanza che ne restituisce l’imponente impostazione formale, che da una posizione più ravvicinata, da cui il visitatore potrà riconoscere una tecnica pittorica di straordinaria perizia e complessità.
Esposto tra la sala dedicata a Segantini e quella dedicata a Previati, Il Quarto Stato trova qui una collocazione adeguata anche cronologicamente, che lo pone in continuità e in dialogo con le opere circostanti, in un percorso che riassume in modo esemplare, attraverso una serie di capolavori assoluti, il passaggio dall'Ottocento al Novecento.
Il riallestimento è stato realizzato grazie al contributo di Banco BPM.
STORIA DI UN CAPOLAVORO
Opera emblematica dal punto di vista artistico, tecnico e sociale, Il Quarto Stato è il capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907).
La scena, ambientata in una piazza del paese natale del pittore, rappresenta la protesta di un gruppo di lavoratori, la cui marcia verso un futuro luminoso rivendica la forza coesiva e la dignità del lavoro da cui deve partire il riscatto del popolo.
È un quadro monumentale a cui Pellizza lavora tra il 1898 e il 1901, anni caratterizzati da scioperi, proteste e rivendicazioni della classe operaia, di cui la pittura si fa portavoce.
La realizzazione del dipinto richiese al pittore un periodo di studio durato dieci anni. Si conoscono infatti tre versioni precedenti: Ambasciatori della fame (1892), Fiumana (1895) e Il cammino dei lavoratori (1899) prossimo all'opera definitiva, che il pittore, ispirato dagli scritti di Jean Jaurès sulla Rivoluzione francese, intitolerà Il Quarto Stato.
Presentato al pubblico alla Quadriennale di Torino del 1902, il dipinto rimase invenduto, ma divenne in breve un simbolo celeberrimo e riprodotto. Nel 1920, nel clima incandescente del Biennio Rosso, Il Quarto Stato raggiunse Milano in occasione di una mostra monografica alla Galleria Pesaro. Il clamore suscitato fu tale da promuovere una sottoscrizione pubblica per assicurare la tela alla città, trovando collocazione nella sala della Balla del Castello Sforzesco per poi passare alla Galleria d’arte moderna nell'attuale sede della Villa Reale.
Dopo la Seconda Guerra mondiale, il dipinto fu trasferito a Palazzo Marino, sede del municipio, come simbolo della conquista della democrazia e della riappropriazione dei diritti.
Riscoperto come capolavoro della pittura italiana contestualmente al fiorire degli studi sul Divisionismo e all'esposizione a Londra e Washington, nel 1980 il dipinto tornò nelle sale del museo. Dopo una parentesi di un decennio, durante il quale ha segnato l’incipit isolato e spettacolare del nuovo Museo del Novecento aperto nel 2010, il monumentale capolavoro ritorna oggi alla Galleria d’Arte Moderna.
GAM Galleria d’Arte Moderna
Via Palestro 16, Milano
Orari
Da martedì a domenica, dalle ore 10 alle ore 17.30.
Ultimo accesso un’ora prima dell’orario di chiusura (lunedì chiuso).
Contatti
Tel. 02 884.459.43 (biglietteria).