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La rassegna dedicata all'editoria e alla lettura si terrà a Milano dal 17 al 21 novembre.
Milano ospiterà dal 17 al 21 novembre la decima edizione di BookCity (#BCM21), rassegna dedicata al libro, all’editoria e alla lettura, ormai diventata un appuntamento consolidato nel panorama italiano dei festival culturali. Se nel 2020 le restrizioni imposte dalla pandemia avevano costretto a rimodulare l’iniziativa (che normalmente ha sede centrale al Castello Sforzesco, ma coinvolge tutti i quartieri della città), trasferendo gli eventi interamente online, l’obiettivo di quest’anno è riuscire a proporre un calendario di presentazioni e incontri in parte con il pubblico e in parte da remoto.
“Non sappiamo ancora in che condizioni saremo a novembre – ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione Oliviero Ponte di Pino, responsabile del coordinamento che lavora al programma -, cerchiamo di navigare a vista per farci trovare pronti. Immaginiamo una edizione parzialmente in presenza e parzialmente online, ma con tante iniziative anche ibride. L’anno scorso abbiamo conquistato nuove fette di pubblico, ma abbiamo anche perso qualcosa. Dovremo capire, ad esempio, come fare a recuperare la ritualità insita in questo tipo di eventi: il contatto con gli autori, il dibattito, il firmacopie”.
La nona edizione, nonostante il diffondersi del virus (eravamo nel pieno della seconda ondata di contagi), aveva permesso di ampliare la partecipazione (seppure digitale) ben oltre i confini milanesi o regionali e fatto registrare numeri significativi: 678 eventi, 2.000 autori, 260 case editrici, 782 libri presentati, 500 ore di contenuti video prodotti (circa 300 dei quali sono ancora presenti sul sito www.bookcitymilano.it), con oltre 2 milioni di visualizzazioni e più di 550mila persone raggiunte.
Al momento la rassegna è un cantiere in costruzione, l’unico elemento certo (a parte le date) è il tema che farà da filo conduttore: il “dopo”.
“Dopo - ha osservato Luca Formenton, presidente della Fondazione Mondadori e di #BCM21 – è una parola semplice ma ricca di implicazioni. Non abbiamo certezze su ciò che accadrà, ma sappiamo che la pandemia ha cambiato il nostro futuro. Per questo abbiamo bisogno di un grande sforzo intellettuale e di immaginazione che trova proprio nelle pagine dei libri il terreno più fertile di crescita. In questa edizione ci chiederemo che cosa succederà dopo e cercheremo di rispondere mettendo al centro la lettura, la parola, il dialogo. Con l’ottimismo della speranza ragioneremo sul futuro delle nostre comunità, delle città, del lavoro, dell’istruzione e della cultura. Immaginare il futuro non significa però abbandonare la storia, la memoria, ciò da cui veniamo”.
La conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sulla situazione del mercato e delle librerie che se nel primo lockdown erano rimaste chiuse, in quelli successivi hanno potuto aprire perché il Governo ha riconosciuto che il libro è un bene di prima necessità.
“Il 2020 – ha commentato Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori - ha colpito tutte le categorie produttive in modo pesante, ma per il mondo del libro è stato, inaspettatamente, un anno straordinario. Quando la morsa delle chiusure si è rallentata il settore ha mostrato tassi di vendita e di lettura fortemente positivi e anche il 2021 sta confermando il libro e l’editoria come la prima industria culturale del Paese. C’è da dire, però, che a Milano si vive una situazione di privilegio, perché la lettura rimane una vera emergenza nazionale. L’Italia è fortemente spaccata in due, fra regioni all’altezza dei livelli europei e altre dove si legge pochissimo”.
BookCity Milano (il capoluogo lombardo è City of Literature per l’Unesco), in questi anni, ha avuto il merito di portare i libri in ogni angolo della città, coinvolgendo librerie, università, scuole, biblioteche di quartiere e condominiali, ma anche luoghi normalmente “lontani” come le carceri, gli ospedali, le case di riposo, le sedi di associazioni, i centri che assistono persone fragili o in difficoltà come Casa Enzo Jannacci (di proprietà comunale) o la Casa della carità voluta dal cardinale Carlo Maria Martini. E sarà così anche quest’anno con i programmi proposti da #BCM nelle Università, #BCM per le Scuole, #BCM per il sociale, #BCM con le librerie.
“Il modello – ha evidenziato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune - è stato quello del festival culturale urbano diffuso, che abita tutta la città per promuovere dibattito pubblico su temi nati dai libri. Si considera spesso la lettura come un passatempo, sentiamo persone che hanno importantissimi compiti di natura imprenditoriale o istituzionale affermare che non hanno tempo per leggere, come se il tempo da dedicare alla lettura dovesse essere residuale. BookCity ha proposto una visione del tutto diversa. La lettura è uno degli elementi costitutivi della cittadinanza, soprattutto nelle società democratiche”.
Come tutti gli anni, gli eventi saranno divisi in temi e sotto-temi per creare delle “famiglie di incontri” e facilitare la fruizione del pubblico: Dopo, Milano racconta Milano, Narrativa e poesia, Il mondo delle idee, Mestieri del libro, Tempo libero, Passato e presente, Economia e lavoro, Il libro della natura, Percorsi, Bambini e ragazzi, Spettacolo e musica, Futuri possibili, Arte e immagine, Ricorrenze e anniversari.
Il programma, come detto, è in fase di definizione ed è possibile contribuire a costruirlo. Per proporre un evento in una “sede BookCity” è necessario inviare una mail con titolo, tipologia e breve descrizione dell’incontro, relatori e libri presentati a puccinelli@bookcitymilano.it entro il prossimo 2 luglio. Per proporre eventi online o in una sede propria, bisogna invece compilare il form presente su www.bookcitymilano.it. In questo caso la scadenza è stata prorogata al 27 settembre.
La rassegna è promossa dal Comune di Milano e dall'Associazione BookCity Milano, costituita dalle fondazioni Corriere della Sera, Umberto e Elisabetta Mauri, Giangiacomo Feltrinelli, Arnoldo e Alberto Mondadori.