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Gerla: “Anche la locomotiva milanese è in frenata"

Il segretario Cisl: "Serve alleanza con imprese e istituzioni per respingere il rischio-recessione”. Diffusi da Unioncamere i dati sull’andamento dell’industria e dell’artigianato manifatturieri.

L’economia lombarda arranca, sia in ambito industriale che nel settore dell’artigianato. La situazione è migliore nel milanese, ma non c’è da stare allegri neppure in quest’area. “Il 2019 può essere definito un anno di stasi per entrambi i comparti, con una crescita media annua della produzione industriale pari al +0,2% e quella artigiana del +0,6%, positive ma molto inferiori al +3 registrato nel 2018 dall’industria e al +1,9% dell’artigianato. Rimane negativa la domanda interna mentre gli ordini dall’estero riescono a mantenere il segno positivo, ma con intonazione debole. Le aspettative degli imprenditori industriali sono in miglioramento mentre quelle degli artigiani rimangono ancora in area negativa”. E’ questo lo scenario che emerge dall’indagine sulla congiuntura di industria e artigianato manifatturieri, relativa al quarto trimestre 2019, presentato da Unioncamere Lombardia.

“L’industria a livello nazionale è in recessione – commenta il segretario generale della Cisl milanese, Carlo Gerla – e anche in realtà importanti come la Lombardia si cominciano ad evidenziare alcune criticità. Siamo in presenza di un sistema produttivo fragile che nel tempo ha perso dei pezzi strutturali, causa le congiunture non positive e la mancanza cronica di politiche adeguate. E’ necessaria una forte discontinuità, occorre mettere in campo misure anticicliche per fare ripartire le infrastrutture e rilanciare l’occupazione. Servono misure mirate di sostegno alla formazione, all’innovazione, alla fiscalità di sviluppo”. 

Da un punto di vista settoriale l’andamento della produzione industriale in Lombardia è risultato negativo per cinque su tredici. Le difficoltà maggiori riguardano il comparto moda (abbigliamento -1,0% e tessile -1,5%), quelli dei mezzi di trasporto colpiti dalla crisi dell’auto (-2,3%), la siderurgia (-1,4%) vittima della guerra dei dazi e le industrie varie (-0,1%). Il risultato medio positivo (+0,2%) è trainato dal settore alimentare (+3,0%), dai minerali non metalliferi (+2,2%), dalle pelli-calzature (+2,0%) e dalla gomma-plastica (+1,0%). Il dato relativo all’artigianato conferma la siderurgia come il settore più in crisi (-3,6%), seguito dalle pelli-calzature (-2,0%) e dalla carta stampa (-0,8%). La gomma-plastica registra il secondo anno di calo (-0,5%), mentre il tessile prosegue la fase di stagnazione (-0,4%). La meccanica mostra una lieve variazione positiva (+0,2%), ma evidenzia un forte rallentamento rispetto ai cinque anni precedenti. I settori in crescita riguardano soprattutto la produzione di beni di consumi (legno mobilio: +2,1%; alimentari: +2%; abbigliamento: +1,1%).

Nel milanese il quadro è un po’ migliore, ma il sindacato è ugualmente preoccupato.

“Nonostante il segno + degli indici sulla produzione manifatturiera  - aggiunge Gerla – riscontriamo un calo rispetto agli ultimi anni. Anche la locomotiva milanese è in frenata. Occorre sostenere i settori che generano ‘buona occupazione’, ovvero una occupazione di qualità. Da troppo tempo si respira un clima di incertezza della politica e manca una visione strategica che rischia, giorno per giorno, di condurci verso una trappola molto pericolosa per il Paese”.

Qualche dato: la produzione industriale manifatturiera nel milanese registra un +0,9% su base annua rispetto al -0,2% lombardo (-0,2% la variazione congiunturale rispetto al trimestre precedente) mentre l’incremento del fatturato totale si attesta a un +2,8% rispetto al +1,5% regionale su base annua (+0,3% a livello congiunturale). Cresce in particolare il fatturato estero (+4,2%) ma anche quello interno (+2%). Gli ordini totali registrano una variazione in un anno del +1,1% (rispetto al +0,3% lombardo), trainati dalla domanda estera (+2,7% rispetto al +0,9% regionale) mentre quella interna segna un +0,2% (-0,1% in Lombardia). Rispetto al terzo trimestre 2019 rallenta però la sua crescita sia la domanda estera (-0,7%) che quella interna (-1%).

L’andamento economico incide sull’occupazione, che in Lombardia è in calo. Nel trimestre in esame nell'industria manifatturiera il tasso d’ingresso (1,8%) e il tasso d’uscita (2,2%) incrementano la loro distanza portando a un saldo negativo del -0,4%. Nello stesso tempo è in aumento il ricorso alla cassa integrazione, con una quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore al 7,8% e la quota sul monte ore all’1,1%. La situazione non cambia nell’artigianato: qui il saldo occupazionale segna un -0,7%  e risulta in incremento l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

“Nei prossimi giorni – conclude il segretario generale della Cisl – chiederemo un incontro alle segreterie milanesi di Cgil e Uil per discutere di questi problemi e cercare di mettere in campo delle iniziative di mobilitazione per sensibilizzare la politica su quello che sta accadendo nel mondo del lavoro. Dobbiamo cercare di creare alleanze di sistema sul territorio con le associazioni di impresa e con le istituzioni per respingere i rischi di una grave recessione”.

 
 

12/02/2020
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