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Eros Lanzoni, segretario della Cisl Milano Metropoli, racconta lo Sportello Lavoro del sindacato.
Si parla sempre di scarsa propensione all’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel nostro Paese. L’esperienza dello Sportello lavoro (a Milano e a Legnano) di Cisl Milano Metropoli è, ormai, un’esperienza consolidata. Qui arrivano lavoratori per le pratiche di dimissioni ma anche per individuare le migliori opportunità per rimettersi in gioco, a partire da un percorso di formazione su misura. Ne abbiamo parlato con Eros Lanzoni, segretario Cisl Milano Metropoli con delega alle politiche del lavoro.
Di che cosa hanno bisogno i lavoratori quando si rivolgono allo Sportello?
Vogliono essere indirizzati bene, ricevere giuste spiegazioni, e soprattutto di essere ascoltati. Vogliono essere informati rispetto a cosa fare dopo che hanno perso il posto e noi, attraverso lo Sportello, siamo in grado in tutto: dalla domanda di dimissioni alla richiesta della Naspi. Soprattutto attiviamo i più adeguati percorsi di riqualificazione e ricerca di nuova occupazione.
Cosa bisogna mettere in campo?
In particolare il Cesil si occupa di questa seconda opportunità. I percorsi formativi che possiamo mettere in piedi servono per aumentare la possibilità di trovare un lavoro. A Milano per fortuna siamo in una area privilegiata, dove il lavoro c’è ma è sempre più professionalizzato. Infatti al sindacato si rivolgono persone meno qualificate, con meno istruzione e che quindi fanno più fatica a trovare nuova occupazione. Spesso sono over 45 e noi cerchiamo di ricomporre un percorso professionalmente coerente con le loro aspettative e la loro storia.
Per il ricollocamento pesano di più i problemi di età o di formazione?
Viaggiano di pari passo. L’età è un paletto all’assunzione ma perdersi percorsi che potrebbero aiutare al reinserimento è cruciale. Constatiamo che anche in Lombardia le aziende fanno ricerca in proprio senza utilizzare le banche dati come la nostra o quelle delle agenzie di lavoro. Ed è un peccato.
Ma allora è un problema degli imprenditori?
Non so se è un problema, di sicuro gli imprenditori hanno l’abitudine di cercare risorse in altro modo. Noi mettiamo a disposizione la banca dati di curriculum e siamo in grado fare una formazione mirata su richiesta delle aziende. Così le imprese possono avere lavoratori qualificati ad hoc. È un percorso che funziona.
Che tipo di lavoratori intercettate?
Siamo pronti ad ascoltare anche i riders, possiamo mettere in contatto lavoratori di diverse categorie, come capita con il lavoratore atipico con la Felsa o quello del commercio con la Fisascat. Questo ci dà una possibilità di avere una marcia in più rispetto a un’agenzia di lavoro perché qui si parla con persone che lavorano e hanno conoscenza delle necessità occupazionali del territorio.