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Mujica: "Il sindacato è l'avvocato dei poveri"

Oltre 600 persone al Centro Pime per ascoltare l'ex presidente dell'Uruguay in un incontro organizzato dalla Fim Cisl di Milano e Lombardia.

Un invito ad uno stile di vita sobrio, a ricercare la felicità nei valori veri della vita (gli affetti, le passioni, l’impegno), a non perdere il proprio tempo nel cercare di accumulare ricchezze su ricchezze. Una sollecitazione a lottare contro la cultura dello spreco, che porterà il pianeta all’implosione e che è un insulto ai milioni di poveri che lo abitano. Questi i messaggi che l’ex presidente dell’Uruguay José Pepe Mujica (primo guerrigliero tupamaro ad entrare in Parlamento), ha rivolto alle oltre 600 persone giunte ad ascoltarlo al Centro Pime di Milano, nell’ambito di un incontro organizzato dalla Fim Cisl di Milano e Lombardia.

Mujica, “uomo del popolo”, noto per il suo impegno a favore dei diritti civili e l’attenzione agli ultimi (durante gli anni della presidenza, fra il 2010 e il 2015, ha continuato a vivere in una modesta fattoria e ha rinunciato ad oltre il 70% della indennità di carica), ha dialogato con il leader nazionale del sindacato dei metalmeccanici, Marco Bentivogli.

L’ex presidente, che durante la dittatura militare è stato 12 anni in carcere, ha esordito ricordando le sue origini italiane e toccando il tema dell’immigrazione.
“L’uomo è un animale che ha poca memoria, si dimentica spesso della sua storia. Tutti arriviamo dall’Africa. Anche l’Italia è stata povera. Milioni di italiani sono emigrati per le Americhe. Anche mia nonna è partita da un paesino sulle montagne, a 80 km da Genova, per andare in Uruguay, dove comprò 5 ettari di terra. Nel primo censimento che si fece a Montevideo, nel 1880, emerse che c’erano più persone che parlavano italiano di quelle che parlavano spagnolo. Questo dà l’idea dell’impatto dell’immigrazione. Questo era tutto sangue dei pover, gente che lasciava le proprie radici per necessità. L’uomo bianco andò in Africa per portare il germe della civilizzazione. Rubò, saccheggiò e si divise l’Africa, creando Paesi a tavolino con la matita. Ricordiamoci che siamo in un mondo ormai piccolo, in cui i poveri dell’Africa e del Centro America  non sono solo poveri dell’Africa e del Centro America, ma di tutta l’umanità. E quando la miseria colpisce una parte del mondo, per riflesso ne andrà a colpire altre”.

Mujica ha espresso tutta la sua preoccupazione per il futuro del pianeta.
“La mia generazione è vissuta nella paura di un Olocausto nucleare, la vostra, quella dei giovani, vive la paura  di un Olocausto  ecologico. Tutto ora si basa su una crescita infinita, se non cresce il Pil è un disastro: siamo 7 miliardi e mezzo sulla terra, presto saremo 9 miliardi e c’è bisogno che l’economia cresca di 200 volte rispetto ad ora. Ma il pianeta ha un limite, mentre l’uomo non sembra avere un limite nel volere accumulare ricchezze.  È chiaro che qualcosa non funziona. La sobrietà è la chiave di una rivoluzione culturale da portare avanti per le nuove generazioni. Oppure semplicemente non ci saremo. Non ci sarà più la vita. Trenta anni fa gli scienziati annunciarono la crisi ecologica ma i governi del mondo non hanno fatto niente. La crisi ecologica è anche conseguenza di codardia politica. Non possiamo pretendere che 9 miliardi di persone vivano come negli Stati Uniti o in Germania. La terra non resisterà”.

Il leader politico uruguayano ha insistito molto sulla sobrietà e sull’importanza di assumere uno stile di vita coerente.
“Ricordiamoci che quando compriamo non compriamo con i soldi, ma con il tempo della nostra vita che abbiamo usato per guadagnarli. Per questo la sobrietà è un cammino inevitabile per preservare la vita e la libertà. E la libertà è il tempo per fare le cose che mi piacciono. Il tempo in cui sono libero è quello degli affetti, degli amici, in cui sto con i figli. Perché la nostra vita se ne va e l’unico miracolo è essere vivo. Ricordiamoci che abbiamo diritto in questo mondo ad essere felici. Non c’è niente di più bello della vita. Bisogna lottare contro la cultura dello spreco. La lotta è dentro la nostra testa. Dentro quel marketing che ci convince a comprare creme antirughe o bici ergonomiche. La felicità non si compra a rate, si coltiva, difendendo la libertà e l’indipendenza di scegliere nella nostra testa”.

Mujica in mattinata è stato in via Tadino dove ha incontrato la segreteria della Fim Cisl milanese, guidata dal suo segretario generale, Christian Gambarelli. Si è informato sulla situazione sociale e del lavoro in Italia e Lombardia, e ha chiuso la visita con un’affermazione che dice molto: “Il sindacato è l’avvocato dei poveri”.

Per la Fim Cisl il “faccia a faccia” con Mujica è stato molto importante. “Pepe - ha commentato Bentivogli -  racchiude una storia e una speranza. La mia generazione e quella dei più giovani hanno bisogno di maestri, di punti di riferimento positivi. Pepe per noi lo è nella capacità di non evocare i valori ma di testimoniarli e praticarli. È un leader non ideologico-dogmatico che ha fiducia nel progresso. Il potere e l’ideologia non devono mai stare sopra e lontani dalla realtà. Serve uno stile sobrio, se si vuole assumere un ruolo pubblico. Il suo messaggio contro i populisti e i razzisti è dirompente. Pepe e la Fim non ameranno mai le idee più delle persone. Qui sta il nostro stile sindacale e umano e non rinunceremo mai a praticarlo anche in questi giorni cattivi in cui s’insegna ai poveri che la causa della loro povertà è dovuta a quelli più poveri di loro”.

In allegato il video con l'arrivo di Mujica al Centro Pime .

02/09/2018
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it