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Reddito di inclusione: più vicini all'Europa, ma non basta

L'editoriale sul quotidiano "Il Giorno" di Giuseppe Oliva, responsabile welfare Cisl Milano Metropoli.

L’approvazione da parte del Governo del decreto attuativo della legge delega di contrasto alla povertà, è il primo atto concreto nella costruzione di una strategia di lotta all’esclusione che avvicina l’Italia  al resto d’Europa. Il Reddito d'inclusione sociale (Rei) recepisce sostanzialmente i contenuti del memorandum siglato il 14 aprile scorso tra Governo e Alleanza contro la povertà in Italia (di cui fa parte anche la Cisl), e questo non può che farci piacere. Siamo, però, solo all'inizio del percorso.

Per continuarlo è necessario che venga data piena attuazione al Pon (Piano operativo nazionale) d’inclusione, così da ottenere, in tempi definiti e con finanziamenti certi,  la modernizzazione del nostro welfare. Primo obiettivo da raggiungere è l'universalità del sistema: tutte le persone e le famiglie in povertà assoluta, compresi i cittadini stranieri, devono essere comprese nei piani d’intervento. Secondo, l'adeguatezza: ogni soggetto in difficoltà deve ricevere un adeguato pacchetto di risposte, composto da un contributo economico sufficiente a raggiungere uno standard di vita decente e da servizi di welfare locale capaci di offrire la concreta possibilità di mutare, in meglio, le proprie condizioni di vita. È fondamentale che l’incremento delle risorse, il carattere universalistico dell’intervento, la consistenza del sostegno economico e lo sviluppo di risposte adeguate nei territori procedano di pari passo. Solo così il Rei potrà diventare realmente uno strumento d’inclusione sociale.

Il reddito d’inclusione coprirà per il momento solo le famiglie in povertà con minori, con figli disabili gravi, con donne in stato di gravidanza accertata, o con disoccupati al di sopra dei 55 anni. Per estendere la misura a tutte le famiglie in povertà assoluta sarà necessario aumentare significativamente i finanziamenti già dalla prossima Legge di stabilità. L’altro nodo riguarda lo sviluppo dei servizi alla persona, decisivo  per dare  sostanza al reinserimento socio-lavorativo dei beneficiari del Rei. Sappiamo quanto questo obiettivo sia difficile da raggiungere, ma è qui che si misurerà il buon funzionamento della misura.

19/06/2017
Giuseppe Oliva, responsabile welfare Cisl Milano Metropoli
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