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CAMPAGNA

Gli oratori sono una scuola per la vita

Le dieci diocesi lombarde hanno lanciato la campagna “Cresciuto in oratorio”. Testimonial d'eccezione Giacomo Poretti, Beppe Bergomi, Manuel Locatelli, Davide Van De Sfroos, Corrado Barazzutti, Ilaria D'Amico, Bianca Atzei. 

La chiesa (o una cappella); il campetto per le partite di pallone (e spesso un altro, in comune, per quelle di pallacanestro e pallavolo); il salone delle assemblee e le aule per il catechismo; il cinema (non dappertutto); il baretto con il calcetto, il ping pong e i dolciumi più improbabili, che non si trovano al supermercato (dove andranno a comprarli?). E poi il “don”, il prete-amico, a cui si può dare del “tu” (almeno da qualche decennio ad oggi). L’oratorio è stato (e per fortuna lo è ancora, sia pure in parte) un punto di riferimento per intere generazioni. Un luogo vero, concreto (non come le piazze virtuali dei social), dove giocare, fare sport, pregare, confrontarsi, azzuffarsi, chiacchierare, divertirsi, impegnarsi, innamorarsi: in definitiva vivere, crescere.  In un modo o nell’altro ci siamo passati quasi tutti e quasi tutti abbiamo un ricordo del “nostro” oratorio. Qualcuno sostiene che questa istituzione - fondata (si badi bene) in Lombardia quasi 500 anni fa da san Carlo Borromeo (con le “Scuole della Dottrina Cristiana”) – sia un po’ in crisi (oggi giovani e giovanissimi hanno a disposizione mille modi diversi, non sempre felici e virtuosi, per impiegare il tempo libero…). E forse è vero. Ma quella degli oratori rimane una realtà, prima di tutto educativa, importantissima. I numeri parlano da soli. Nella regione sono attivi 2.307 oratori, espressione di 3.068 parrocchie, che durante l’anno accolgono 474mila ragazzi: uno su dieci è straniero (11%). Tra i bambini dagli 8 agli 11 anni, l’81% frequenta i percorsi proposti. Uno su cinque fra gli adolescenti. Mentre gli educatori sono circa 180.000.

Per valorizzare ancora di più questa istituzione le dieci diocesi del territorio, con il coordinamento di Odielle (Oratori diocesi lombarde), hanno lanciato la campagna “Cresciuto in oratorio”, che si avvale di un sito Internet ( www.cresciutoinoratorio.it ) e una pagina facebook (cresciutoinoratorio).

“Il mio don dell’oratorio – ha spiegato, lanciando l’iniziativa, l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola - era un amante della letteratura. Quando facevo le medie mi leggeva alcune pagine di Dostojevski o Svevo; 20-30 righe che mi hanno dato il gusto per pensare. Il catechismo, il gioco, il canto, le amicizie, le gite ti aiutano a riflettere sulla tua vita e non c'è niente di più importante. Uno vive nella misura in cui le circostanze gli insegnano qualcosa, ma per farlo devi avere dentro qualcosa che unifica, per noi era evidente che fosse Gesù. L'oratorio è lo stare insieme, la forza del noi. Ha una forza ancora oggi straordinaria”.

La campagna conta su diversi testimonial: persone comuni (due mamme, un imprenditore agricolo, un giovane straniero, due nonni…) e personaggi noti, che hanno vissuto l’esperienza dell’oratorio. Come la giornalista Ilaria D’Amico; l’attore Giacomo Poretti (1/3 del Trio Aldo, Giovanni e Giacomo); i calciatori Beppe Bergomi e Manuel Locatelli; il cantautore Davide Van De Sfroos; il tennista Corrado Barazzutti; la cantante Bianca Atzei.
L’obiettivo è “raccontare” gli oratori, farli conoscere a chi non li frequenta, creare una community. Ognuno può contribuire (attraverso il sito e la pagina facebook), scrivendo, mandando foto, girando video, registrando canzoni. Poretti, ad esempio, monterà i filmati migliori in un “racconto dei racconti” che sarà proiettato a Venezia in un evento della 74° Mostra internazionale d’arte cinematografica; mentre Van de Sfross farà suonare tre band “oratoriane” allo stadio di San Siro nel pomeriggio del concerto che terrà il 9 giugno. Il quotidiano “Il Giorno” pubblicherà storie e immagini tra quelle inviate alla mail oratori@ilgiorno.net . Non resta che farsi avanti!

Beppe Bergomi: il mio oratorio

Beppe Bergomi, campione mondiale con l’Italia di Bearzot, colonna dell’Inter, e oggi apprezzato commentatore di Sky, deve molto all’oratorio. Lì ha appreso il gioco di squadra e il rispetto per gli “avversari”. Valori essenziali, anche fuori dal campo di calcio.
“In oratorio ho imparato a giocare a pallone, a tirare i primi calci. L’ho frequentato fino a 13-14 anni, quando sono entrato nel settore giovanile dell’Inter. Da ragazzino ho partecipato a tutte le attività che si fanno in oratorio, quelle educative e quelle sportive. E’ un luogo che ti forma, ti aiuta a crescere, dove ti insegnano dei valori, che poi porti con te per tutta la vita. E’ un’esperienza che va vissuta con intensità, anche adesso. Lo vedo con i miei figli: oggi i giovani hanno mille altre alternative, ma l’oratorio resta un luogo importante di formazione per il futuro di ognuno. In definitiva, è una scuola di vita”.

08/03/2017
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it
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