ATTUALITÀ
SANITA'/ASSISTENZA

Don Gnocchi, alla ricerca di una soluzione possibile

Il nodo è quello del contratto. La Fondazione ha deciso di applicare a tutti i dipendenti quello meno vantaggioso della riabilitazioni. Consultazione tra i lavoratori per trovare una via d'uscita.

 

Oltre 1.150 dipendenti in Lombardia, più di 2.500 in tutta Italia. Sono questi i numeri della Fondazione Don Gnocchi che nel territorio metropolitano ha diverse strutture (l’IRCSS Santa Maria Nascente, Palazzolo, Pessano con Bornago e il Girola Niguarda). L’ente sta attraversando un momento non facile per quanto riguarda l’inquadramento del suo personale.  “Siamo in una fase di transizione – spiega il segretario generale della Fp  Cisl Milano Metropoli, Mauro Ongaro – in quanto, a gennaio, con l’insediamento del nuovo Cda di Fondazione Don Gnocchi è stato decisa in modo unilaterale l’applicazione del contratto per il settore della riabilitazione, ossia, quello meno remunerativo. Di fatto, però, ad oggi i lavoratori non sono stati ancora reinquadrati. Ci troviamo in una fase di transizione delicata e complessa, perciò abbiamo ritenuto opportuno avviare un ciclo di assemblee all’interno delle strutture milanesi, così da illustrare la situazione e permettere ai lavoratori di essere consapevoli e scegliere in questo percorso i possibili livelli di tutela”.

Per comprendere la crisi latente di Fondazione Don Gnocchi, tuttavia, occorre fare qualche passo indietro. Già tre anni fa, infatti, si iniziarono a registrare i primi scricchioli all’interno delle strutture del gruppo. “Di fatto – ricorda Ongaro – non ci furono denunce vere e proprie, tuttavia, ad un certo punto si comprese bene che c’erano dei problemi di natura economica piuttosto seri”. Da qui l’avvio di un tavolo di lavoro con una interlocuzione costante tra i vertici dell’Ente e le organizzazioni sindacali. Quindi, i tentativi per aumentare la produttività all’interno degli accordi tra le parti sino alla ridefinizione di un nuovo contratto di 38 ore (rispetto a quello originario di 36 ore). “Il caso – continua il dirigente della Cisl Funzione pubblica – arrivò sino alla III Commissione Sanità e Assistenza del Pirellone. Iniziò una vera e propria mobilitazione da parte nostra. Anche perché l’azienda non presentò mai un piano industriale vero e proprio davanti alla Commissione di Palazzo Pirelli”.

La situazione sembrava vicina ad una soluzione nello scorso mese di dicembre. All’epoca, infatti, il Cda di Fondazione presentò un protocollo d’intesa per passare dal ‘vecchio’ contratto Aris di Sanità privata ad una sorta di modello “spurio”. Nell’accordo veniva ricompresa, sia la parte sanitaria che quella di natura riabilitativo assistenziale. Con l’intesa di andare ad applicare in modo preponderante i contenuti più dell’una che dell’altra, a seconda della destinazione del personale. “Non era certamente la soluzione migliore – commenta Ongaro – tuttavia, meglio di quanto è successo da lì a pochi giorni”.  La strada imboccata dal nuovo Cda, peraltro, disorienta perché il gruppo grazie a politiche di razionalizzazione del personale, nel 2015, è riuscito a realizzare risparmi per oltre 5 milioni di euro.  “Al netto di questo scenario – conclude il segretario della Fp Cisl Milano Metropoli – occorre però essere molto pragmatici. Se da un lato, infatti, andiamo spiegando ai lavoratori che questa decisione assunta in modo unilaterale espone la Fondazione al rischio di un’autentica pioggia di ricorsi individuali, dall’altro lato, occorre anche essere intellettualmente onesti e cercare di portare a casa il migliore contratto possibile. E’ questo il senso delle assemblee che stiamo portando avanti”.

Naturalmente vi è anche da dire che le prospettive di Fondazione Don Gnocchi, un gruppo che fattura annualmente oltre 260 milioni di euro, devono essere necessariamente lette alla luce della ‘guerra’ in atto tra i colossi della sanità e dell’assistenza, vedasi i gruppi San Donato e Humanitas, nel territorio metropolitano e lombardo.  Capire dove si collocherà Fondazione, quale strada imboccherà – se privilegerà maggiormente la sua storica mission in ambito riabilitativo per esempio – sarà di aiuto per comprendere le prossime mosse e lo sviluppo di una vicenda dai contorni ancora incerti.

23/02/2017
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it