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Presentato alla Cisl di Milano il Dossier Statistico Immigrazione 2016. In provincia di Milano vivono 446mila immigrati. Egiziana la comunità più numerosa.
Quasi 9 stranieri su 100 che risiedono in Italia, vivono a Milano. Nel capoluogo lombardo (area metropolitana) abitano 446.462 immigrati, il 38,9% del totale regionale. Milano vive in questi giorni l’emergenza rifugiati (sono 3.800 quelli distribuiti nei vari centri), ma l’immigrazione è un fenomeno strutturale.
“Per quanto riguarda i rifugiati – spiega Maurizio Bove, presidente di Anolf Milano e responsabile Immigrazione della Cisl di via Tadino - non c’è nessuna invasione ed è sbagliato alzare barricate. Ad oggi i richiedenti asilo ospitati in Lombardia sono 18mila, cioè lo 0,2% della popolazione regionale. Milano non sarebbe così in difficoltà se anche tutte le altre città si facessero carico del problema. Occorre cambiare la normativa europea sui rifugiati e superare la logica emergenziale, offrendo accoglienza dignitosa e percorsi di integrazione che prevedano anche l’inserimento lavorativo. La Cisl milanese ha presentato un progetto alla Commissione europea che va proprio in questa direzione”.
L’immigrazione strutturale è composta dai cosiddetti “migranti dimenticati” (che non fanno notizia). Considerando le collettività, i più presenti nel milanese sono gli egiziani (52.450, 11,7% sul totale dei residenti stranieri), seguiti da filippini, rumeni, cinesi, peruviani ed ecuadoriani. Nell’anno scolastico 2015-2016, gli studenti stranieri sono stati 81.977 (il 14,7% del totale). Per quanto riguarda il lavoro, gli occupati nati all’estero hanno raggiunto quota 378.137. Rispetto all’incidenza dei lavoratori immigrati sul totale degli occupati, la provincia di Milano si attesta quarta in regione (dopo Brescia, Mantova e Lodi). Le donne sono il 38,7%. Tra i settori si registra una forte concentrazione nei servizi (66,5%), seguiti dall’industria (17,6%). L’agricoltura è marginale (0,8%). La maggior parte (64,6%) è impiegata in micro-imprese (non più di 9 addetti).
“I migranti ‘dimenticati’ - insiste Bove - sono i 250mila stranieri che vivono regolarmente a Milano (446mila contando l’area metropolitana), studiano, lavorano, pagano le tasse e buona parte delle nostre pensioni. Diciamo ‘dimenticati’ perché ormai si parla solo dei rifugiati, anche per il tornaconto elettorale di qualche forza politica che soffia sul fuoco della paura. Anche loro continuano ad avere problemi a causa delle leggi nazionali che hanno sempre puntato al controllo delle frontiere, invece che all’integrazione. Oggi chi perde il lavoro perde il permesso di soggiorno, mentre chi desidera regolarizzalo per uscire dal sommerso non può farlo. Ogni giorno, ad esempio, i nostri sportelli ricevono telefonate di famiglie che vorrebbero mettere in regola la colf o la badante, ma sono obbligate a tenerle in nero”.
Molti rischiano in prima persona: nel 2015, nel milanese, le imprese a gestione immigrata erano 48.984, l’8,3% in più rispetto al 2014.