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DONNE
LAVORO FEMMINILE

L'occupazione è "rosa" sotto la Madonnina

Editoriale di Carlo Gerla, Cisl, su "Il Giorno": "Bisogna migliorare le politiche di conciliazione, potenziando anche la contrattazione decentrata". 

A Milano il lavoro è donna. Lo dice una ricerca del Ministero del Lavoro. In città, tra residenti e non, sono occupate 907mila persone, il 46,4% delle quali sono donne. Il tasso di occupazione femminile è pari al 68,3%, a fronte del 64,3% europeo e del 50,3% italiano. Le donne sono la metà (49,3%) degli occupati alle dipendenze, circa 4 su 10 tra gli autonomi e 6 su 10 tra i collaboratori. Non solo, le lavoratrici sono mediamente ben istruite: la quota di diplomati e laureati è complessivamente maggiore tra di esse, con un “effetto sorpasso” sugli uomini tra gli under 45. Ma quali mansioni svolgono? In una città ormai terziarizzata, l’occupazione femminile si distribuisce nella maggior parte dei gruppi: sia nelle professioni intellettuali, scientifiche e tecniche ad alta qualificazione, che nelle occupazioni a media qualificazione nel commercio e nei servizi, che tra quelle non qualificate. Resta alto, invece, il gap tra gli impieghi esecutivi d’ufficio (più donne) e le figure imprenditoriali e direttive (nettamente, più uomini).

Tutto bene dunque? No, anche in un contesto come quello meneghino resta il nodo della conciliazione lavoro-famiglia. Milano non è ancora una città “children-friendly”. Insomma, la cura dei figli (se non ci sono i nonni) rimane in carico alle mamme. Occorre, perciò, rafforzare il sistema dei servizi per la famiglia e intensificare la contrattazione sui temi del welfare e della conciliazione, nei territori e nelle aziende. La situazione è in evoluzione. Secondo l’Osservatorio della Cisl di Milano, il 18% degli accordi aziendali regolamenta la materia, disponendo agevolazioni orarie e aperture sul part time per le lavoratrici madri, nonché varie forme di flessibilità oraria. Valorizzare il lavoro femminile è importante, anche perché più donne al lavoro, significa più Pil, più sviluppo e anche più famiglia. Aumentare l’occupazione delle donne non è “solo” una questione di pari opportunità, ma un obiettivo strategico per la crescita del Paese. La posta in gioco è ambiziosa. Occorre implementare una “vera politica della conciliazione” che faciliti l’applicazione di accordi e buone prassi, in grado di promuovere una cultura d’impresa responsabile, nella quale prevalga l’idea che adottare piani di welfare aziendale conviene a tutti: ai lavoratori, alle lavoratrici, ma anche ai datori di lavoro. Che ci guadagnano in termini di fidelizzazione, incremento di produttività e di efficienza. Le misure per la conciliazione non sono un costo, ma un investimento per un futuro di successo.

Carlo Gerla – Segretario Cisl Milano Metropoli

27/10/2016
ALLEGATO SFOGLIABILE