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La denuncia della Cisl: aumentano gli alunni ma si tagliano i docenti.
Situazione particolarmente difficile quella di avvio dell’anno scolastico 2016/2017, il primo dopo l’approvazione della L. 107 /2015 nota come“ Buona scuola”. La valutazione che come organizzazione sindacale dobbiamo dare non è positiva; non tanto sulla legge approvata dal parlamento della quale abbiamo sottolineato alcune parti critiche al momento del dibattito in aula, quanto soprattutto sulla gestione della sua applicazione.
Mobilità
Ci sono stati seri problemi nella gestione della mobilità del personale, i cosiddetti trasferimenti. Dopo l’inserimento, a metà anno, nell’organico potenziato degli insegnanti di discipline non necessarie nelle scuole, allo scopo evidente di svuotare le graduatorie, che ha determinato la necessità di riprogrammare alcune attività o semplicemente ha avuto come risultato lo spostamento su incarichi organizzativi di questo personale invece che sulla didattica, tutta la parte riguardante la mobilità è stata un vero e proprio caos.
Il sistema informatico del ministero, di fronte alla complessità della situazione (ricordiamo che le assunzioni sono state effettuate in fasi diverse) il famoso algoritmo, non ha funzionato ed ha determinato lo spostamento di personale da una parte all’altra dell’Italia senza nessun criterio, con errori macroscopici; tutto questo ha ingenerato una serie di richieste di conciliazione per correggere gli errori del sistema, più di 5000 sul territorio nazionale (accettate dall’amministrazione per il 40% circa). Com’è ovvio correggere adesso significa dire a qualcuno che aveva già accettato una cattedra, vattene da un’altra parte.
Contestualmente i dirigenti scolastici sono stati impegnati nella cosiddetta “chiamata diretta degli insegnanti” durante il mese di agosto, nel corso del quale i docenti assunti nell’ultima tornata, hanno dovuto presentare il curriculum vitae ai dirigenti, determinando enormi problemi per le ferie del personale, dirigenti compresi . Se l’anno è stato particolarmente complesso per il cambio in corso d’opera di organici e normativa, l’agosto è stato perfino peggiore.
Naturalmente tutto ciò ha dato vita a manifestazioni di protesta dopo le quali il Governo ha dovuto correre ai ripari. Al momento della definizione degli organici definitivi per l’avvio dell’anno scolastico, questa situazione ha contato molto e il governo ha dovuto correre ai ripari con audaci manovre estive.
Gli organici
Gli organici, cioè i posti per i docenti attribuiti ad ogni regione, provincia e istituzioni scolastiche per consentire il funzionamento delle scuole e dell’attività didattica, hanno seguito rotte quanto meno fantasiose e soprattutto sono stati determinati in modo quanto opinabile. La necessità di sistemare una serie di docenti che, altrimenti, avrebbero dovuto trasferirsi all’altro capo della penisola, ha indotto a dilatare gli organici delle regioni meridionali, zona di provenienza di un gran numero di insegnanti. Così, mentre alla Lombardia che cresce di 5.229 alunni si tagliano 227 docenti in organico, i casi più eclatanti sono la scuola primaria e per il sostegno, in altre regioni (Sicilia e Sardegna ad esempio) quasi si raddoppiano i posti dell’organico di sostegno per rendere possibili le assegnazioni provvisorie.
Cioè si facilita lo spostamento di migliaia d'insegnanti al sud i cui posti nell’organico di diritto, cioè di ruolo, sono già saturi e dove ci sono ancora da sistemare i perdenti posto, e contemporaneamente si sguarniscono gli organici del nord rendendo contemporaneamente impossibile il lavoro ai precari del sud, inseriti nelle graduatorie , che troveranno chiuso ogni spazio.
A ciò si aggiunge la notizia, a quanto pare fondata, che il MIUR intenda surrettiziamente alzare del 25 % la quota delle immissioni in ruolo tramite il concorso 2012 sempre per incrementare gli organici delle regioni meridionali, in particolare Calabria, Sicilia e Campania, danneggiando gravemente coloro che provengono dalle graduatorie ad esaurimento.
Se in Lombardia apriamo l’anno scolastico ancora con il 15 % di scuole che non hanno ancora un dirigente titolare, nonostante la quasi totale verticalizzazione degli istituti (cioè abbiamo ancora le reggenze) metà Italia deve ancora adeguarsi alla norma e continua a funzionare senza gli Istituti comprensivi ma con le Direzioni didattiche e le Scuole media con dirigenze autonome, che non solo significa più costi ma anche personale concentrato in alcune aree.
Lo squilibrio negli organici, per la scuola, è una grande questione nazionale che va guardata con molta attenzione e corretta al più presto. Una gestione equilibrata degli organici significa qualità scolastica, continuità didattica e garanzia di un miglior funzionamento del servizio e operare con giustizia ed equità. Quest’anno mentre il rapporto medio alunno/ insegnante in Lombardia è di 1 docente per 2,4 alunni , in Sicilia sarà 1 a 1 ed anche meno.
Al governo che lavora su un doppio livello, grandi proclami di rinnovamento e modernità affiancati da risibili interventi ad hoc, chiediamo meno attenzione all’immagine e più ai problemi veri .
Avere una scuola davvero buona è interesse di tutti e per raggiungere questo obiettivo serve collaborazione di tutti.
E’ chiaro che non possiamo accettare una situazione di questo genere. Invitiamo i parlamentari e i consiglieri regionali ad attivarsi facendo tutte le pressioni necessarie perché venga ridotto il taglio ai posti in Lombardia.
Noi faremo la nostra parte sia come Cisl Scuola che con le altre organizzazioni sindacali con iniziative unitarie che stiamo già concordando.
La giornata nazionale delle RSU e dei rappresentati della Cisl Scuola che si terrà il prossimo 7 settembre 2016 su tutto il territorio nazionale ha il compito sia di fornire strumenti di lavoro ai nostri rappresentati negli istituti sia di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della scuola .