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Da Expo una spinta positiva per Milano e la Lombardia

L'indotto dell'Esposizione Universale vale 31 miliardi di euro. Una ricerca di Camera di commercio e Università Bocconi.

Expo sta infiammando la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Milano. Da una parte c’è chi, come il candidato del centrosinistra ed ex “Mister Expo”, Beppe Sala, sottolinea il successo dell’evento. Dall’altra chi (centrodestra, grillini, sinistra-sinistra), semina dubbi e chiede chiarezza sui conti. In questo, prevedibile, gioco delle parti a mettere un primo punto fermo è una ricerca, commissionata dalla Camera di commercio e da Expo 2015 Spa all’Università Bocconi. I numeri sono molto significativi: i ricercatori hanno rilevato un indotto complessivo dell’Esposizione Universale nel periodo 2012-2020 pari a 31,6 miliardi di euro, in termini di produzione aggiuntiva (il “volume d’affari” generato) corrispondente a circa l’1% della produzione nazionale, con un valore aggiunto (il “Pil” della manifestazione) di 13,9 miliardi di euro e un impatto occupazionale, “in termini di unità lavorative equivalenti annue attivate” pari a 242,4mila. Non solo, secondo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, Expo ha generato un gettito fiscale extra di mezzo miliardo di euro. Risultati non causali, ma frutto dell’impegno e del lavoro di una “squadra” fatta da migliaia di persone.


"I dati della ricerca Sda-Bocconi, sulle potenzialità espresse e su quelle future di Expo sul versante economico milanese e nazionale – ha spiegato il segretario generale della Cisl di Milano, Danilo Galvagni -, sono, a dir poco, sorprendenti. Noi siamo abituati a misurarci con la realtà e siamo più cauti. Ma non c'è dubbio che Expo abbia dato una grande e positiva spinta all'economia del territorio e possa essere un grande volano per il futuro. Per le prospettive dell'area, l'auspicio è che, diradate le nebbie elettorali, si concretizzi il progetto per la cittadella della ricerca. Se c'è una nota stonata, però, nella massiccia presenza del governo attorno al tavolo dell'Expo, oltre alle scarse garanzie per il futuro, è la dimenticanza nel sottolineare chi ha alimentato il motore di Expo: i lavoratori e le imprese. Perché se l'idea è stata felice; la realizzazione, con qualche opacità, buona; a far girare la macchina sono stati i lavoratori, che ci hanno messo sudore, intelligenza e impegno, e le aziende, che ci hanno creduto".
Ovviamente, l’impatto più forte si è sentito sul territorio che ha ospitato l’evento.


“L’indotto economico stimato per la Lombardia – si legge nella ricerca - è pari a 18,7 miliardi di euro in termini di produzione aggiuntiva, con un valore aggiunto di 8,6 miliardi di euro e un impatto occupazionale di 132mila unità equivalenti annue. Per Milano, l’indotto economico nel periodo 2012-2020, è stimato pari a 16,1 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 7,4 miliardi di euro e un impatto occupazionale di 115mila unità di lavoro annue equivalenti. In termini di distribuzione temporale, il modello ha elaborato un impatto complessivo del volume d’affari attivato nel periodo pre-evento di 4,2 miliardi di euro e di 9,7 miliardi di euro nell’anno 2015, per un totale di 13,9 miliardi nel periodo complessivo 2012-2015”.


I ricercatori ipotizzano anche un volume d’affari prospettico di 17,7 miliardi di euro nel periodo 2016-2020, generato dal lascito (“legacy”) di Expo e in larga parte ascrivibile alle 10mila nuove imprese nate su stimolo dell’evento, in nuovi settori (in particolare costruzioni, turismo-ristorazione, servizi alle imprese), e dall’incrementata attrattività turistica che potrà portare un flusso di ritorno di visitatori su tutto il territorio italiano.


“Ad oggi – ha sottolineato il presidente della Camera di commercio milanese, Carlo Sangalli - possiamo dire che i risultati in termini di indotto sono positivi. È un dato importante perché si basa non solo su numeri previsionali fino al 2020, ma anche su dati di consuntivo al 2015, cioè effettivi. I risultati sono un successo di tutti quelli che in questi anni hanno creduto e lavorato per questo grande evento. Ed è un successo che fa bene alle nostre imprese, anche a quelle che nell'immediato non hanno avuto i ritorni che si attendevano, perché gli effetti positivi dell’evento si propagano nel tempo. E questo successo è un valore che fa bene a Milano, all’Italia ed è un patrimonio di tutti”.


I settori merceologici per cui è stato stimato un maggiore indotto (sempre tra 2012 e 2020) sono l’industria (con un volume d’affari di 9,5 miliardi di euro), i servizi alle imprese (8,3 miliardi), il turismo e la ristorazione (3,6 miliardi), il commercio (2,9 miliardi), le costruzioni (2,7 miliardi), i trasporti e la logistica (2,5 miliardi), i servizi alle persone (1,5 miliardi) e l’agricoltura (6oo milioni). In termini di occupazione il modello ha valutato un impatto di 31,3mila occupati (unità lavorative annue) nel periodo pre-evento e di 78mila occupati nell’anno dell’evento, per un totale di 109,3mila occupati totali nell’intero periodo 2012-2015. I ricercatori hanno poi preventivato un’occupazione prospettica di oltre 133mila addetti tra 2016 e 2020, se saranno recepiti appieno i benefici economici ereditati. E qui vengono i problemi. Per concretizzare le previsioni occorre fare chiarezza e scelte precise sul futuro dell’area che ha ospitato i padiglioni. Scelte che spettano alla politica, oggi in tutt’altro affaccendata.

11/05/2016
Mauro Cereda -