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Maurizio Bove, responsabile Immigrazione della Cisl di Milano, è intervenuto all'assise organizzata dal Comune di Milano.
Il processo di Istituzione della Rete degli Attori Locali per l’Integrazione
Buon pomeriggio a tutti e grazie per l’opportunità di intervenire ancora una volta, a nome di CGIL CISL e UIL, a questa importante occasione di confronto, giunta ormai alla sua 5° edizione, su una tematica che vede tutti noi impegnati ogni giorno con passione e competenza.
Se il tema dato è, quindi, “Il processo di istituzione della Rete degli attori locali per l’Integrazione”, lasciatemi dire innanzitutto che siamo tra i soggetti che fin dall’inizio hanno scelto di partecipare al lungo tragitto che ha portato alla nascita del luogo nel quale ci troviamo oggi a parlare, con un approccio a volte critico, ma sempre costruttivo e finalizzato a dare il nostro contributo alla realizzazione del progetto stesso.
Confesso, ma sapete tutti come la pensiamo, che quando ancora si parlava di “Immigration Center” la fantasia è andata più volte ad esperienze analoghe già realizzate in altre città europee e ribadisco dunque una certa delusione rispetto al fatto che non si sia riusciti a realizzare anche qui a Milano, per responsabilità che certamente non possono essere imputabili soltanto al Comune, quella che per noi è sempre stata la parte più innovativa dell’originario progetto: un’inedita collaborazione, si era addirittura detto nello stesso luogo fisico, tra Questura, Prefettura, ASL e tutti gli altri soggetti, istituzionali e non, che sono quotidianamente coinvolti nel percorso verso l’integrazione dei cittadini migranti e delle loro famiglie.
D’altra parte, per nostra stessa natura, crediamo fortemente nelle potenzialità della rete e nel corso di questi anni abbiamo sempre partecipato attivamente alle sinergie formali e informali che di volta in volta si sono costituite su obiettivi precisi e concreti, che rispondessero ovviamente agli ideali che noi tutti portiamo avanti: dai tavoli tecnici attivati in Prefettura per la soluzione delle problematiche connesse a particolari “momenti storici”, quali per esempio le periodiche “sanatorie”, al protocollo che soltanto pochi anni fa ci ha visto impegnati, insieme allo Sportello Unico per l’Immigrazione e allo stesso Comune di Milano, nello smaltimento dell’ingente arretrato nella trattazione delle istanze di ricongiungimento familiare, fino all’adesione all’ultimo progetto sulla capacity building, appena presentato, sempre insieme al Comune e a molte delle Associazioni qui presenti, in occasione del recente bando FAMI, di cui certamente vi parlerà chi interverrà dopo di me.
Anche questa volta, quindi, abbiamo confermato fin da subito la nostra adesione. Permettetemi, però, di dire che da una rete come questa ci aspettiamo molto di più delle normali sinergie che ciascuno di noi è in grado di mettere in atto nel proprio lavoro quotidiano e che gli stessi tavoli tematici attivati presso questa sede nei mesi scorsi sono certamente un buon inizio, ma non possono esserne la sola cifra caratterizzante: altrimenti, avremmo davvero sprecato una grande opportunità.
Il confronto è infatti sempre importante, soprattutto se si concretizza in uno scambio continuo delle esperienze e delle criticità che ognuno dei soggetti coinvolti incontra ogni giorno nella propria attività di orientamento, di informazione e di assistenza ai cittadini stranieri: anzi, sarebbe addirittura auspicabile che ci si dotasse in prospettiva di un portale, cioè di una piattaforma telematica comune, dove interagire in tempo reale per scambiarsi informazioni e monitorare il flusso degli utenti che si rivolgono ai nostri servizi e la tipologia delle istanze di cui si fanno portatori, realizzando in questo modo una banca dati condivisa utile non solo al nostro lavoro, ma anche come fonte di informazione oggetto di studio.
Il valore aggiunto di una “Rete degli Attori Locali che si occupano di Integrazione” deve essere però un altro e cioè la capacità di fare sintesi rispetto alle problematiche rilevate sul territorio e di attivare, grazie alla preziosa presenza del Comune di Milano, un dialogo con gli enti competenti finalizzato ad individuare le soluzioni, tecniche o politiche, alle questioni poste: dall’uniformità nei requisiti previsti per il rilascio di un certificato, penso all’ormai annosa questione dell’idoneità alloggiativa, alla certificazione dei redditi prodotti all’estero, che nessuna Rappresentanza Consolare in Italia rilascia, ma che ormai viene richiesta anche per presentare al TAR istanza di gratuito patrocinio, fino ad arrivare al già più volte denunciato incremento di rigetti del titolo di soggiorno nei confronti di chi non riesce a dimostrare non solo un reddito derivante da fonti lecite, ma anche un regolare versamento contributivo, indipendente dalla responsabilità del lavoratore, che sta facendo ripiombare intere famiglie, ormai milanesi a tutti gli effetti, nel vortice dell’irregolarità.
Dico questo con la presunzione che le questioni sollevate da una rete come la nostra, proprio in ragione dell’esperienza storica che ciascuno dei soggetti in essa coinvolti può vantare, hanno a buon diritto una sorta di “certificato di autenticità” che le rende degne di essere prese in considerazione da chi, di volta in volta, ha il compito di risolverle.
E, visto che stiamo parlando di una sorta di “bollino di qualità”, aggiungo un secondo ambito nel quale la Rete degli Attori Locali deve poter esercitare il proprio ruolo: un’azione costante di informazione e di formazione in merito alla normativa vigente che deve coinvolgere tutti noi, con l’obiettivo di fare in modo che tutti gli attori locali siano in grado di dare risposte sempre corrette, aggiornate, ma soprattutto omogenee, alle diverse istanze che i cittadini stranieri pongono ogni giorno a ciascuno dei nostri sportelli. Io penso con convinzione che questo sia uno dei risultati principali che ci dobbiamo prefiggere: se davvero fossimo in grado di raggiungerlo, infatti, non solo potremmo dare un contributo fondamentale ad arginare una delle maggiori criticità che riscontriamo nell’applicazione della legislazione in materia di immigrazione, ovvero l’interpretazione soggettiva delle norme che spesso porta a decisioni diametralmente opposte magari in territori, o zone, tra loro confinanti, ma soprattutto potremmo contrastare una volta per tutte il dilagare di sedicenti Associazioni e Servizi che lucrano sulla disperazione, vendendo a caro prezzo speranze che poi si rivelano sempre infondate.
Infine, poiché molti dei soggetti presenti nella nostra rete possono vantare un’esperienza ed una competenza storica nella gestione delle problematiche inerenti il tema dell’immigrazione, siamo convinti che da un laboratorio di idee come il nostro possano uscire a buon diritto proposte che abbiano tutta la forza e la dignità di essere prese in considerazione nel momento in cui si aprono, anche a livelli superiori rispetto a quello territoriale, tavoli di discussione per individuare modifiche e correttivi ad una normativa sull’immigrazione ormai anacronistica ed inadeguata: penso, soltanto a titolo di esempio, a nuovi meccanismi per regolamentare l’ingresso in Italia per motivi di lavoro che siano in grado di favorire l’incrocio diretto tra domanda e offerta, archiviando definitivamente la fallimentare “assunzione a distanza” prevista dal Decreto Flussi; penso al superamento del rigido binomio tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno, che sta alimentando il preoccupante fenomeno dell’irregolarità di ritorno; penso alla necessità di prevedere accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri, che permettano loro, così come è accaduto quando i migranti eravamo noi, di recuperare i contributi versati in Italia nel momento in cui decidono di fare ritorno nel proprio Paese.
Dico tutto questo perché continuo a credere in ciò che ognuno di noi fa ogni giorno, ciascuno nel proprio ambito, così come credo fermamente nelle potenzialità che possono scaturire dall’unire competenze come le nostre, con l’obiettivo comune di favorire quei necessari processi di integrazione che sono l’anima di una città che vuole dirsi davvero proiettata nel futuro.