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Torna la voglia di fare impresa in Lombardia. Nel 2015 sono mille e cinquecento in più. Una su cinque è al femminile. Le straniere sempre più protagoniste. Sul fronte della richiesta di lavoro gli uomini sono il doppio delle donne ma quest'ultime sono più contente della propria occupazione.
. I dati presentati il 4 marzo scorso dalla Camera di Commercio di Milano disegnano luci e ombre sul panorama delle opportunità di lavoro per le donne in Lombardia.
Nel 2015 le offerte di lavoro delle imprese lombarde hanno riguardato ancora in maggioranza gli uomini che sono stati il doppio delle 18.000 lavoratrici ricercate.
Solo poco più della metà delle opportunità lavorative si rivolgono in modo paritario sia agli uomini che alle donne. Un posto di lavoro su 7. Una forbice di ben 13 punti tra donne e uomini. Se il 59% delle imprese cerca ugualmente un uomo o una donna per un posto di lavoro, il 27% indica un maschio e il 13,8% una femmina. Preferite le donne nell’abbigliamento (40% contro il 18% di uomini) e nell’industria dei gioielli (32% e 12%). Le donne sono più richieste nel turismo (25% contro il 17%) e nei servizi operativi (21% e 14%) ma anche nell’istruzione e nella sanità (17% contro rispettivamente 5% e 2% degli uomini). Prevalenza maschile nell’industria del legno e del mobile, carta e stampa, minerali, metallurgico e metalmeccanica, gomma e plastica, trasporti e costruzioni.
E le crisi aziendali colpiscono ancora le donne. Nel 2015 i posti di lavoro si sono ridotti di 21.000 unità, il 15% in più di quelli degli uomini hanno riguardato le donne.
Ma cosa ne pensano uomini e donne del loro lavoro?
In Lombardia sembrano complessivamente più contenti che a livello nazionale. Il 53% è abbastanza contento e il 2,7% molto contro rispettivamente il 44,6% e il 2,9% nazionale. Migliore anche la soddisfazione per la propria situazione economica in regione, molto per il 2,7% e abbastanza per il 53% contro il 2,9% e il 45% degli italiani.
Sono le donne le più soddisfatte: il 77% delle donne sono soddisfatte contro il 74% maschile, mentre il 20% sono scontente contro il 22% degli uomini. La differenza tra uomini e donne aumenta nell’età matura, nel vivo della vita lavorativa e diminuisce dopo i 65 anni. Dato confermato anche a livello nazionale.
Aumentano l’imprenditorialità femminile, soprattutto straniera. Nel 2015 e in Lombardia aumentano di 10.000 unità, il 12% di imprenditori donne, in provincia di Milano il dato aumenta: gli stranieri sono il 14% degli imprenditori maschi, le donne hanno una quota del 17%.
“La presenza femminile è una condizione irrinunciabile della nostra economia e del nostro attuale sviluppo - ha dichiarato Federica Ortalli, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano -. Restano però i segni della crisi, con un calo delle imprese femminili rispetto a cinque anni fa e una ripresa dell’ultimo anno dovuta soprattutto al balzo della componente straniera. Mentre la forbice tra uomini e donne per le richieste di lavoro delle imprese legate a un genere resta ancora ampia. La maggiore soddisfazione delle donne rispetto agli uomini si può spiegare con un impegno multi tasking che amplia l’ambito di riferimento e introduce nuovi criteri di valutazione. Oggi poter facilitare la presenza femminile sul lavoro significa creare condizioni di carico ed equilibrio tra lavoro e famiglia che possano consentire la conciliazione dei tempi e dei contenuti delle attività”.
Impresa ancora lunga e lontana da conseguire.